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UFFICIO RECLAMI
STORIA | Destinatari sono gli studenti degli istituti di istruzione secondaria superiore
A Copertino, per discutere del Sessantotto.
Chissà se fu «una stagione formidabile»
[15/12/2008]


di Irene Palma


Salento, appuntamenti per martedì 16 dicembre | Copertino, Tiggiano, Otranto. Tanti eventi per questo martedì nel Salento. A Copertino, inizia alle 17 nella splendida Sala Angioina del Castello della città, il convegno dal tema «Il '68: una stagione formidabile?», evento promosso da Città di Copertino, Union 3 e Università del Salento in collaborazione con altri enti ed associazioni. Autorevoli gli ospiti, che nelle loro ultime fatiche letterarie hanno affrontato proprio questo genere di tematiche: dal professor Fabio Minazzi, ordinario di Filosofia teoretica nell'Università del Salento, allo storico Sergio Dalmasso, da Mario Capanna, già leader del movimento studentesco ed ora Presidente del Consiglio dei Diritti Genetici, a Hugo Fernandez de Castro, docente nell'Università di Città del Messico. Un convegno a più voci, per rivisitare, a quaranta anni di distanza, il Sessantotto, di cui tanto si è parlato e scritto ora in termini celebrativi e polemici ora con la prospettiva di storicizzarlo, utilizzando gli strumenti della testimonianza, della documentazione, della riflessione e del dibattito. L'obiettivo, tenendo nella dovuta considerazione i notevoli mutamenti del clima sociale e dell'atmosfera culturale intervenuti nel frattempo, è creare una rete di discussione e d'azione, partendo «dal basso» e dall'amara constatazione che, in ogni contesto, il deficit di partecipazione ed il tasso di conformismo, di passività e di a-conflittualità intellettuale hanno, già da qualche tempo, raggiunto il culmine. Destinatari dell'iniziativa sono soprattutto i giovani ed in particolare gli studenti degli istituti di istruzione secondaria superiore. L'iniziativa si configura come una sfida ed una scommessa. «Una sfida ed una scommessa, che intendono promuovere - sottolinea Minazzi - non solo un ciclo di conferenze di alta divulgazione, ma anche una sorta di laboratorio culturale e civile pubblico, in grado di trasformare la riflessione storico-critica in un'occasione, per favorire il dibattito plurale ed il confronto serrato e vivace e per contribuire, in tal modo, alla formazione di una coscienza critica soprattutto presso le nuove generazioni». L'incontro, che rappresenta l'ultimo appuntamento programmato dal convegno, punta sui «contatti»e sui «confronti» tra i movimenti italiani e quelli centroamericani, incentrato particolarmente su «Riflessioni sull'esperienza del '68 in Messico», tema del colloquio con Castro. Il 1968 messicano inizia il 22 luglio. La scintilla, piuttosto futile, è la polemica tra studenti di licei diversi che si contendono la stessa ragazza. A reprimere questa bizzarra rivalità ci pensano i «granaderos», i carabinieri messicani, che intervengono nei due licei con cruda brutalità. Con quella repressione si viola il principio dell'autonomia delle università e delle scuole messicane, da sempre considerate luoghi dove polizia e esercito non potevano intervenire. Il 30 luglio, per reprimere la protesta che ha il suo fulcro nell'Università di Città del Messico, la polizia usa i bazooka. La risposta è la nascita di comitati di lotta in tutte le scuole e poi di un Comitato nazionale che raccoglie studenti e professori. Alla fine di luglio, tutte le sedi scolastiche e universitarie della capitale vengono occupate. Gli obiettivi del Comitato nazionale vengono riassunti in sei richieste al governo: liberazione di tutti i detenuti politici; scioglimento dei «granaderos», dimissioni del capo della polizia, risarcimento alle famiglie delle vittime della repressione, punizione per i responsabili delle azioni repressive, abrogazione degli articoli del codice penale che limitano il diritto di manifestare. Il primo settembre il presidente Diaz Ordaz chiude ogni possibilità di trattativa e accusa gli studenti di voler sabotare i giochi olimpici che si sarebbero inaugurati il 12 ottobre. Il 18 settembre l'esercito occupa l'Università: il rettore Javier Barrios Siena si dimette per protesta. Vengono arrestati centinaia di studenti e professori. Nella notte tra il 2 e il 3 ottobre gli studenti si danno appuntamento in piazza delle Tre culture. Polizia e esercito sparano all'impazzata, dopo avere bloccato le uscite della piazza: il bilancio in termini di morti è altissimo, anche se non se ne avrà mai un resoconto definitivo. Una ricostruzione della strage appare nelle ultime pagine del libro di Oriana Fallaci, Niente e così sia, Milano 1969. La giornalista italiana viene ferita da una raffica di mitra proprio in quella piazza di Città del Messico durante gli scontri tra esercito e studenti. Anche la scrittrice Elena Poniatowska dedicherà un libro al tragico evento (La noche de Tlatelolco), raccogliendo a caldo un gran numero di dichiarazioni, di gente comune e di varie personalità tra cui la stessa Fallaci. L'eco della strage sarà enorme in tutto il mondo. Innumerevoli manifestazioni studentesche vengono organizzate in Europa e negli Usa in solidarietà con gli studenti messicani. Il movimento messicano, ormai decapitato e piegato dalla feroce repressione, si trascinerà fino a novembre trattando con il governo.

 

L'indignazione per il massacro non impedirà comunque la regolare apertura dei giochi olimpici, che iniziano a Città del Messico il 12 ottobre del 1968, pochi giorni dopo la strage di piazza delle Tre culture. Gli echi internazionali del massacro, le proteste, le manifestazioni in tutto il mondo non valgono a fermare la grande macchina dei giochi. Molti pensano, del resto, che le Olimpiadi serviranno a mettere le condizioni del paese sotto gli occhi del mondo. Ma sarà soprattutto la lotta dei neri americani a occupare la scena a Città del Messico, teatro di ben dieci record mondiali, quasi tutti «made in Black Power». Tra questi, l'incredibile salto in lungo di Robert Beamon, nero ventiduenne di Harlem: 8 metri e 90 centimetri, una specie di miracolo. In febbraio gli Stati Uniti avevano votato a favore della partecipazione del Sudafrica razzista ai giochi (vigeva allora in quel Paese l'apartheid). Una valanga di no degli stati africani (ben 32) e la minaccia di boicottaggio da parte degli atleti neri avevano opposto una barriera insormontabile all'ingresso di Pretoria. Città del Messico finirà cosi con l'ospitare i giochi più politicizzati della storia, il cui momento più significativo saranno i due velocisti neri Tommie Smith e John Carlos con pugni chiusi e mano guantata di nero (simbolo della lotta delle Black Panters), immobili sul podio dei vincitori. Ripensando il '68, appare chiaro che l'obiettivo polemico della «contestazione studentesca» era non solo il vecchiume, che caratterizzava negativamente la scuola, la Chiesa e la politica «parlamentare», ma l'intero sistema internazionale e l'ordine costituito, con le sue autorità gerarchiche ed i suoi rappresentanti del potere, che erano messi in discussione da numerosi «gruppi di dissenso» più o meno organizzati. Il '68, infatti, rappresentò il tentativo di abbattere lo status quo, oltrepassando ogni misura, passivamente accettata dal buon senso comune. Il fuoco della rivolta, animato all'inizio da un fecondo spirito di contrapposizione, degenerò, ben presto, in ostilità ed inimicizia, trasformando l'astratta violenza «simbolica» in quella concreta: fisica, materiale ed armata. Una riflessione sul tale argomento appare, quindi, non solo utile e doverosa, ma necessaria ed interessante, perché aiuta a comprendere che non può esistere alcun cambiamento profondo senza una radicale discontinuità e che il senso del limite e la ferma rinuncia alla violenza non devono mai venir meno, se si vuole evitare la catastrofe, che spesso si ammanta della migliore utopia e del falso mito di onnipotenza.

 

A Tiggiano si svolge, presso l'Auditorium dell'Istituto comprensivo di via Diaz a partire dalle 18, l'incontro-dibattito sui delicati temi di sicurezza stradale e legalità, che chiude la seconda edizione del progetto regionale «La strada-Crea il tuo percorso». Tanti gli ospiti, che discuteranno dell'argomento seguendo ognuno, un punto di vista diverso. Il maresciallo Leone, comandante dei carabinieri di Corsaro, dialogherà sul tema «Diritti e doveri per lo sviluppo di una cittadinanza attiva e responsabile»; Francesco Martella, psicologo presso il distretto socio-sanitario di Gagliano del Capo, su «Implicazioni emotive e psicologiche nello sviluppo dello stile di guida, della bicicletta e del ciclomotore»; Fernando Marchetti, infine, comandante della Polizia Municipale di Tiggiano, espone i punti salienti sul tema «Circolazione stradale: diritti e doveri di pedoni, ciclisti e automobilisti». Alla serata partecipano il sindaco Donato Martella, la vicepresidente della Provincia Loredana Capone e il consigliere regionale, Antonio Buccoliero.

 

A Otranto, infine, a partire dalle 10,30, presso la Sala Triangolare del Castello Aragonese, secondo appuntamento della rassegna «Otranto Alba dei Popoli», ospitante una mostra delle tradizioni, della cultura popolare, delle espressioni artistiche dei popoli del Mediterraneo senza alcuna esclusione o preclusione. A dare il via al convegno ci pensa Luciano Cariddi, sindaco di Otranto, presentando gli ospiti che ne animano la discussione: Hubert Houben, docente ordinario di Storia Medievale della Facoltà dei Beni Culturali dell'Università del Salento con «Otranto nel Medioevo tra Bisanzio e l'Occidente»; Raffaele Gorgoni, giornalista Rai con «Otranto al tempo dei basiliani, tra le verità della storia e suggestivi racconti della letteratura»; don Francesco Danieli, storico e vicedirettore Spicilegia Sallentina con «Lo spaccato della chiesa idruntina in epoca basiliana»; Mauro Bortone, vice presidente del Club Unesco di Otranto discute con «Alla ricerca di un'idea di pace nella cultura medievale» e Silvana Marrocco, studiosa di storia locale con «Il ruolo della donna nel Medioevo: analisi della figura e della condizione femminile nell'esperienza medievale». Otranto, luogo simbolo del Mediterraneo, crocevia di culture, intreccio di civiltà (come testimoniano molti suoi monumenti e la sua storia passata e recente) ha ispirato un'iniziativa condotta congiuntamente dalla Provincia di Lecce, dall'Istituto di Culture Mediterranee della Provincia di Lecce, dal Comune di Otranto e da numerosi partner nazionali ed internazionali quali la Fondazione Mediterraneo, la Maison de la Mediterranée e la Fondazione «Le Tre Culture di Siviglia». La manifestazione si svolge sin dal 1999 ed ha visto l'adesione, nel corso degli anni, di numerosi artisti ed intellettuali di livello internazionale: musicisti quali Goran Bregovic, Franco Battiato, Vinicio Capossela, Edoardo Bennato, Nicola Piovani, Lou Reed, registi tra cui Ferzan Ozpetek, Emir Kustuirica, Manuel Pradal, oltre ad una lunga serie di rappresentanti istituzionali dei Paesi del Mediterraneo. Quest'anno il tema della manifestazione è dato dalla ricorrenza del decennale dagli accordi di Dayton del 21 novembre 1995 per la Pace in Bosnia-Erzegovina. Gli accordi posero fine alla guerra, ma un percorso di pace reale, soprattutto riguardo all'esperienza interculturale della ex-Jugoslavia non appare ancora compiuto. Ha generato un dialogo interrotto, posizioni di conflitto latente, democrazie che appaiono spesso «democrature» secondo l'espressione di Predrag Matvejevic. Alba dei Popoli, Otranto Festival ripercorrerà con numerosi approfondimenti tale importante avvenimento attraverso un confronto profondo tra artisti, intellettuali e politici. Tale incontro si svolgerà proprio nella terra in cui i profughi di guerra della ex-Jugoslavia si riversarono in massa: Otranto ed il Salento. Le località selezionate vanno dall'area portuale di Otranto, luogo ad alto valore spirituale e simbolico, all'ex convento dei Dominicani di Muro, che ospitava una delle più antiche e celebri scuole di teologia, ad altri luoghi simbolo del Salento. Alba dei Popoli-Otranto Festival è un evento in grado di coinvolgere l'intero territorio del Salento, da Lecce a Maglie, da Nardò a Minervino, da Leverano a Galatina, da Sternatia a Casarano, da Soleto a Cutrofiano. Un lungo percorso che porterà al grande «Concerto Euromediterraneo per il dialogo tra le culture», nella notte di Capodanno, ad Otranto.

L'EDITORIALE
Diretta in streaming con la radiocronaca della partita e la differita.
RETELUNA TV
CAMPIONATI ITALIANI
La redazione
La società di Franco Alemanno conquista 3 ori e 3 bronzi individuali.
QUASI IN B
La redazione
A pochi giorni dalla fine del campionato il Lecce lotta per la salvezza.
CRESCE L'ATTESA
di Giorgio Coluccia
Zampa: «Abbiamo ancora fame, vogliamo arrivare in serie B subito».
I FALCHI VOLANO
La redazione
La Dimcar Falchi Ugento vincono tre set. Ora secondi in classifica.
SCACCO MATTO
di Giorgio Coluccia
Al team di Giannini basta un tempo per risolvere la pratica Benevento.
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