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UFFICIO RECLAMI
Mascarimirì, e libri di Caterina Stasi, Luigi Garlando, «Scripta»
[14/10/2008]


Lecce, Calimera, Gallipoli, Galatina, Tuglie. Tanti appuntamenti domani nel Salento. A Calimera, nel cuore della Grecìa Salentina, piccoli e grandi scrittori incontreranno lo scrittore salentino Luigi Garlando, per un incontro letterario organizzato dalla liberia «Il giardino delle nuvole», dal Presidio del libro, e dall'assessorato alla Cultura del Comune di Calimera. L'autore spiegherà ai ragazzi i grandi temi dell'attualità, con parole semplici adatte al loro linguaggio e alla loro esperienza. Reduce dal libro di successo «Per questo mi chiamo Giovanni» proporrà un nuovo racconto dalla dolcezza disarmante, con «Camilla che odiava la politica» edito da Rizzoli. Quella di Camilla è la storia di una ragazzina di dodici anni, che vive in compagnia della madre e del fratellino più piccolo. Il padre non ce l'ha più, perché si è suicidato, dopo che per una vita aveva ricoperto il ruolo di braccio destro del primo ministro. Un suicidio scaturito a seguito di una condanna ingiusta, quella per corruzione, giunta sei anni prima e che lo aveva portato in carcere. Ed è proprio da quel momento che Camilla odia la politica, finchè un giorno, in paese, arriva un barbone, e la storia si fa avvincente.

 

A Gallipoli, alle 18, c'è ancora un appuntamento con i libri. Presso la biblioteca comunale gallipolina ci sarà la presentazione del libro di Caterina Stasi, «Cunicoli di vento» edito da Besa. Si tratta di un libro che porta alla riflessione sul percorso esistenziale di ognuno, incanalato in un contesto, tutto salentino, in cui da sfondo c'è un contesto tipicamente nostalgico. L'incontro, che è curato dal critico salentino Stefano Donno, rientra nella rassegna «Il Salento e altre storie». A Galatina, alle 19,30, l'appuntamento è con un incontro nel Palazzo della Cultura della città, dove sarà presentato un dvd «Mascarimirì. 10 anni la storia», una sorta di film documentario in cui si parla del percorso artistico e musicale che hanno fatto i componenti del gruppo «Mascarimirì», guidato da Claudio «Cavallo» Giagnotti. In questi dieci anni, infatti, il gruppo ha voluto confrontarsi con la tradizione popolare che viaggia lungo i percorsi del Mediterraneo. Un viaggio in cui, Mascarimirì racconteranno le esperienze della band, con le sue evoluzioni e i suoi cambiamenti, con le sue novità e difficoltà. Una storia che parte dal quartiere popolare «Lu Triciu», come testimonianza messapica di Muro Leccese, con la Chiesa di Santa Marina. Poi, c'è il progetto «Terra de Menzu», originato negli anni Novanta, a seguito dell'incontro da parte di Claudio «Cavallo» con Fernando Bevilacqua, al fratello Mino Giagnotti e Carlo «Calabrese» De Pascali, che hanno poi sposato il percorso di Mascarimirì. Quella di Galatina è una serata che si colloca nel programma «Il Salento e altre storie» ideato e curato da Antonio Linciano, Michele Bovino, Franco Sperti per la rassegna «Ottobre piovono libri». Sempre a Galatina, poi, ci sarà una mostra fotografica di Fernando Bevilacqua che presenta i luoghi inediti del Salento. Bevilacqua, artista dedito alla fotografia, «maestro» della fotografia, come direbbe Mauro Marino, «provoca e coinvolge lo strumento video in un'operazione viva, in movimento, dove la visione pare generata dal corpo, da un fare attivo, da un sentire che descrive e dice su realtà e miti». La mostra, che sarà inaugurata domani, rimarrà accessibile fino da mercoledì 15 fino al 23 ottobre nei locali della galleria espositiva del Museo comunale di Galatina. A Tuglie poi, ci sono tre appuntamenti con i «Racconti d'autunno», in un incontro sui temi delle famiglie, dei bambini, della gente di Tuglie. Si tratta di incontri che si collocano all'interno della rassegna «Il Salento e altre storie» curati dalla biblioteca comunale. Interventi saranno tenuti, inoltre, dalle operatrici del Servizio civile, dagli animatori dell'associazione Ekagra, e dell'associazione Scout Agesci, così come da parte degli attori della compagnia teatrale «La Calandra».

 

A Lecce, infine, fino a gennaio nella biblioteca provinciale «N. Bernardini» di Lecce che si trova in viale Gallipoli, si svolgerà «Scripta: Rassegna di scritture, voci, espressioni». Si tratta di una rassegna poetica che vedrà coinvolti sette autori pugliesi, che per sette incontri si avvicenderanno in un viaggio attraverso i nuovi modi di dire la parola poetica. Questa rassegna cercherà di porre una particolare attenzione a quelli che, in campo poetico, risultano, ad oggi, essere i nuovi indirizzi intrapresi dalla scrittura. Un percorso per autori che vedrà coinvolte alcune tra le voci più rappresentative del panorama contemporaneo della nostra regione, in qualità di autori riconosciuti ed apprezzati in contesti autorevoli e rassegne nazionali, quali rappresentanti di un moto poetico che si caratterizza nella contemporaneità, dimostrando padronanza di linguaggio, estro e, non meno importante, un'assoluta riconoscibilità. Le sette serate saranno rappresentate a Lecce, in uno dei «contenitori» culturali che più danno lustro al nostro territorio. «Scripta» prenderà avvio mercoledì 15, alle 18,30, con la «performance di voci» dal titolo «Graffi, donne che dicono di donne. Itinerario per voci tra le autrici del ‘900 letterario», di Marthia Carrozzo, direttrice artistica della rassegna, Margherita Macrì e Irene Leo. Ma che cos'è «Scripta»? È ciò che è scritto, o che può rendersi tangibile anche nella voce, aprendo a nuove possibilità del dire poesia, non più relegata tra le pagine rilegate, non più costretta in caratteri tipografici, ma libera di svincolarsi per essere nell'inconsistenza dell'ascolto che la riceve. Filo di raccordo sarà poi, per questa prima edizione, il «Corpo»: corpo dello scrivere e del dire, corpo che fa scrivere, attraverso cui veicolare voci, espressioni. Corpo con cui afferrare e fermare nei versi il sentire di ciascuno. Scritti sul corpo, o per il corpo, versi dei poeti proposti, proveranno ad intessere un dialogo forte e attento con l'ascolto, andando a rivitalizzare il vecchio corpo polveroso del luogo che accoglierà i versi negli interstizi sottili delle sue memorie, facendolo poi riverberare e pulsare attraverso ciò che parte dalla pagina e dalla pagina si diparte, chiaro input ad una nuova coscienza del dire poetico dei nostri giorni.

 

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