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UFFICIO RECLAMI
L'APPUNTAMENTO | Per raccontare un anno di produzione attraverso interviste e recensioni
«CoolClub» star delle «Officine Cantelmo».
La presentazione del calendario «Adc2008»
[28/12/2008]


di Irene Palma


Salento, appuntamenti per il 29 dicembre | Lecce, Martignano, Gallipoli, Tricase, Squinzano. Si comincia una nuova settimana, sempre con nuovi eventi, sempre nel Salento. A Lecce, le Officine Cantelmo a partire dalle 20, ospitano una serata dedicata a «Coolclub». Il programma della serata prende il via con la presentazione dell'«Adc2008», l'annuario della cultura salentina a cura della redazione di Coolclub, che sarà in edicola con «quiSalento» dal 1 gennaio. La pubblicazione, diretta da Osvaldo Piliego, coordinata da Pierpaolo Lala, Dario Quarta e Antonietta Rosato, ospita il meglio della cultura del Salento raccontata dai giornalisti di numerose testate pugliesi. Cento pagine a colori per raccontare un anno di produzione nella provincia di Lecce con uno sguardo attento alle migliori espressioni di Brindisi e Taranto attraverso interviste, recensioni, curiosità, racconti. Musica, letteratura, cinema, teatro, danza, arte per dipingere un quadro quanto più complesso possibile di un territorio in continuo movimento. «Il nostro territorio fa parlare di sé. Un po' più in là del Salento che va di moda ne esiste un altro che come un novello pirata naviga nel mare della rete e conquista i grandi porti. Ne è un esempio lampante «Il Genio», progetto musicale nato per gioco che, grazie al tam tam di internet, oggi è ovunque: in televisione, sui giornali, alla radio, nei negozi, in casa di migliaia di persone e soprattutto in casa di una major discografica come Universal», sottolinea nell'editoriale il direttore Osvaldo Piliego. «Lo stesso web che ha fatto nascere un disco bellissimo, quello del salentino «Populous» e del newyorkese «Short Stories» e che rende questo sud luogo «così lontano e così vicino». Ancora musica che va lontana è il pop dei «Superpartner» che arriva fino in Giappone, «Congorock» che riempie le discoteche d'Europa e d'America, e quella nazional popolare dei «Negramaro», unica band della storia capace di riempire lo stadio di San Siro a Milano». Nella sezione libri, l'apertura è dedicata allo scrittore di Salice Salentino Nino G. D'Attis, che ha pubblicato «Mostri per le masse», suo secondo romanzo sempre per Marsilio, editrice anche del conterraneo Livio Romano. Spazio anche a Omar Di Monopoli, Mario Desiati, Cosimo Argentina, Tony Sozzo, Luisa Ruggio, Armando Tango e molti altri. Tra i film ampio spazio a Donatella Finocchiaro e Claudio Santamaria, protagonisti rispettivamente dei «Galantuomini» di Edoardo Winspeare e «Fine Pena Mai» di Davide Barletti e Lorenzo Conte. Nel cinema vengono segnalate numerose produzioni indipendenti che hanno animato il 2008 e si traccia un primo bilancio del lavoro svolto dall'Apulia film commission. Nel teatro, l'annuario ha voluto raccontare le nuove esperienze nate in questi ultimi anni (Principio Attivo, Induma, Asfalto) che affiancano le realtà storiche del territorio (Astragali, Koreja). Due le novità principali di questa seconda edizione: lo spazio, ancora piccolo, dato alla danza e all'arte. Infine oltre alle produzioni, ogni sezione si conclude, infatti, con un calendario degli eventi più significativi che hanno caratterizzato il 2008. A seguire, con l'ingresso di soli 5 euro, sul palco salirà Beatrice Antolini. Ha iniziato con le tastiere, per poi andare a sperimentare con qualunque cosa possa emettere un suono. Si iscrive al Conservatorio, partecipa a concorsi internazionali di musica classica ma nel contempo non disdegna di suonare basso e batteria in gruppi locali dark e industrial. Dopo essersi diplomata nel 2002 come attrice nella scuola Teatro Colli di Bologna e aver scritto le musiche per lo spettacolo finale e altri spettacoli della compagnia, decide di registrare una manciata di canzoni che costituiranno la base di «Big Saloon», album pubblicato nel 2006 dall'etichetta Madcap Collective con ottimi risultati di critica e pubblico. Con «Big Saloon» ristampato e distribuito da Pippola/ Audioglobe, Beatrice e la sua band si imbarcano in un lungo tour su e giù per la penisola che li afferma come una delle più eccitanti esperienze live italiane. Sempre nel 2006, Beatrice collabora con Marco Fasolo dei Jennifer Gentle (la prima band italiana a firmare per Sub Pop, l'etichetta di Nirvana e Soundgarden) in un pezzo del loro nuovo album «The Midnight Room». Nel 2007 partecipa come ospite ai nuovi lavori di Baustelle (Warner Music) e Bugo (Universal) e compone le musiche per lo spettacolo «Favolose Principesse» della scrittrice Silvia Roncaglia. Ad ottobre è uscito «A due», il suo secondo disco pubblicato da Urtovox. Chiudono il sipario selezioni musicali tra rock, punk, lounge, soul, '60, '70 e '80 con i dj di Coolclub. Per maggiori info: www.coolclub.it.

 

A Martignano, dalle 10 presso il Parco culturale Palmieri, ultimo appuntamento con il progetto/spettacolo «Il tamburo che danza dal Mediterraneo al Salento». Tre giorni di studio, ricerca, musica e danza, con seminari, mostre, convegni e concerti/spettacoli sul tema del tamburo, tutto organizzato dall'associazione Arakne Mediterranea con il patrocinio della Regione Puglia, assessorato al Mediterraneo, Pace e Attività culturali, Settore Attività Culturali, in collaborazione con il Parco Turistico Culturale Palmieri ed il Comune di Martignano. Il progetto punta a ricostruire il processo storico di uno strumento secolare che ha accompagnato i riti e le danze dei popoli abitanti il bacino del Mediterraneo e dell'intera «Regione Ionico-Salentina e Pugliese». Questo secondo appuntamento parte con un seminario teorico - pratico sui tamburi a cornice (tamburelli e tammorre) e del Bacino del Mediterraneo (Tar e bendhir), a cura di Vito De Lorenzi. Dalle 15 si svolge il seminario teorico - pratico sulle «Tarantelle Pizziche» e due incontri musicali si aprono alle 17.30 nella Parrocchia Santa Maria dei Martiri, con i cantori di Martignano in «La Strina di Natale» e il duo Giulio Bianco e Luigi Giannuzzi in «Tra tamburi e zampogne». Più tardi, alle 21.30, protagonista è ancora la musica che chiude la serata con la presentazione del cd «Sebben che siamo donne» di Triace. Tre voci che s'incontrano, che dialogano, che s'inseguono attraverso un linguaggio comune la musica. Emanuela Gabrieli, Alessia Tondo e Carla Petrachi coniugando le personali esperienze musicali, utilizzano le voci come «strumento», come armonia, la voce che risuona nei corpi, scoprendone le sonorità più sorprendenti. Il flauto di Giorgia Santoro, le chitarre di Adolfo La Volpe e le percussioni di Vito De Lorenzi creano un contrasto sonoro con la matrice popolare delle voci, con improvvisazioni di natura jazzistica. La musica popolare, attraverso il progetto Triace si apre a nuove ricerche sonore, alla scoperta di nuove e suggestive atmosfere. Triace, è la simbiosi tra la vocalità tradizionale salentina e i suoni più contemporanei, gli strumenti ricercano continuamente insieme alle voci. Lo spettacolo si propone sul filo dell'emozione trascinando il pubblico in un mondo ricco di sonorità e di ritmi avvolgenti. Strofette popolari nate tra il 1900 e il 1914 ed entrate stabilmente nel repertorio delle mondine. «Sebben che siamo donne» è la prima canzone di lotta proletaria al femminile, è una significativa testimonianza dell'evoluzione politica della donna lavoratrice. Da questo parte il progetto Triace e ripercorre i canti popolari dal Salento alle Mondine. Solo geograficamente distante ma sia le «Tabacchine» sia le «Mondine» sono donne che da sempre hanno lavorato nei campi, nelle monde, per offrire la loro manodopera e che dopo una lunga e faticosa giornata lavorativa tornano a casa a fare le mogli e le madri. Per informazioni si possono contattare gli uffici del Parco Turistico Culturale Palmieri, siti a Palazzo Palmieri a Martignano, ai numeri 0832.821827 - 392.3309993 oppure all'indirizzo e-mail: info@parcopalmieri.it.

 

A Gallipoli, continua l'appuntamento fino all'11 gennaio, tutti i giorni dalle 16 alle 20, con «Arteinsieme», grande collettiva di fine anno, organizzata da «La Casa degli Artisti» della città. Si esibiscono numerosi artisti, italiani e stranieri, maestri già affermati e giovani promesse, tutti accomunati da un'unica ardente passione e dalla voglia di confrontarsi, conoscersi ed arricchirsi di nuove esperienze, con umiltà i grandi e con deferenza gli emergenti. Appartenenti a differenti movimenti artistici, espongono nella grande casa-museo alcune delle loro opere riguardanti il tema «I Ricordi». L'argomento proposto ha suscitato grande interesse in tutti i partecipanti e, ciascuno nel suo stile, ha voluto contribuire a questo coinvolgente dibattito: Sebastiano Altomare, Romina Berto, Pino Bosco, Giuseppe Cascella, Pino Conestabile, Letterio Consiglio, Fabio Curto, Angelo De Boni, Giorgio De Cesario, Massimo De Luca, Bice Ferraresi, Eugenio Giustizieri, Raffaele Iannone, Salvatore Pepe, Max Hamlet Sauvage, per citare i migliori. Perché i ricordi costituiscono la trama della nostra esistenza e delle nostre esperienze private, fanno da supporto alla nostra mente creando la nostra storia privata e una specie di internet individuale alla quale siamo sempre collegati e dalla quale di continuo attingiamo informazioni senza rendercene conto. È questa la chiave di lettura di tutte le opere esposte e il punto di partenza per una corretta interpretazione dei percorsi artistici rappresentati, siano essi minimali, materici, surrealisti o semplicemente figurativi. In questa terza edizione,«Arteinsieme» cerca di congiungere artisti giovani e meno giovani, emergenti ed affermati con intenzioni e possibilità espressive apparentemente opposte: da un lato il culto della forma nel suo valore assoluto e quasi magico, dall'altro l'esaltazione dell'attualità. In tale contenitore l'arte non si perderà, e tanto meno potrà salvarsi, in un al di là del tempo e dello spazio, non cercherà un'assoluzione o una via di scampo. Contribuirà, invece, alla formazione di un fare artistico del tutto nuovo. Una creatività poliforme, multietnica e multiculturale che prelude al prossimo futuro, al suo occultamento, alla sua invisibilità. Un gioco sapiente che piacerà molto allo spettatore, curioso di scoprire che cosa è successo e si è consumato, con acutezza straziante, in una visione del mondo e della vita che resta un enigma. L'evento è stato curato da Massimo De Luca, Eugenio Giustizieri e Maria Cristina Maritati ed è stato dedicato in particolare agli artisti Salvatore Pepe e Giorgio De Cesario, reduci entrambi dai successi della Biennale di Venezia, il primo nella manifestazione «Camera 312, promemoria per Pierre», il secondo nell'evento «13 X 17-Padiglione Italia» a cura di Philippe D'Averio. L'ingresso è libero e gratuito. Per maggiori informazioni: 0833/261865.

 

Ancora nel capoluogo salentino, dalle 22 nello Spazio Sociale Zei, tornano, dopo tre anni, i «Leitmotiv», per presentare il loro nuovo album: «L'audace bianco sporca il resto», in veste acustica. La formazione attuale, composta da Giorgio Consoli (voce), Pierluigi Dimaggio (chitarra), Dino Semeraro (batteria), Giovanni Sileno (chitarra, piano) e Giuseppe Soloperto (basso), si è costituita nell'estate 2001, ma il nucleo è nato qualche anno prima nella provincia di Taranto. Musicalmente, i primi riferimenti sono stati la scena americana di «Seattle» e le classiche rock band degli anni '70; tuttavia, ben presto i gusti si diversificarono notevolmente, affiancando e turbando questa radice con sempre nuove influenze sonore, provenienti dal passato e da un presente in formazione, come rock italiano, francese, cantautori italiani, americani e sudamericani, fermenti elettronici e ritorni acustici. Un gruppo di tarda nascita e combattuta crescita: ogni componente, infatti, ha seguito e segue un suo percorso personale, di studi o lavorativo parallelo e completamente diverso (geograficamente e mentalmente); tra universitari, saltimbanchi, ingegneri microelettronici, impiegati, attori, «vendi-collanine-alla-Sapienza» e mille altre differenze tra e dentro le stesse persone, i «Leitmotiv» si sono sempre dimostrati capaci di raccogliere, nelle (poche) settimane di vacanze in comune, tutta l'energia necessaria a sostenere e perseguire la volontà di suonare. Proprio questo è il tema principe, su tanti altri: suonare. Nonostante un così breve tempo di «lavoro», il gruppo vanta numerose esperienze live tutt'altro che secondario tra gli obiettivi artistici e d'appagamento personale , esibendo ogni volta un notevole impatto sul pubblico. Il risultato è un piccolo capolavoro: «L'audace bianco sporca il resto» è caos puro e semplice, disordine stilistico e tematico, linguistico e grafico. Confusione che dilaga e penetra ogni singolo parametro, dotato della varietà del Beck di «Mellow Gold», polemico quanto un album de «Le Luci Della Centrale Elettrica» ed emozionante in un suo modo del tutto particolare. Basti sapere che solo nelle prime tre canzoni si passa con sfacciata naturalezza da italiano a inglese e francese, da parlato a cantato, da delicato folk a rock duro e rap alla Caparezza. Non manca nemmeno un vago accenno al madrigale polifonico. Anche le altre tracce sono un continuo sviare le aspettative, un lungo gioco di richiami e rimandi in cui le lingue sono sfruttate dal punto di vista della sonorità più che del linguaggio vero e proprio. Il tutto è tenuto magistralmente insieme da un sottofondo di feroce malinconia, che sembra essere l'unico vero filo conduttore del disco, un eco appena percepibile che regge tuttavia l'intera opera. E proprio qui, dove si tenne uno dei loro concerti di debutto, nella cornice della rassegna «Conversazioni Sonore», verrà dedicato uno spazio di discussione del pubblico con i cinque musicisti sulla musica dal «di dentro».

 

A Tricase, sul palco dell'«Heineken Green Stage» a partire dalle 22, si rivive il mito dei Doors con i «Morrison Hotel». La band nasce come progetto tributo a uno dei gruppi che ha rivoluzionato come altri, ma in maniera forse più profonda, in quei mitici anni Sessanta-Settanta la storia della musica, sopratutto nella figura leggendaria di Jim Morrison. «Morrison Hotel» è un album dei «The Doors», pubblicato come disco in vinile nel febbraio del 1970, prodotto da Paul A. Rothchild. L'album segna il ritorno del gruppo statunitense verso atmosfere più hard rock e blues. Nonostante non abbia avuto singoli di particolare successo, ebbe un buon impatto su quasi tutta la schiera di fan. Infatti sul disco viene data molta più importanza alla musica ed agli arrangiamenti, piuttosto che ai testi, cosa che ai fan della prima ora non andò giù, essendo questo una sorta di «tradimento» da parte del gruppo che loro avevano incarnato come pilastro della musica ribelle. Gli effetti di questa cura negli arrangiamenti si sentono soprattutto sul pezzo «Roadhouse Blues», mentre il misticismo è la base di pezzi come «Waiting for the Sun», «Queen of the Highway», e «Indian Summer». «Ship of Fools» e «Land Ho!» trovano il perfetto bilanciamento tra gli arrangiamenti più rock e la veste narrativa dei testi. «Peace Frog», invece, è la canzone più politica e controversa dell'album e documenta l'agitazione statunitense della fine degli anni Sessanta. «Blue Sunday» è una ballata riposante, mentre «The Spy» è un lento blues che indica già la direzione che avrà il successivo album «L.A. Woman». L'album raggiunse la posizione numero 4 nella classifica Billboard mentre il singolo «You Make Me Real / Roadhouse Blues» raggiunse la posizione numero 50 in quella dei singoli; grazie alle buone vendite dell'album, i Doors si aggiudicarono il quinto disco d'oro consecutivo che poi divenne di platino. Proprio da ciò parte la band pugliese, riproducendo i suoni vintage molto ricercati con un tocco più rock. Sul palco Luigi Cataldi (batteria), Fabio Lecci (voce), Pippo Fiorentino (chitarra) Gabriele Saracino (organo). L'ingresso è gratuito. Maggiori informazioni allo 340.05.55.142.

 

A Squinzano, dalle 22,30 presso l'Istanbul Café, una serata all'insegna delle ruvide sonorità di Suburban Noise, Sunward e Uapp. Il trio leccese propone hardcore melodico cantato in inglese, talvolta con alcune interessanti sfumature vicine al blues e cambi di ritmo, e dimostra anche di saper creare atmosfere tranquille con passaggi strumentali semplici ma non banali. I Sunward, invece, nascono nel 2000 come band Emo Hardcore, mischiando l'hardcore californiano al punk più emo dei Get up kids, dei Midtown e degli Undeclinable, come si può ascoltare nel primo demo «After all» del 2003. Con il passare del tempo e grazie anche ad alcuni cambi di formazione, il gruppo cambia ascolti e si sposta verso una linea più post hardcore; questo cambiamento si può già notare nel secondo demo «While the sun burns» del 2005, dove in soli tre pezzi si sentono le influenze di bands come At the drive-in, Rufused e Thursday. Le armonie allegre e mielose del primo demo lasciano spazio a momenti più introspettivi e malinconici che si alternano a parti più rabbiose. Le ritmiche del secondo demo sono più sincopate e le melodie delle voci vengono accompagnate da screams. Chiudono la serata, a cuore duro, gli Uapp. Nascono nel 2007 per resistere alle intemperie della musica house, all'ignoranza dello stile pseudo-napoletano, alle interferenze dei disc jockey, alla saccenza di certa musica jazz. Gli Uapp se ne fregano di tutte le mode e propongono un triplo salto mortale all'indietro, riesumando rock italiano come non lo avevate mai sentito; mandano a morte la banalità della musica razionale premendo a fondo sull'acceleratore per schiantarsi forte contro il pubblico più resistente. Ulteriori informazioni: 320.9794012.

 

L'EDITORIALE
Diretta in streaming con la radiocronaca della partita e la differita.
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La società di Franco Alemanno conquista 3 ori e 3 bronzi individuali.
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