Salento, appuntamenti per martedì 24 febbraio | Lecce, Gallipoli, Campi Salentina. I teatri del capoluogo e province ospitano gli eventi previsti per la nuova serata salentina. Gallipoli è la prossima tappa che ospita il nuovo tour per lo spettacolo dei record dell'amatissimo Massimo Ranieri. Nello specifico, è il palco del Teatro Italia alle 21 a lasciare spazio al suo ultimo spettacolo «Canto perché non so nuotare... da 40 anni». Ranieri canta, balla e recita, raccontando tappe emozionanti della sua vita. L'artista partenopeo, insomma, è più attivo che mai e lo si può ascoltare nei suoi brani più famosi e tanto amati dal pubblico, ma oltre a questo esegue per la prima volta alcune fra le più belle canzoni d'autore degli ultimi decenni.
In scena con Ranieri un'orchestra di tutte donne ed un corpo di ballo sempre completamente al femminile. Le coreografie sono di Franco Miseria arricchite dagli splendidi costumi di Giovanni Ciacci che rendono ogni brano un quadro a sé. Suo compagno di viaggio il piccolo Lele D'Angelo nei panni di un amico immaginario che sorprenderà gli spettatori con un numero di tip tap degno di Broadway. La regia è dello stesso Massimo Ranieri. Le prevendite sono aperte presso il botteghino del teatro che risponde al numero 0833.266940 e presso la Clinica dell'Accendino del capoluogo.
Al Teatro Paisiello di Lecce, prosegue con successo di pubblico il cartellone della stagione di prosa 2009. Il quinto appuntamento presenta, alle 21, «Venere e Adone» di William Shakespeare, in replica mercoledì 25, con uno spettacolo di Valter Malosti e le coreografie di Michela Lucenti. Con un poemetto erotico pastorale ha inizio il grande viaggio di Shakespeare nell'animo umano. Una poesia febbrile che racconta l'innamoramento totale ed il desiderio senza freni di Venere, dea dell'amore, per il giovane Adone, più sensibile ai riti della caccia che non a quelli della passione. Una storia capace di fondere passione e morte, desiderio e sangue, raccontata quasi in terza persona quando non è Venere a riempire di sé tutta la scena, ma Valter Malosti, regista ed interprete di questa straordinaria piece. La storia è ambientata a Londra nel 1593 quando la peste sta devastando la città ed i teatri sono chiusi. Shakespeare trova l'ispirazione e scrive un piccolo capolavoro in versi. Sarà per l'epoca un grandissimo successo, con numerose ristampe fino alla metà del secolo successivo, immancabile nei bordelli, quanto sotto il cuscino delle grandi signore aristocratiche e degli amatori. Venere e Adone sfugge a qualsiasi definizione: comico oppure tragico, leggero oppure profondo, un inno alla carne oppure un ammonimento contro la lussuria: il poemetto è un «mixtum» in cui tutti i termini di queste antitesi sono simultaneamente veri. Introducendo nella sua storia un conflitto erotico che nelle «Metamorfosi» di Ovidio non era presente, Shakespeare ha fatto qualcosa di più che produrre un sicuro effetto comico, anche se questo «di più» passa precisamente e innanzitutto attraverso la comicità.
Carro barocco, ma anche carrello cinematografico, che si muove all'interno di una scena astratta, ma piena di piccoli misteri, soprattutto luminosi. Venere è una dea/macchina, dea «ex machina» ma anche «sex machine», macchina barocca che tritura suoni e sputa parole. Una macchina di baci, una macchina schizofrenica di travestimento, una macchina di morte per l'oggetto del suo amore: Adone. E proprio da un improbabile «pas de deux» tra Venere e Adone prende spunto la partitura fisica dello spettacolo, tutta giocata su una minuscola e rischiosa pedana di ottanta centimetri quadri, base del carrello/macchina, da cui si può precipitare facilmente giù, metafora di una più abissale e misteriosa caduta. Adone ricorda il giovane dei sonetti, il che implica, naturalmente, che Venere ricordi Shakespeare. Il drammaturgo inglese scrive su commissione, durante la peste del 1593, per il suo giovanissimo patrono, l'efebico diciannovenne Henry Wriothesley, conte di Southampton, di cui è stato ritrovato, un paio di anni fa, un ritratto in abiti femminili. Il gioco delle identità entra così in un labirinto di specchi e si scivola in una progressiva promiscuità delle individualità. In scena, la dea/macchina/attore «en travesti», diventa anche «narratore» e voce di Adone, divorando tutte le identità narranti.
Al di là del gioco degli specchi, del travestimento, dell'amaro umorismo, il poemetto è un vertiginoso punto di partenza per una ricerca sulle variazioni, le declinazioni e le contraddizioni del tema «amore». Ma Venere e Adone è anche una sorta di operina musicale: il montaggio fonico attinge alle fonti acustiche più disparate, ai suoni della quotidianità sovrapposti a frequenze elettroniche e distorsioni, filtrando il tutto con musica elisabettiana e contemporanea. Musica come camera d'eco dei personaggi, come cartina di tornasole del loro spirito, musica che penetra dentro il testo, talvolta lo accarezza, più spesso entra in conflitto con esso per far schizzare scintille che ustionano ma anche illuminano. L'evento è prodotto da Teatro Dioniso, Fondazione Teatro Stabile di Torino e Residenza Multidisciplinare di Asti, e organizzato dal comune di Lecce, in collaborazione con il Teatro Pubblico Pugliese e diretta da Carla Guido. Il prezzo del biglietto per il singolo spettacolo è di 20 euro per la platea, 15 euro per il palco (ridotto 10) e 7,50 euro per il loggione. Le riduzioni per i biglietti saranno concesse esclusivamente per i palchi, ai ragazzi fino a 18 anni, agli studenti universitari ed alle persone di oltre 65 anni, ai possessori della carta dello studente «IoStudio» e dell'«Agiscard» (basic e famiglia). La prevendita dei biglietti si tiene presso il Castello Carlo V (via XXV Luglio, tel. 0832.246517) tutti i giorni dalle 9,30 alle 13 e dalle 16,30 alle 20. Il giorno della rappresentazione la chiusura della prevendita sarà alle 19. Il botteghino del Teatro Paisiello sarà aperto la sera di ogni spettacolo a partire dalle 19,30. Altre informazioni possono essere richieste ai numeri 0832.253791 e 800.215259 e sul sito www.comune.lecce.it.
Ancora a Lecce, nel Foyer del Teatro Politeama Greco alle 18,30, un incontro con il poeta Paolo Truzzi, autore di «Dal singolare al plurale», e il compositore Biagio Putignano. Il libro parte dalla ricerca di un linguaggio personale, dal logos che si avventura in modi di comunicare: dal semplice suono o grafema, passando dal greco a un pastiche dialettale, dal provenzale allo swahili, dagli sms alla lingua di Dante, senza la necessità di fermarsi. Il tutto è di confine, duro ma anche dolce, con una meta sempre da spostare. Paolo Truzzi è nato nel 1961 a Poggio Rusco, nell'Oltrepò mantovano, dove vive da sempre. Agricoltore e allevatore biologico, insegna anche materie letterarie. Nel 1997 ha pubblicato, per Guaraldi, il romanzo «Come una freccia nel suolo». Accanto alla scrittura, esplora i linguaggi della pittura, della fotografia, della musica. Introduce Dario Goffredo, con l'interpretazione dei brani musicali di Truzzi come voce recitante, Lucia Rizzello ai flauti, Paolo Ferulli al violoncello, Sviatlana Rynkova al pianoforte, Giuseppe Spedicati al fagotto.
Concerto live al Centro Fieristico di Campi Salentina, nel cuore della zona industriale all'ingresso da via Lecce. Alle 21,30 il via allo spettacolo con la cover band più famosa d'Italia, i «White Queen». Più che una tribute band, una vera e propria reincarnazione del grande Freddie Mercury e i membri del suo mitico gruppo, Brian May John Deacon e Roger Taylor. Aspetto fisico favorevole e grandi doti vocali permettono a Piero Venery, il Freddie Mercury originario di Manduria, di stupire, estasiare e trasportare il pubblico nel fantastico e surreale mondo degli indimenticabili Queen. Un repertorio completo, che attraversa gli anni e i diversi stati d'animo della mitica band inglese. Oltre alla musica e le parole, sul palco sono costantemente proiettate le immagini dei più importanti concerti dei Queen, insieme a balli scoppiettanti e le mosse sensuali e provocatorie di Piero/Freddie, che inebriano gli spettatori. La band nasce il 10 luglio del 2003, in un locale chiamato «Don Piccio», situato a Campomarino di Maruggio. I membri appartengono a Manduria, meglio conosciuta come la «Terra del Primitivo».
Il nome è stato ricavato da un brano dei Queen edito nel 1974, appunto «White Queen». Il loro è uno spettacolo ricco di musica, teatralità, trasformismo, cabaret e streap-tease. Unica in tutta Italia per la fedeltà con cui ogni componente riveste il suo corrispettivo idolo: cinque ragazzi che si catapultano negli anni più magici della musica, rivisitando i più grandi successi musicali e scenografici del gruppo. L'appuntamento, una vera e propria festa in maschera e non, è organizzato da «Kontatti servizi», consulenza-comunicazione-eventi di Campi Salentina, in collaborazione con l'assessorato alle politiche giovanili del comune della città, «Baccanera» vini del Salento, «Solazzo» costruzioni, «Pasticciotto Obama», «Pasticceria Cherì» e «Multiservice», servizi per l'ambiente. Per informazioni: 0832.793216, 347.1787131, 393.8655787 oppure cliccare sul sito internet www.kontatti.net.
Ancora a teatro e ancora a Lecce, dove il teatro Antoniano, alle 21, apre i battenti al suo pubblico con la compagnia salentina «Erasmus International Musical And Theatre» che porta in scena lo spettacolo in lingua originale «The Taming of the Shrew» («La bisbetica domata») di W. Shakespeare. L'esilarante commedia shakespeariana, pur fedele al testo originale, è ambientata nella Londra degli anni '60, fondando antico e moderno. Gli attori, tutti rigorosamente professionisti inglesi (Louise Lee, Jean-Paul Pfluger, Ellie Griffiths, Adam Lea, Ben Curtis, Alan Wadlan, James Hogg) mettono in scena uno spaccato di vita di quegli anni, affrontando temi come la second wave del femminismo inglese e le subculture dei mods e dei rockers che hanno caratterizzato la storia britannica degli anni ‘60. Un inedito adattamento della regista e coreografa inglese Claire Dunlop, per un appuntamento da non perdere. L'ingresso è gratuito. Maggiori info: 0832.202565.
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