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UFFICIO RECLAMI
L'INCONTRO CON L'AUTORE | Spiegherà cosa significa far parte dell'«era dell'ottimismo»
Oscar Farinetti, l'inventore di Eataly.
A Lecce, per parlare di enogastronomia
[14/12/2008]


di Irene Palma


Salento, appuntamenti per lunedì 15 dicembre | Lecce, Calimera, Leverano. Inizia una nuova settimana all'insegna di libri e musica. A Lecce, a partire dalle 18, continuano gli incontri letterari a cura di «Liberrima nel cortile», che questa volta accoglie due ospiti d'eccezione: Oscar Farinetti e Anna Sartorio. Una bella conversazione con l'inventore di Eataly, il più grande mercato enogastronomico al mondo che fa della qualità il proprio punto di forza. Protagonista della biografia a lui dedicata da Anna Sartorio, «Il mercante di utopie», Farinetti ha saputo applicare al business un sistema di valori da cui non prescinde, dimostrando come il successo può sorridere anche a chi sa rispettare la propria coscienza e salvaguardare i rapporti umani. Un imprenditore che ha compiuto il miracolo di far dialogare concretezza e utopia. Figlio di un comandante partigiano, il Comandante Paolo della 21esima Matteotti, socialista, consigliere comunale, che prima vende farina (è il nome stesso che guida la scelta), poi, allargandosi, creatore di Unieuro, un negozio in cui si vende anche il suo caffè «Encanto»: 1000 metri quadri, un supermercato come a Milano. Studente ginnasiale, primo della famiglia a frequentare un liceo, amico da subito del leader sessantottino Carlin Petrini: proprio lui, il futuro padre di Slow Food. E poi la vita a Torino e l'università, Economia e Commercio, condividendo la camera con un altro studente, quel Gianmauro Bosticco, che sarebbe poi stato il suo commercialista, l'abbandono dell'università e della Torino degli anni di piombo quando gli mancavano solo sette esami. Il matrimonio (civile), il viaggio di nozze inconsueto, il lavoro nel supermercato del padre che aveva aperto un reparto dedicato agli elettrodomestici, il militare e la piccola vincita al totocalcio che gli dà un po' di respiro sul mutuo da pagare, e la possibilità di investire in elettrodomestici e nel suo geniale marketing. Il Comandante Paolo così può allargarsi ancora, Oscar applicare le sue geniali trovate, la sua capacità di capire le esigenze della gente, di saper instaurare un rapporto di fiducia con i clienti, l'amicizia e la collaborazione anche con quelli che avrebbero dovuto essere i concorrenti. Sei punti vendita, un magazzino, un ristorante dove contratta i suoi affari davanti a un ottimo pranzo. Dal 1995 al 2000 Oscar arriva a controllare novanta punti vendita in Italia: inizia «l'era dell'ottimismo» con un promotore d'eccezione, Tonino Guerra. Il successo continua a confortarlo, ma una frase di Tonino Guerra gli continua a tornare alla mente: «Alla mia età conta meno una grande orchestra del rumore della pioggia». È il cibo adesso ad attirarlo, anche perché il suo amico Carlo Petrini lo continua a indottrinare, «proprio come trent'anni prima alle assemblee studentesche»; Oscar cede l'azienda e nasce Eataly, l'utopia. Cibo genuino da acquistare e da mangiare nei ristorantini interni e anche libri, didattica dell'alimentazione, perché la gente deve capire che è più importante quello che mette dentro il proprio corpo di quello che mette fuori. E poi bisogna rispettare le stagioni, i ritmi lenti della natura, l'equilibrio che è al fondo di ciò che si consuma. Eataly è storia di oggi ed è anche il domani: il domani di una cultura nuova e una passione che coinvolge Oscar, i suoi figli, i nuovi soci e tutti, ma proprio tutti, quelli che entrano nei punti Eataly di Torino e Milano e di Tokyo, Giappone. Un'altra anomalia di Oscar è il suo non essere attaccato al potere: nel settembre 2008 ha lasciato (è nato nel 1954) la carica di amministratore delegato delle due Eataly. Negli ultimi tempi si occupa solo ed esclusivamente di vigneti. Ed è proprio tutta la vita di Oscar Farinetti, la sua prudenza e il suo ottimismo, il legame alla terra e la capacità di realizzare progetti importanti all'insegna della correttezza commerciale a mostrare come può esistere un'imprenditoria compatibile con l'etica e con una visione sociale del lavoro. Per maggiori informazioni: 0832.242626.


A Leverano, alle 18,30, presso la Biblioteca Comunale «Ferruccio Ratta», appuntamento con la presentazione del libro «Piove sul nostro amore» (Editore Feltrinelli) di Silvia Ballestra. La rassegna «Progetto culturale arte in libertà. Donne, un filo che unisce mondi e culture diverse», promossa dall'Union3 (Unione dei Comuni di Arnesano, Carmiano, Copertino, Leverano, Porto Cesareo, Veglie) e dalla Regione Puglia in collaborazione con la Società di Storia Patria per la Puglia, sta per chiudere il suo ciclo con tre incontri che ancora una volta toccano temi della vita, racconti dell'Italia di oggi e di ieri, al femminile ma non solo. Le scrittrici, con grande sensibilità e curiosità, hanno raccolto storie e testimonianze preziose, voci di donne sole, lontane dal mondo politico. Fine delle ideologie e fine delle battaglie: in un Paese pacificato ha ancora senso parlare di femminismo? In un Paese in cui l'agenda politica viene stabilita dai media, i temi etici possono ancora essere il fulcro del dibattito? Silvia Ballestra, scrittrice e giornalista impegnata, prova a fare il punto della situazione, cercando di capire i motivi per cui, negli ultimi anni, temi delicati come l'aborto, i metodi contraccettivi, l'eugenetica, siano stati tralasciati dai centri di potere per ritornare a infiammare i pulpiti. Opinionisti, religiosi, politici e intellettuali hanno riacceso l'interesse dei media su una tematica che si ammanta di moralismo, ma che inspiegabilmente taglia fuori le donne.
Il «viaggio» della scrittrice, qui nei panni di reporter, inizia l'8 marzo 2008, da una festa della donna trascorsa in maniera anomala, prima alle celebrazioni ufficiali sulla piazza del Quirinale, poi al comizio della lista anti-abortista di Giuliano Ferrara in piazza Farnese. Nel primo caso ha ricevuto un invito ufficiale da parte delle autorità, nel secondo cede alla curiosità di capire il punto di vista maschile sull'argomento. Un punto di vista probabilmente antitetico rispetto al suo e a quello delle donne che negli anni si sono battute per ottenere diritti e dignità, ma anche una voce che oggi prevale sulle altre all'interno del circuito mediatico, e che quindi merita di essere approfondita. Nella sua inchiesta Silvia Ballestra segue un corso di formazione per volontarie del cattolicissimo «Movimento per la vita», sfoglia i volantini e gli opuscoli dei Centri di aiuto alla vita e frequenta i loro incontri. Scopre che c'è una politica mischiata al marketing e alle migliori strategie di comunicazione, nella quale si è passati «da un certo terrorismo iconografico (feti ritoccati in photoshop, manine, piedini, album dell'orrore) alle pance rotonde e rassicuranti, dalle donne assassine alle donne da aiutare con l'abbraccio, dalla colpevolizzazione all'aiuto fraterno». Addirittura si spinge ad assistere a una lezione del professore di bioetica Mario Palmaro, della Pontificia Università Regina Apostolorum e, mentre le sembra di ascoltare i discorsi di una piccola avanguardia dell'organizzazione dei Legionari di Cristo, in realtà si rende conto che gli argomenti di questa galassia anti-abortista sono esattamene gli stessi pronunciati da papa Benedetto XVI ogni settimana, con una formidabile copertura mediatica.


Un percorso che la conduce a incontrare non solo coloro che si occupano di definire i labili confini tra la vita e la morte, ma anche quelle persone che si trovano ogni giorno a lavorare a contatto con la sofferenza. I ginecologi della clinica Mangiagalli («il fabbricone di bambini» di Milano centro), i pediatri ospedalieri, ma anche le donne che ogni giorno seguono i bambini nati con malattie congenite, come Betty, un'infermiera di Padova che un bel giorno scrive a Giuliano Ferrara e Lindo Ferretti per spiegare cos'è materialmente l'eugenetica. Una donna che porta su di sé il peso di una posizione politica ed etica di matrice cattolica, che stravolge l'esistenza di centinaia di famiglie. Una storia, tra le altre, che fa riflettere, in un momento in cui troppe donne preferiscono delegare agli uomini anche i loro pensieri. Con sensibilità di scrittrice e curiosità di reporter Silvia Ballestra ha raccolto storie e testimonianze preziose, voci di un paese reale lontano mille miglia da un dibattito pubblico troppo spesso ideologico, artificioso, pretestuoso. Da Nord a Sud, dalle grandi città ai piccoli centri di provincia, il suo è un viaggio nelle gioie e nei dolori di tutti i giorni. Nei travagli delle coppie e delle coscienze. Nelle scelte difficili che tutti, credenti e non credenti, prima o poi si trovano ad affrontare. Si chiude così un programma di alto livello culturale che ha visto protagonista le donne per le donne. Il filo sottile della loro sensibilità e creatività ha consentito di affrontare temi della vita che hanno evidenziato spesso una società senza valori e senza etica. Un viaggio nel mondo travagliato e difficile del «gentil sesso», viaggio che ha, nel suo piccolo, trasmesso messaggi e speranze dell'intera comunità. Introduce Serenella Molendini, consigliera di Parità della Provincia di Lecce.


A Calimera, il lunedì appuntamento fisso al Teatro Elio, che ospiterà ogni settimana un evento spettacolare, e poi tanti altri appuntamenti, con un ricco calendario all'insegna della mescolanza tra musica, teatro, arti visuali, ed eventi di grande rilevanza culturale e territoriale, a cura di Astràgali Teatro nell'ambito del progetto «Teatri Abitati. Residenze Teatrali in Puglia». Le iniziative continuano, a partire dalle 21, con lo spettacolo «Partitura privata» della compagnia di danza «Qualibò», finalista Premio Scenario 2005» e vincitrice di altri importanti riconoscimenti, che partendo dalla suggestione iconografica della pittura di Lucian Freud, proporrà uno spettacolo tra teatro, danza e arti visive. «QuaLiBò, visioni di (p)Arte» nasce ufficialmente nel febbraio 2002 dalla collaborazione di Lisa Masellis, Francesca Giglio, Maristella Tanzi, e Adolfo La Volpe per la ricerca musicale, Collaborazione, in realtà, già collaudata da diversi anni. Accanto alla produzione dei suoi spettacoli, «QuaLiBò» si muove per la divulgazione della ricerca in ambito contemporaneo e svolge attività laboratoriale sul movimento con progetti per le aree a rischio. L'idea attorno a cui ruota la ricerca coreografica del gruppo è quella di un movimento inteso come emozione cinetica e segno espressivo.


La contaminazione tra teatrodanza, new dance, improvvisazione, arti marziali, esigenza comunicativa e di queste con le diverse espressioni artistiche, segna la direzione di un lavoro che cerca una forma aperta anche a quel particolare potere di denuncia che è insito nella creatività artistica, nel corpo e nella sua fisicità. Il programma è finalizzato alla promozione e diffusione dell'arte contemporanea e alla valorizzazione di contesti architettonici e urbanistici nelle regioni del sud Italia, sottoscritto dalla Regione Puglia, assessorato al Mediterraneo, dal ministero dello Sviluppo economico e dal ministero per i Beni e le Attività culturali. Parte da Zollino questo progetto, che si svilupperà nell'arco di 18 mesi, coinvolgendo, oltre al Teatro Elio di Calimera, alcuni spazi di Zollino, come l'Auditorium e la stazione ferroviaria, abitando e animando il territorio dei due paesi. Si susseguiranno eventi, iniziative, spettacoli, laboratori, concerti, presentazioni di libri, incontri con persone di teatro, artisti e intellettuali della scena nazionale e internazionale. Info e prenotazioni al numero: 0832.306194, 320.9168440 o e-mail: astragali@libero.it.

L'EDITORIALE
Diretta in streaming con la radiocronaca della partita e la differita.
RETELUNA TV
CAMPIONATI ITALIANI
La redazione
La società di Franco Alemanno conquista 3 ori e 3 bronzi individuali.
QUASI IN B
La redazione
A pochi giorni dalla fine del campionato il Lecce lotta per la salvezza.
CRESCE L'ATTESA
di Giorgio Coluccia
Zampa: «Abbiamo ancora fame, vogliamo arrivare in serie B subito».
I FALCHI VOLANO
La redazione
La Dimcar Falchi Ugento vincono tre set. Ora secondi in classifica.
SCACCO MATTO
di Giorgio Coluccia
Al team di Giannini basta un tempo per risolvere la pratica Benevento.
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