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UFFICIO RECLAMI
CULTURA | Appuntamento alle 18,30 nella centralissima libreria gallipolina
«Colpi d'arco» di Francesco Del Prete.
Incontro con l'artista alla libreria Kube
[31/01/2009]


di Irene Palma


Salento, appuntamenti per domenica 1 febbraio | Lecce, Gallipoli, Zollino, Cardigliano, Sanarica, Cutrofiano. Una domenica salentina ricca di eventi imperdibili. A Gallipoli, in via di San Sebastiano (traversa Corso Roma) alle 18,30, «Kube Spazioletterario» presenta il 100esimo evento kube: «Corpi d'arco» di Francesco del Prete. È questo l'innovativo lavoro che segna il debutto discografico da solista di Del Prete, primo violino della «Grande Orchestra» della Notte della Taranta; quattordici tracce danno vita ad uno spettacolo innovativo, in cui il volino d&h a cinque corde francese, utilizzato in ogni passo dell'esibizione, è accompagnato da loop machine e pedaliera multi effetto, per scoprire tutte le inaspettate emozioni che un violino può regalare. Il cd, uscito ufficialmente a fine 2008, sta ottenendo i consensi della critica e del pubblico. E del resto Francesco, musicista salentino che più volte si è contraddistinto sulla scena musicale pugliese e italiana per l'originalità con cui affianca al violino, strumento di matrice tipicamente classica, tecnologie e linguaggi nuovi ed insoliti, sfida chiunque abbia voglia di confrontarsi con il mistero della sperimentazione, una realtà senza dubbio meritevole di attenzione e fiducia. Corpi d'Arco lascia trapelare non soltanto tecnica e virtuosismo ma anche curiosità, sensazioni. Indagarsi e trovarsi in un contesto così variegato che spazia dal jazz, all'etnico, al tango, alla musica d'autore non è sempre così naturale ma su Francesco Del Prete questo vestito sembra essere stato cucito su misura. È così che i colpi d'arco diventano corpi d'arco, ed un violinista di matrice classica si riscopre bassista, chitarrista, percussionista. Maggiori informazioni: 339.1221806.

 

A Lecce, i «Cantieri Teatrali Koreja» non smettono di stupire e soddisfare il suo pubblico. Per il quarto anno consecutivo, infatti, grande conferma per il doppio appuntamento domenicale delle 11 e delle 17,30, testimonianza della sempre crescente domanda culturale e dell'interesse che anno dopo anno, il giovane pubblico dimostra nei confronti del teatro. Giunto alla XIV edizione, torna il «Teatro in Tasca», con una nuova stagione teatrale interamente dedicata al pubblico dei più piccini e alle famiglie; in scena ancora una volta un progetto che mette al centro il mondo delle fiabe, la drammaturgia e i classici per bambini: «Nostra Pelle», a sostegno del progetto «Scream. Stop al Lavoro Minorile», per sostenere i diritti dei bambini attraverso l'educazione, l'arte e i media. Secondo stime recenti dell'Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO), circa 218 milioni di bambini sono coinvolti nel lavoro minorile, di questi circa 126 milioni sono nella fascia d'età tra 5-14 anni e svolgono lavori pericolosi. Nostra Pelle vuole essere un contributo per informare e sensibilizzare bambini e adolescenti sul fenomeno del lavoro minorile inserito nel quadro più ampio degli abusi sull'infanzia. Lo spettacolo custodisce una morale che vede bambine e bambini giocare il ruolo di chi resiste, costringendo ciascuno di noi a meditare sul nostro futuro, che, in quanto specie, dipenderà esattamente da quanto sapremo difendere, preservare, custodire e proteggere tutto ciò che è Nostra Pelle. Nostra Pelle è come il gioco di un bambino, ma va subito fuori rotta, perché qui si è prima del tempo, e probabilmente neanche sulla Terra. Questo è l'altrove dei bambini non nati, il luogo dove prima di venire al mondo, per un istante vengono a sapere il loro destino, per poi dimenticarlo. Un altrove privo di dolore, dove tutto si racconta con un piccolo sorriso, proprio come in un divertimento di bambino dove, anche se giochi alla guerra, alla fine buoni, cattivi, vivi e morti si rialzano e semplicemente vanno a fare merenda.

Con questa serenità i «bambini di Nostra Pelle» raccontano i loro destini, le umiliazioni e le violenze che sono destinati a subire. Ma anche i sogni, le speranze e le vittorie. Un susseguirsi di scene che diventa giro del mondo, tra Oriente e Occidente, senza più frontiere, senza freno alla scarnificante capacità degli adulti di approfittare di tutto, bimbi compresi, ovviamente. Su di loro uno sguardo speciale, quello di una donna eterna, una sorta di grande madre sopraterrena, che li osserva. Tutto sa e nulla può evitare. Può solo ascoltarli indistintamente senza preferenza, senza differenza, offrendo a tutti loro le stesse lacrime e lo stesso seno. Gli stessi autori, Francesco Niccolini e Fabrizio Cassanelli, hanno pensato che nel testo dovessero essere presentate storie difformi d'infanzie infrante e diversi piani di lettura che si potessero percorrere singolarmente o tutti insieme. L'importante era che, arrivati alla fine dello spettacolo, gli spettatori, fossero mossi a una riflessione che li spingesse ad agire. Oggi che lo spettacolo è compiuto, sembra di aver raggiunto il presupposto iniziale di una drammaturgia che hanno definito «civile». Nostra Pelle mira a sollecitare lo spettatore a un gioco di confronto con i propri comportamenti, incoraggiandolo all'analisi delle diversità, quali modalità, per comprendere meglio un fenomeno così articolato come quello dell'infanzia sfruttata nel mondo. Si è cercato di elaborare uno spettacolo che, oltre ad essere atto artistico, contenesse in sé un patto implicito, quello cioè di essere un supporto formativo e informativo, in grado di incidere sulla coscienza critica ma soprattutto di stimolare, nei giovani come negli adulti, emozioni forti su un fenomeno troppo spesso «invisibile» che coinvolge ormai ogni paese, ricco o povero che sia. Il progetto Scream - Nostra Pelle è nato dalla volontà dell'Organizzazione Internazionale del Lavoro (Ilo) all'interno del Programma Internazionale per l'Eliminazione del Lavoro Minorile (Ilo/Ipec), con il sostegno della Provincia di Pisa, della Regione Toscana, dell'Unicef, dell'Università di Pisa e con il concorso del Ministero per i Beni e le Attività Culturali (Mibac), Ministero della Pubblica Istruzione, Unione Province Italiane (Upi), Gruppo Abele, Fondazione Toscana Spettacolo, Ente Teatrale Italiano (Eti), sotto l'Alto Patronato del Presidente della Repubblica. La regia è di Fabrizio Cassanelli, con Letizia Pardi, Costanza Givone e Roberto Talso, musiche originali di Sergio Taglioni, scene e luci di Valerio Di Pasquale, con allestimenti a cura di Luigi Di Giorno. Il costo del biglietto è di 6 euro. Per maggiori informazioni: 0832.242000/0832.240752, dal lunedì al venerdì dalle 15,30 alle 18,30.

 

Alle 19 presso l'Auditorium di Zollino, il poeta, attore e regista romano Marcello Sam bati torna nella sua terra d'origine, per l'appuntamento promosso da «Astràgali Teatro», all'interno del progetto «Teatri Abitati». Si comincia con la conferenza-spettacolo dal titolo «Sul cammino dei passi brevi», serata dedicata all'omonimo libro di poesia di Sambati . Il volume, edito da «La Camera Verde», con le illustrazioni di Romano Sambati, è l'ultima preziosa creazione che va ad aggiungersi alle raccolte poetiche già pubblicate come «Carta dei respiri» ( 1996), «Prometheu, Flore e Faune Tuscania» (1998), «Tavolette Apule» (1998), «L'opera delle farfalle» (2000), «Danze Locuste» ( 2002). Versi brevi, sciolti, che racchiudono un mondo intero in un frammento, un frame intriso di molteplici esperienze visive, immaginifiche e sensoriali. La sua poesia, frammento di vita che racchiude un intero universo come un «haiku occidentale», è intrisa di esperienze molteplici, visive, immaginifiche e sensoriali dettate dall'infinita ricerca della parola essenziale, scevra di estenuanti ridondanze. Un colpo al cuore per il lettore, un'immersione atipica nell'altrove, nel non detto, nella parabola verticalizzante che conduce ad una assiomatica genuina e spontanea dell'essere umano, catapultato nella dignità della nascita, dell'esistenza, del dolore e della morte, al di là di ogni moralismo o definizione filosofica. Il tema centrale della raccolta è proprio la brevità della vita, dell'attimo che trascorre oltre ogni verità religiosa o matematico-scientifica ed il relativismo emozionale antropico che ne deriva si fa oggetto interiorizzato e poi rappresentato in effigi naturalistiche di grande intensità. L'impermanenza diventa l'unica certezza umana tradotta in una comunicazione azzerata che inizia invece al livello inconscio, eppure efficace, del silenzio. Il fenomeno è ciò che appare e contiene tutto, ma il poeta-profeta, insondabile visionario, non segue la direzione dell'apparenza e scrive parole non per comunicare a livello superficiale, come succede nella vita quotidiana zeppa di stereotipi e luoghi comuni, ma essenzialmente per non-dire. La poesia non si risolve nella parola consumata, destinata a svanire, ma cerca la saggezza emotiva del verso inconsueto, ineffabile; s'immerge così nel vortice sensazionale della coscienza sentimentale. La consapevolezza della morte, come evento naturale e quindi necessario, è il punto di partenza per il viaggio della vita, una vita che porta il peso della sofferenza e dello stesso corpo umano, quale materia destinata alla consunzione e poi alla leggerezza metafisica del nulla. I versi di Sambati si rivelano geroglifici poetici: svelano il legame archetipico e sacro che esiste tra la natura e il segno e poi tra il segno e il sentimento. Si respira la saggezza della visione orientale della vita, i versi misurano il distacco, per cui la caduta, tempo forte del ritmo (come le vette altisonanti di una montagna) e dell'esistenza, diventa sinonimo di abbandono nelle braccia del ciclo-spirale della durata. L'accettazione è l'unica direzione auspicabile per l'uomo. Tra i versi danzano le opere pittoriche del fratello, pittore e scultore, Romano Sambati: corpi femmina scolpiti a matita e creta, sferzati da improvvisi grumi d'ocra rossa che sgorgano fra una costola e l'altra. A stordire è sempre la delicatezza che siè materializzata in garze, o si è posata sulla carta come fosse stata soffiata dal caos alla perfezione di piumaggi-mandala. Tutto si fa musica in questo leggero annodo di parola-immagine, e si scopre un po' di verità di noi: non si sa com'è, ma ci si sente qualcosa di più. Per info:0832.306194.

 

A Sanarica, dalle 22 tutti al «Menhir Bar» dove i suoni di Marsiglia incontrano il Salento, per vivere una serata all'insegna della musica e della tradinnovazione. Il local tour di Sam Karpienia, che si è chiuso ieri al «Gemelli» di Maglie, ha avuto un grande successo, apprezzato da tutti i salentini che numerosi hanno partecipato alle serate organizzate dall'associazione «Soniboni», che da un anno lavora per la promozione e il management di progetti musicali legati alla tradinnovazione. Come ogni anno, l'associazione promuove una festa per ritrovare gli amici e i musicisti che vogliono condividere momenti di sano divertimento tra tradizione e innovazione. La festa si apre con l'aperitivo e prosegue con la cena salentina, per dare inizio ad un live tutto particolare. Il palco del Menhir apre le danze con Sam Karpienia che si accompagnerà con i suoi Daniel Gaglione e Mathieu Goust per condividere momenti di piena sperimentazione musicale. Si alterneranno sul palco per una partecipazione speciale alla serata Enza Pagliara, i Mascarimiri, gli Arsura, Manu Théron, Crifiu, Carlo «Canaglia» De Pascali, Anna Cinzia Villani e il cantautore P40. L'ingresso è libero. Per info: 339.4492300 oppure 348.0442053.

 

Presso lo stabilimento di benzina Api, sulla destra della strada che congiunge Taurisano a Miggiano, l'incontro è fissato alle 9, con il trekking previsto da «Avanguardie». Questa volta si è organizzato un viaggio lento, a piedi, alla ricerca delle piccole casette con tegole, della grande specchia silva e del piccolo menhir senza nome, di una necropoli medioevale e di tante pagghiare sparse che, viste a volo di uccello, trasformano l'area di Cardigliano, passando attraverso Specchia, Ruffano e Taurisano, in un vero villaggio diffuso. A Cardigliano svetta la prima pala eolica del Salento. E con grande intuizione qualcuno ha recuperato un villaggio operaio per farne oasi di relax e lussuoso spazio ospitalità. Quello che, invece, Avanguardie vuole proporre è un percorso tra boschetti relitti e ulivi secolari, senza particolari difficoltà, se non qualche modesto «fuori pista» che darà grandi soddisfazioni a tutti i camminatori attenti e curiosi, a chi ama fotografare, ascoltare, conoscere ed esplorare. Ulteriori informazioni al 347.9527701 oppure consultare il sito info@avanguardie.net.

 

A Cutrofiano, a partire dalle 22,30 il Jack'n Jill ospita, a grande richiesta la «Corrida», con il «Jack'n Jill Circus». Una serata tra musica e teatro, improponibile danza e letteratura. Il «Corrado salentino» chiamerà sul palco gli aspiranti artisti che saranno applauditi o fischiati dal pubblico. Una serata dedicata a chi vuole diventare famoso. La formula è sostanzialmente la stessa dello storico programma televisivo: i concorrenti hanno pochi minuti per esibirsi. Nella prima parte della sua esibizione il concorrente viene lasciato tranquillo, poi il pubblico è libero di esprimere il suo gradimento o di disapprovarne l'esibizione (fischiandolo, facendo rumori, ecc). Dopo le esibizioni di tutti i concorrenti vengono scelti i finalisti. Il più applaudito viene dichiarato vincitore. Si consiglia di giungere muniti di campanacci, fischietti, tric trac, piatti e trombette per accogliere al meglio i coraggiosi concorrenti. L'ingresso è gratuito. Per info e prenotazioni: 380.3286148.

 

L'EDITORIALE
Diretta in streaming con la radiocronaca della partita e la differita.
RETELUNA TV
CAMPIONATI ITALIANI
La redazione
La società di Franco Alemanno conquista 3 ori e 3 bronzi individuali.
QUASI IN B
La redazione
A pochi giorni dalla fine del campionato il Lecce lotta per la salvezza.
CRESCE L'ATTESA
di Giorgio Coluccia
Zampa: «Abbiamo ancora fame, vogliamo arrivare in serie B subito».
I FALCHI VOLANO
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La Dimcar Falchi Ugento vincono tre set. Ora secondi in classifica.
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Al team di Giannini basta un tempo per risolvere la pratica Benevento.
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