Salento, appuntamenti per mercoledì 25 marzo | Lecce, Squinzano. Tanti appuntamenti nel capoluogo e provincia.
La 40a Stagione Lirica della provincia di Lecce, gestita da quest'anno dalla Fondazione ICO Tito Schipa, si chiude in bellezza sulle note del capolavoro di Vincenzo Bellini, «Norma». L'attesa cresce sul palcoscenico del Teatro Politeama Greco dove, alle 20,45, salgono Susan Neves e Gianluca Zampieri, nei panni rispettivamente della sacerdotessa dei Druidi e di Pollione, proconsole delle Gallie, dove è ambientato il dramma ai tempi dell'antica Roma. Lo spettacolo tratta della tragedia di Alexandre Soumet Norma, ou L'infanticide, presentando rimandi espliciti alla Medea di Euripide. La storia narra, infatti, di un tentativo di vendetta: quello perpetrato da Norma, figlia del capo dei Druidi, Oroveso, ai danni del suo amante, Pollione, dal quale ha avuto in segreto due figli. Il proconsole vuole lasciare la sacerdotessa per Adalgisa, giovane ministra del tempio del dio Irminsul, che proprio a Norma confida di aver tradito il voto di castità con Pollione, scatenando le ire della donna che le rivela la sua relazione con lui, facendo sì che la giovane lo respinga. In preda alla gelosia, Norma decide dapprima di uccidere i suoi due figli per vendetta, poi di suicidarsi, ma viene trattenuta da Adalgisa che però non riesce a convincere Pollione a tornare da lei. Norma aizza così una rivolta contro i Romani, che prevede una vittima sacrificale. Ma non sarà l'unica né quella prevista. «Norma» andò in scena per la prima volta il 26 dicembre 1831 al Teatro della Scala di Milano e inizialmente non fu ben accolta, salvo poi riscattarsi completamente diventando una delle opere di repertorio più rappresentate. Questa sarà la quinta volta che l'opera di Bellini viene messa in scena al Teatro Politeama Greco: l'ultima rappresentazione risale al 1994, ma è rimasta storica quella del 1967 quando, nel ruolo di Pollione, incantò i melomani leccesi l'indimenticato Mario Del Monaco. Per questa produzione, «Norma» sarà interpretata dalla Neves che torna a Lecce dopo il successo che il pubblico del Politeama ha tributato alla sua Senta, nel titolo d'apertura, «Der Fliegende Holländer (L'Olandese volante)». Stesso discorso vale per il tenore Gianluca Zampieri, già Eric nell'opera wagneriana. Il cast è completato dall'ottimo Andrea Mastroni (Oroveso), che è stato un applauditissimo «Sparafucile» nel «Rigoletto» e un altrettanto applauditissimo Simone nello Schicchi, da Eufemia Tufano (Adalgisa), Maria Scogna (Clotilde) e Saverio Bambi (Flavio). Sul podio dell'Orchestra Sinfonica «Tito Schipa» di Lecce salirà Niksa Bareza, direttore musicale della Filarmonica Schumann e del Teatro dell'Opera di Chemnitz, che ha ricevuto il prestigioso riconoscimento, «Le timbre de platine» della rivista «Opera International» per la realizzazione del cd con «Il Campiello» di Ermanno Wolf-Ferrari. Regista, scenografo e costumista sarà il veneziano Massimo Gasparon che, nel 1989, ha iniziato la collaborazione con Pier Luigi Pizzi come assistente scenografo e regista e torna a dirigere a Lecce a quattro anni dalla «Cenerentola» di Gioacchino Rossini.
«Marx a Lecce»: continua il viaggio dello «Spazio Sociale Zei» tra musica e teatro. Questa volta, in Corte dei Chiaramonte 2 a partire dalle 21, ad accogliere il pubblico, anche se per poco tempo, c'è lo spettacolo teatrale con Monica Corallo, nella parte di Jenny e Angelo Cardellicchio, nella parte di Karl Marx. Invece che nel quartiere di Londra dove viveva, per errore, è capitato nella nostra città. È tornato in terra per spiegare le sue ragioni. È malinconico e sarcastico, portato al ricordo e disincantato commentatore dei trionfi del capitalismo contemporaneo. È tornato soprattutto per porre una domanda: perché mai da più di un secolo tutti sentono il bisogno di ripetere che le sue idee sono morte? L'intento non è solo quello di illuminare il suo tempo e il posto che Marx vi occupava ma il nostro tempo e il posto che vi occupiamo noi. Angelo Cardellicchio e Monica Corallo si interessano di teatro da almeno trent'anni. Hanno partecipato ed organizzato spettacoli, generalmente impegnati, affrontando argomenti che vanno dal «problema» dell'omosessualità a quello delle donne in politica, da quello delle malattie rare (per cui le case farmaceutiche non hanno interessi a portare avanti la ricerca) al problema del razzismo. In tutte le date pugliesi di «Marx a Lecce» la gente è uscita dalla sala colpita ed addirittura commossa (strana cosa quando si parla di Marx, no?). Maggiori informazioni: www.myspace.com/zeilecce oppure www.zei.le.it.
Ancora nel capoluogo salentino, ogni giorno tanti appuntamenti con la rassegna «Itinerario Rosa». Per questa giornata, a partire dalle 10, presso la Sala Conferenze del Castello Carlo V, è stata programmata la proiezione del film «Racconti da Stoccolma» di Anders Nilsson, con un successivo dibattito sul film, a cura di UDI (Unione Donne in Italia). Sempre oggi, fino a sabato 28 marzo, presso la «Libreria Ergot» in Piazzetta Falconieri, dalle 18 alle 20,30, «esposizione di manufatti» realizzati dalle ragazze inserite nei programmi di recupero. L'evento è curato dalla Bottega del Mondo, in collaborazione con l' Associazione Pasquaro Onlus. Dalle 17,30, infine, presso il Castello Carlo V nella Sala Maria d'Enghien, viene inaugurata la mostra iconografica intitolata «Donne sacre e non solo», a cura della pittrice ed iconografa leccese Agata Rosanna Cappello. L'artista, partendo da un intenso lavoro di ricerca, recupera le costanti tematiche dell'iconografia classica e «scrive» le sue icone con l'abilità artistica, la profonda conoscenza del linguaggio religioso e del suo simbolismo e l'umiltà dell'iconografa, restando fedele ai canoni figurativi ed agli archetipi iconografici fissati dal Concilio dei Cento capitoli (Stoglav, Russia 1551). La scelta dei soggetti, l'esecuzione tecnica fedele e puntigliosa, il rispetto della dogmatica dei colori e del simbolismo, danno come risultato opere preziosa per l'equilibrio della composizione. Ogni opera, nella sua peculiarità, arricchita il più delle volte della luce dell'oro o dell'argento, contiene un'armonia che suscita nel visitatore quella sensazione che l'icona, nel suo spirito, vuole raggiungere: l'emozione di superare il materiale, andando oltre, mostrando con forme e colori i misteri di un mondo al di là della nostra vita sensibile. L'artista presenta inoltre opere di arte sacra, le quali, recuperando la finalità ultima dell'icona quale «immagine», intesa come «presenza», vogliono essere un'estensione nel tempo dei tempi iconografici rappresentati da artisti i quali, ispirandosi ai soggetti antichi, hanno celebrato Cristo, la Vergine e i Santi. Anche questa parte della mostra riserva risultati di insolita bellezza per l'esecuzione luminosa limpidezza del disegno ed armonica distribuzione dei colori. L'abilità dell'artista Cappello e la validità delle sue opere sta appunto in tutto questo. La mostra resta aperta tutti i giorni fino a martedì 7 aprile dalle 10,30 alle 12,30 e dalle 17 alle 19,30.
Infine, a Squinzano, l'Istanbul Cafè, a partire dalle 22,30, organizza le terza delle quattro serate per le selezioni leccesi del festival più famoso e seguito d'Italia. Dodici gruppi salentini, infatti, si sfidano alla conquista della finale regionale pugliese dell'«Italia Wave Love Festival». Il programma prosegue con l'esibizione di «Exentia», «P40», «Sunward» e «Gato de Marmo». Gli Exentia presentano un rock melodico con sonorità profonde. Un concetto musicale a due facce, da una parte i brani melodici carichi di armonie regalate dalla chitarra acustica, dall'altra brani scarni di pesanti soli ma energici e profondi, grazie all'intreccio melodico delle due chitarre elettriche con una variazione nella line up per la fuoriuscita di Fabio dalla band. Se gli si chiede che cosa fa, risponde che fa una «satira degli usi e costumi». P40 è molto di più di quello che racconta: ma è vero, è un cantattore, perché i suoi concerti sono anche dei numeri di cabaret. Generosissimo con il suo pubblico, oltre a dare, chiede anche un certo tipo di coinvolgimento. Dall'altro canto, qualsiasi cosa sia, di certo è un catalizzatore di energia umana, autentica, sincera. È un cantastorie, è un giullare, è un folletto e un folle, perché la sua arte è estrosa, sguaiata, improvvisata, assolutamente priva di regole e conquista perché è dolce e gentile. P40 è un poeta del quotidiano: umile, ironico, buffone. Sunward nascono nel 2000 con un potente sound emo-hardcore sound che richiama band come «Get up kids» e «Midtown». Durante gli ultimi tre anni, la band vira verso un post hardcore, sotto l'influenza di grandi mostri del punk come «Refused» e «At the drive-in». Attualmente il gruppo è al lavoro per la realizzazione di nuovo materiale. Gato de marmo, invece, è un'intenzione. Il bisogno di esprimersi attraverso un linguaggio originale e suggestivo porta alla composizione di una serie di pezzi, aventi come «fil rouge», il viaggio attraverso i cinque sensi. Ogni brano è in bilico fra atmosfere cupe e inquietudini math, fra dense nebbie shoegaze e ossessioni dub, fra scampanellii analogici ed emulsioni di elettrica ruvidità. La scelta esterofila nelle liriche combacia con la spiazzante musicalità ricercata nelle canzoni. Il risultato è un assalto di sensazioni contrastanti che, strattonandolo, invitano l'ascoltatore ad immergersi negli intrecci intessuti dagli strumenti. Maggiori info: www.myspace.com/istanbulcafe oppure visitare il sito www.italiawave.com.