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UFFICIO RECLAMI
L'APPUNTAMENTO | Alle 21,30 al Fondo Verri, a Lecce, per capire cos'è la «tradinnovazione»
«Mascarimirì», una storia lunga dieci anni.
Vita vissuta, raccontata con un film
[20/12/2008]


di Irene Palma


Salento, appuntamenti per domenica 21 dicembre | Lecce. Nel capoluogo gli eventi che animano la domenica salentina. A Lecce, dalle 21,30 al Fondo Verri, c'è «Mascarimirì» con il film «Dieci anni. La storia». Che cosa vorrà mai dire «tradinnovazione»? Ascoltando i «Mascarimirì» forse si riesce a dare una prima risposta. Claudio Giagnotti da Muro Leccese, da tutti conosciuto semplicemente come «Cavallo», è uno dei più impetuosi interpreti della musica tradizionale salentina. La sua storia inizia da molto lontano. Nei primi anni '90 fonda, insieme ad una banda di «ragazzacci», i «Terra de Menzu». Ragazzi di Muro Leccese, stregati dai racconti del fotografo Fernando Bevilacqua, che si avvicinano al mondo della musica e della cultura tradizionale suonando e realizzando una fanzine. Cavallo però è un nomade nel sangue, è un avventuriero della musica, è un viaggiatore e decide, dopo aver fondato i «Mascarimirì», di andare alla ricerca di nuove sonorità. Sbarca a Napoli, in Occitania, a Marsiglia e inizia a scambiare musica con importanti musicisti come Daniele Sepe, Lou Dalfin, Massillia Sound System, Dupain. Costruisce un asse Salento-Occitania che non è solo musicale. Dopo dieci anni Cavallo ha sentito l'esigenza di raccontare la sua storia e lo fa attraverso un documentario, un dvd ben curato, che ha molti pregi e qualche difetto. Il dvd è diviso in due parti distinte, due facce della stessa medaglia sonora. Nella prima parte Cavallo parte dalla sua casa di Muro, dalla macelleria dei suoi zii, dai suoi amici di sempre, musicisti o ex musicisti, accompagnatori e costruttori di tamburelli. Qui il racconto passa attraverso l'uso del dialetto e una costruzione a tratti ironica, se non addirittura comica. Grande protagonista Mario Marsella, vecchio musicista che racconta la sua esperienza con le tarantante e i tarantati. Dopo questa lunga introduzione sul Salento parte il viaggio che riporta Cavallo e i «Mascarimirì» a incontrare gli amici che lo hanno affiancato in dieci anni di carriera. Da Molfetta, con De Gennaro e poi a Napoli con un ispirato Daniele Sepe, e poi le valli occitane dei Lou Seriol e Lou Dalfin e poi ancora Nizza e Marsiglia. Il racconto si alterna alla musica, le attestazioni di stima nei confronti dei salentini si mischiano a riflessioni generali sulle musiche, sulle lingue, sull'uso dei dialetti e degli strumenti. Il ritmo si fa più serrato e la lentezza delle nostre terre lascia il passo, simbolicamente, a velocità diverse. Cambia la luce, cambia lo scenario. Un occhio indigeno, forse, gradisce maggiormente questa seconda fase del documentario dove si apprende la novità portata da Cavallo nello scenario della musica tradizionale. Ecco che la tradinnovazione diventa realtà, che quei suoni duri iniziano a essere compresi. Molti si chiederanno, a cosa serve un documentario per raccontare la storia di un gruppo. Sicuramente a fare chiarezza sul suo percorso ma anche a raccontare una stagione musicale e culturale con gli occhi di chi ci guarda da lontano. Il coraggio non manca a Cavallo e al suo gruppo (in costante variazione di formazione), un coraggio che traspare dalle immagini. L'iniziativa è promossa dalla Regione Puglia, assessorato al Mediterraneo in collaborazione con l'associazione Presìdi del libro. Maggiori informazioni si potranno avere chiamando lo 0832.304522.


E ancora a Lecce, a partire dalle 20,45, attesissima la «Gypsy Night» promossa dai Cantieri Koreja nell'ambito del progetto «Scena Nomade», con il sostegno della Regione Puglia e Assessorato al Mediterraneo. La serata si apre con la proiezione del video «Opera Rom» di Nico Garrone. Giornalista e critico di Repubblica, Garrone ha seguito da vicino il progetto «Scena Nomade», documentando le attività di laboratorio e lo spettacolo finale tratto da «L'Opera del Mendicante» di John Gay per la regia di Salvatore Tramacere, con la partecipazione di un gruppo di giovani attori rom e giovani attori del Centro Culturale di Smederevo (Serbia). Dopo la partecipazione nel 2007 al prestigioso festival Bitef di Belgrado, lo spettacolo ha realizzato una breve tournèe nel 2008 nelle città di Subotica, Šabac e Belgrado. Nato con l'obiettivo di documentare un modello di intervento culturale in contesti di marginalità sociale nella convinzione che il teatro possa essere luogo dove le distanze si accorciano e le diversità si scambiano, il video testimonia un vero scambio di culture e pratiche, una condivisione di poetiche e di lavoro artistico. E la domenica dei Cantieri prosegue fino a mezzanotte con le musiche gypsy del Dj Gaetano Fabri. Appassionato di jazz, musicista e percussionista belga, Dj Gaetano Fabri diffonde la musica gypsy nelle scene europee fondendo la cultura «clubbing» alla musica tradizionale e trasformando il gitano in tendenza, senza perdere le origini di musica suonata per secoli dai popoli Rom. Conosciuto con il nome di Dj Gaetan Decadance, dal 1991 gira l'Europa nel circuito tecno-house di Belgio e Francia con le sue serate Decadance, raves acid-house. I suoi dj set sono deliranti, slegati da ogni barriera musicale, contaminati da ritmi brasiliani, jazz, funk e disco. Gaetan Decadance risulta tra gli organizzatori di eventi come «Good groove», «Noche ibisenca», «Decadance around the globe», «Sphere», e altri. Nel 1992 crea la sua prima etichetta «Sphere records» con la complicità di Louis Pirson, suo collaboratore dagli esordi. All'inizio del 2000 consacra il suo lavoro alla musica del mondo e si innamora della cultura gypsy, delle fanfare balcaniche, della musica klezmer e di quella russa. In occasione dell'uscita della prima delle compilation «Electric Gypsyland», registra il pezzo «Siki siki baba». A partire da questo remix della «Kočani Orkestar», senza dubbio la più incredibile fanfara macedone di fine secolo, Gaetano diventa protagonista di serate interamente dedicate alla cultura dei Balcani nelle maggiori città europee (Parigi, Bruxelles, Barcellona); dal 2005 diviene il dj resident al «Divan du Monde» di Parigi ed è proprio in questo leggendario teatro parigino che incontra Dj Tagada e Dj Click con il quale collabora a un progetto di esplorazione delle radici della musica gitana. «Gli artisti gitani sembrano tutti apprezzare i remix» afferma Gaetano riferendosi al suo ultimo lavoro. «La gente ricorda la musica gitana sin dall'infanzia ed in maniera inconscia la ascolta in film e pubblicità. È questa la gioia di sentirla rivivere». Oggi Gaetano gira l'Europa con i suoi colleghi, protagonista di notti scatenate al ritmo dei suoi remix che coniugano l'amore per i club e i ricchi suoni dei paesi dell'est, in particolare «Taraf de Haidouks», «Romashka», «Kal» (Serbia), «Fanfare Ciocarlia» (Romania), «Dj Click» (Francia), «Beltuner» (Francia), «Balkan Beat Box» (Israele, U.S.A.), «Eastenders» (Germania), «Kočani Orkestar» (Macedonia, Turchia), «Parno graszt» (Ungheria), «Amaparanoia» (Spagna, Messico), «Va Fanfahre» (Belgio), «Mahala rai Banda» (Romania), «Katan» (Ungheria). L'ingresso è gratuito con prenotazione obbligatoria. Ulteriori informazioni allo 0832.242000 oppure 0832.240752.


A Lecce si apre alle 19,30 presso gli ex Magazzini Upim, la prima rassegna d'arte contemporanea dal titolo «MateriaMente». Una rassegna periodica nel cui ambito si svolgerà anche il mese della creatività salentina, kermesse di incontri e mostre organizzati all'interno della città, con il preciso intento di creare un appuntamento fisso caratteristico e caratterizzante di Lecce, città d'arte, tale ormai di nome e di fatto; un evento che confluisce nel fiume di incontri alla Biennale del Salento, che si propone di essere un futuro contenitore di idee e artisti locali, nazionali ed internazionali, creando così un connubio di fantasia e creatività. Il titolo della rassegna sta per frammenti, volti senza volto, lesioni, abrasioni, cemento e pietra che si mischiano a tecniche e materiali antichi, a visioni moderne e futuristiche con ordine e ritmo, raccontando ognuno la propria interiorità, passando da grandi formati a piccole dimensioni, riuscendo tuttavia a definire il proprio racconto con eguale e intensa armonia. La mostra è stata chiesta e fortemente voluta da Vittorio Tapparini (pittore) e Fernando Perrone (scultore) per nome e per conto di circa altri 25 artisti salentini che vi parteciperanno, ed hanno avuto il ruolo di organizzare e coordinare con grande passione la buona riuscita dell'evento. L'impegno fisico e lo sforzo titanico, per spirito e dimensione della rassegna, compiuto dagli artisti nel manifestare tutti insieme in un'opera pubblica non avendo nessuno di loro un ruolo di governo e non potendo decidere in prima persona la realizzazione del progetto, hanno percorso una strada istituzionale trovando nella senatrice Adriana Poli Bortone una donna, prima che un politico, che ha dato fiducia alle loro richieste, senza rimanere insensibile alla passione di chi vuole riportare la pittura e le grandi sculture in un luogo pubblico; un viaggio ricco di storia e di ricordi dove ognuno di noi ha vissuto la propria infanzia, dove però gli artisti non toccano mai temi evocativi ma pensano ad un viaggio fuori dal tempo in un epopea senza storia che diventa realtà, epopea della memoria in un'altra dimensione della vita. In vetrina le opere di Vittorio Tapparini, Fernando Perrone, Maria Bellocci, Roberto Borelli, Ornella Durini, Adriano D'Ostuni, Angelica Dragone, Mina D'Elia, Mario Catalano, Marina Martucci, Bruno Maggio, Antonio Miglietta, Gemma Palami, Mario Pellegrino, Antonio Pezzato, Aldo Muscagiuri, Fabrizia Mangia, Massimo Quarta, Sandro Greco, Monica Righi, Salvatore Sava, Massimo Tamborrino, Giovanni Corallo, Alessandra Tana ed Emilia Ruggiero. Si consolida e confluisce così l'impegno del vicesindaco e assessore alla Cultura, dando il via alla prima rassegna d'arte contemporanea ed al piano di valorizzazione delle identità locali e delle eccellenze in campo artistico, che porterà la città di Lecce ad essere inevitabilmente una delle realtà italiane ed europee più importanti dal punto di vista artistico, ricca del suo patrimonio storico e del forte slancio di vitalità nelle ricerche extra pittoriche tipiche delle avanguardie. La mostra sarà aperta dalle 17 alle 21 fino a martedì 6 gennaio 2009. L'ingresso è gratuito.


A Lecce, il Restaurant e Lounge Bar Kyrios, intanto, rinnova l'appuntamento ormai fisso con l'aperitivo della domenica. Dalle 18 fino alle 22, sarà possibile lasciarsi sedurre dai gustosi stuzzichini e dai fantasiosi cocktail di Kyrios, ascoltando le selezioni musicali del dj Maurizio Macrì. Le sorprese continueranno con l'angolo food & design, con il body painting sui corpi di bellissime modelle e con le sensuali movenze delle danzatrici del ventre. A chiudere il ricco menù domenicale del locale di Andrea Maio, la sfilata dei capi pret-à-porter della Stefanel di Lecce. Grande successo per la presentazione in anteprima del calendario fashion food di Kyrios per il 2009, avvenuta durante il party-evento di giovedì. Le dodici splendide foto, ideate e prodotte dall'agenzia di comunicazione Bamakò e realizzate dal fotografo Antonio Manzone, sono state molto apprezzate dai numerosi intervenuti alla serata, che aveva come tema l'educazione al bere e al mangiare in modo corretto. Il calendario potrà essere ritirato a partire dal 24 dicembre presso il Kyrios non solo presentando il coupon che è stato distribuito durante il party ma anche a chi vi si recherà per tutto il periodo delle feste. Per maggiori info e prenotazioni: 0832.344972.

L'EDITORIALE
Diretta in streaming con la radiocronaca della partita e la differita.
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La società di Franco Alemanno conquista 3 ori e 3 bronzi individuali.
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La redazione
A pochi giorni dalla fine del campionato il Lecce lotta per la salvezza.
CRESCE L'ATTESA
di Giorgio Coluccia
Zampa: «Abbiamo ancora fame, vogliamo arrivare in serie B subito».
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