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UFFICIO RECLAMI
L'EVENTO | Nelle passate edizioni si sono registrate presenze fino a 3mila studenti
«Lo Schiaccianoci» arriva al Politeama Greco.
Di scena Fredy Franzutti col balletto natalizio
[12/12/2008]


di Irene Palma


Salento, appuntamenti di sabato 13 dicembre | Lecce, San Cesario, Novoli, Guagnano, Sannicola, Parabita, Copertino, San Pietro in Lama. Un fine settimana davvero ricco di appuntamenti nel Salento. A Lecce, presso il Teatro Politeama Greco alle 21, con replica pomeridiana domenica 14 alle 18, va in scena «Lo Schiaccianoci» per gli studenti. Dopo «Carmen», un nuovo step per la quattordicesima edizione di un progetto culturale riservato agli istituti di istruzione, «La Scuola a Teatro». L'iniziativa, a cura del «Balletto del Sud» in tournée nazionale, è realizzata in collaborazione con la Provincia di Lecce e il ministero dei Beni e delle attività culturali, e mira a favorire l'accostamento dei giovani alla cultura del teatro, del balletto e della musica. Un successo, visto che nelle passate edizioni si sono registrate presenze fino a 3mila studenti. «Lo Schiaccianoci» per le scuole medie inferiori e superiori, che si avvale delle coreografie di Fredy Franzutti su musiche di Piotr Il'ic Caikovskij, è il più noto balletto natalizio e il testo da cui si ispira narra della piccola Clara che riceve in dono uno schiaccianoci dalla forma di un soldatino. Entusiasta, Clara dormirà stringendo a sé il suo schiaccianoci e nella notte, grazie all'intervento magico di Drosselmeyer, volerà in un mondo fantastico in cui lo schiaccianoci si trasformerà in un bellissimo principe. Fredy Franzutti è stato da subito considerato «il garçon prodige» della coreografia italiana, uno dei coreografi più apprezzati nel panorama nazionale. Crea balletti per il Teatro «Bolscioj» di Mosca, per il Teatro dell'Opera di Roma, per il Teatro dell'Opera di Sophia, per l'Opera di Montecarlo, per l'Opera di Bilbao, per il Teatro «V. Bellini» di Catania, e per diversi eventi di Raiuno come le danze del Concerto di Capodanno 2004 diretto da Lorin Maazel, trasmesso da Venezia in eurovisione. Dirige dal 1995 il «Balletto del Sud» per il quale coreografa venticinque produzioni tra le quali ricordiamo «Lo Schiaccianoci», «Il Lago dei Cigni», «La Bella Addormentata», «Romeo e Giulietta», «Sheherazade», «L'uccello di Fuoco». Oggi La sua compagnia replica gli spettacoli nei più importanti festival Italiani ed, inoltre, partecipa a numerose produzioni d'opera lirica, ricordiamo quelle su invito di Pier Luigi Pizzi al Rof di Pesaro e al Teatro Lirico di Cagliari, di Paolo Miccichè alle Terme di Caracalla di Roma (Aida 2006), di Flavio Trevisan al Teatro Bellini di Catania, di Pier Francesco Maestrini al Teatro Valli di Reggio Emilia, in Russia e in Spagna, di Beppe De Tomasi in Francia. Franzutti coreografa le danze della stagione lirica di Lecce dal 1998 al 2005 su invito di Katia Ricciarelli e dal 2006 su invito di Filippo Zigante. Collabora con Carla Fracci, Lindsay Kemp e crea coreografie per numerosissime ètoile internazionali. Ricordiamo inoltre le danze del «Martirio di San Sebastiano» con Giorgio Albertazzi a Verona, l'evento di inaugurazione del Teatro Romano di Lecce (per la Fondazione Memmo), l'inaugurazione di Porta Galliera (2003) e della Scalinata del Pincio (2004) di Bologna (per Vittoria Cappelli). Su invito di Vittoria Ottolenghi partecipa a diverse edizioni delle Maratone internazionali di danza e allo spettacolo su musiche di Luciano Berio «I trionfi del Petrarca» al Mitlefest di Cividale del Friuli. Maurizio Squillante gli affida le coreografie della sua opera contemporanea «The Wings of Daedalus» in tournèe nazionale. Tra i festival Italiani che ospitano più volte la sua compagnia ricordiamo: il Festival della Versiliana e quelli di Vignale, Roma, Todi, Venezia, Milano, Siracusa, Taormina, Paestum, Gardone Riviera, e si esibisce in numerosi Teatri Italiani. Ricordiamo inoltre il Pavillao Atlantico di Lisbona, l'Olimpia Hall di Monaco di Baviera, il Teatro Euskalduna di Bilbao e la tournèe del 2006 nei teatri di Hanoi e Ho Chi Min City in Vietnam. Gli spettacoli, da lui ideati, che prevedono la lettura di testi, hanno visto la partecipazione di Ugo Pagliai, Paola Pitagora, Michele Mirabella, Arnoldo Foà. Tra i musicisti con cui collabora ricordiamo Lorin Maazel, Richard Bonynge, Karl Martin, Francesco Libetta . Franzutti dirige il film-corto «Se questo è un uomo» interpretato da Michele Placido, Emilio Solfrizzi. Tra gli eventi televisivi ricordiamo, oltre al concerto di capodanno 2004, le coreografie per la «Festa della Repubblica» 2002, per la trasmissione «Una Voce per Padre Pio» (2004 e 2006), e per Rai 2 il «Premio Zeus» (2005 e 2006), Meraviglie d'Estate (Padula 2006), «Loro… del Golfo» (Pompei 2007), «Il cerchio della vita» (Agropoli 2007). I biglietti, del costo di 20 euro (poltronissima) e 15 euro (poltrona e ridotti), si possono acquistare presso la sede della compagnia «Balletto del Sud», in via Biasco 10 (tel. 0832.453556) o presso l'Ufficio Informazioni del Castello Carlo V (tel. 0832.246517). Per altre informazioni si può visitare il sito www.ballettodelsud.it.


Ancora a Lecce, dalle 20,45, eccezionale appuntamento serale con la compagnia Koreja e i «Paladini di Francia-Vita, disavventure e morte d'Orlando e altri strani paladini», testo di Francesco Niccolini, per la regia di Enzo Toma, dedicato a «Che cosa sono le nuvole?» di Pier Paolo Pasolini. Dopo lo straordinario successo di Roberto Herlitzka, proseguono gli appuntamenti di «Strade Maestre 2008-2009», la stagione teatrale promossa da Cantieri Koreja, Provincia di Lecce, Regione Puglia e Ministero per i Beni e le Attività Culturali con il sostegno di Nuovi Mecenati, Ambasciata di Francia, Scena Nomade e Teatro Pubblico Pugliese. Koreja propone una rilettura comica e tragica dei paladini di Carlo Magno, dall'arrivo a corte della bella Angelica al massacro di Roncisvalle, raccontando la bellezza e la crudeltà della vita, i giochi dei bambini, i giochi di guerra, l'amore, il destino e la ricerca quotidiana della dignità di uomini-pupi che ogni giorno muoiono se pur per finta. Angelica e Bradamante, Marfisa e Orlando, Ruggiero, Astolfo, pure re Carlo e il giovane Medoro sono innamorati nei modi più diversi e surreali, innamorati e vittime dei loro immensi amori, che durano talvolta un'ora, talvolta tutta la vita. Un infinito gioco di specchi e di illusioni dove naufragare è davvero bellissimo. Una sorta di miracolo scenico dove tutto funziona a meraviglia: dagli attori,alla drammaturgia, alla resa visiva di grande e accattivante meraviglia. Tra Ariosto e Pasolini, con uno sguardo ironico e affettuoso all'avanspettacolo, quattro attori, capitanati da Silvia Ricciardelli che riverbera la sua estrema duttilità anche ai suoi tre giovani compagni (Angela De Gaetano,Carlo Durante e Fabio Tinella), interpretano tutti i personaggi dell'epica carolingia a mo di pupi siciliani in una baracca che sa di incanto, ricostruiti e ricostruita con conturbante ricchezza visiva da Iole Ciliento e Porziana Catalano, usando materiali poveri da pentole a battipanni. Rinaldo, Astolfo, Angelica, Bradamante, attraverso l'intelligente drammaturgia di Francesco Niccolini e la sapientissima regia di Enzo Toma, piena di rimandi di squisita fattura, ritornano in vita,ognuno diverso dall'altro, a raccontare la loro storia ma in definitiva come accade in Pasolini la storia di tutti noi, immersi in un mondo meraviglioso di cui possiamo solo sfiorare la bellezza. Ingresso 12 euro, ridotto 8. Per ulteriori info: 0832.242000.


A San Cesario, in via Umberto I, alle 16, lo scrittore Carlo D'Amicis sarà ospite dell'associazione culturale «L'alambicco di San Cesario» per presentare i sui due ultimi lavori letterari: «La guerra dei cafoni» e «Maledetto nei secoli dei secoli l'amore». Romanzo selezionato al Premio Strega 2008 Estate 1975, «La guerra dei cafoni» (minimum fax, 2008) racconta che, in un villaggio della costa salentina, si rinnova la guerra che oppone i ragazzini benestanti ai figli dei pescatori, dei pastori, dei contadini: i cosiddetti «cafoni». A dichiarare e alimentare questo conflitto è il quattordicenne capo dei signori, che fa Angelo di nome, ma che nel soprannome porta il segno del campione e della perfidia: Francisco Marinho (rapinoso calciatore brasiliano dell'epoca), altrimenti detto il Maligno. Ossessionato dall'odio per i cafoni, Francisco Marinho combatte in nome dell'ordine sociale, della divisione di classe, della continuità storica. Ma quando, per un tragicomico equivoco, nella sua visione del mondo, subentra una punta di compassione, o forse di affetto, o forse di amore, verso una giovane cafona, la separazione tra il bene e il male comincia a offuscarsi. Intorno a lui, i sintomi di una stagione nuova: dove il prestigio o la disgrazia dell'essere cede il passo all'arroganza dell'avere. La guerra dei cafoni non sarà più scontro tra i ranghi che ribadiscono la propria natura, ma lotta di conquista, arrampicamento, disordine collettivo e interiore. Metafora, attraverso un microcosmo di ragazzini indemoniati, del cambiamento collettivo che in quegli anni trasfigurò il nostro paese, il nuovo libro di Carlo D'Amicis è poema cavalleresco e satira sociale, romanzo di formazione e divertissement pulp, tragedia dell'antica borghesia e commedia dell'Italia moderna. Ci si può assumere la responsabilità della morte di un uomo, dopo aver rifiutato quella della sua esistenza? È quanto accade a Lady Mora, la spregiudicata chiromante protagonista del racconto tascabile della nuova collana «i Chicchi», «Maledetto nei secoli dei secoli l'amore» (Manni), quando - unica parente rimasta in vita - è chiamata a decidere il destino di un cugino entrato in coma. Anni prima, fuggì il suo amore. Oggi, lo abbandonerà di nuovo? Carlo D'Amicis, nato a Taranto nel 1964, vive e lavora a Roma. Ha pubblicato i romanzi «Piccolo Venerdì» (Transeuropa, 1996), «Il ferroviere e il golden gol» (Transeuropa, 1998, selezione Premio Strega), «Ho visto un re» (Limina, 1999, Premio Coni per la letteratura sportiva), «Amor Tavor» (Pequod, 2003), «Escluso il cane» (minimum fax, 2006).


A Novoli, alle 21 in piazza Tito Schipa, si esibisce il «Locomotive Percussion Project», nell'ambito della quarta edizione della «Festa della Vite» del Parco del Negroamaro, realizzata in collaborazione con Arci Novoli. Musicare la costruzione della focara, innalzare le fascine al ritmo delle musiche del mondo, coinvolgere musicisti per sonorizzare la realizzazione del più grande e suggestivo falò d'Europa, è l'obbiettivo della rassegna. L'orchestra di percussioni, diretta da Alessandro Monteduro e Giovanni Imparato, si esibirà intorno alla focara in costruzione. Sul palco anche la Compagnia delle arti di danza diretta da Sissi Chiummo, le cantanti Carla Casarano, Mariadomenica Siciliano, Mariachiara Ferrari, il trombettista Andrea Sabatino e i sassofonisti Raffaele Casarano e Vincenzo Presta. «Locomotive Percussion Project» è un'orchestra costituita da sole percussioni. Presente anche il canto nella sua forma più completa, in quanto elemento di comunicazione, ed espressione artistica, di tutte le culture musicali. Lo spettacolo della «Locomotive Percussion» nasce da un'idea di Alessandro Monteduro, ed è il prodotto di vari ingredienti ben miscelati. La musica è caratterizzata, oltre che dall'aspetto timbrico così variegato e affascinante, anche e soprattutto dalle composizioni presentate: del tutto originali gli arrangiamenti di brani inediti composti da Giovanni Imparato, con influenze di canti popolari e folcklorici del repertorio afro-cubano. Gli arrangiamenti dei fiati sono a cura di Raffaele Casarano, direttore artistico del progetto «Locomotive Jazz Festival», ed a condividere con lui il sound, ci saranno Andrea Sabatino e Vincenzo Presta. Ad impreziosire e completare la proposta artistica, la «Locomotive Percussion» si avvale della presenza di tre vocalist d'eccezione: Carla Casarano, Mariadomenica Siciliano e Maria Chiara Ferrari. Dai ritmi della Locomotive Percussion, diretta da Giovanni Imparato e dalle coreografie di danza afro di Sissi Chiummo, si sprigionerà l'essenza istintiva del movimento primitivo. Attraverso il tamburo, inteso come strumento ancestrale, si evocano, attraverso il ritmo e il suono, mondi lontani. L'ingresso è gratuito. Per maggiori informazioni: 0832.712695.


A Guagnano, presso i locali della Scuola Media «A. Schweitzer» alle 17,30, presentazione dell'opera di Antonio Calcagni «Omaggio a un Capopopolo». Il libro è dedicato al guagnanese Cosimo Ingrosso, conosciuto da tutti come «lu Cosiminu Cumpagnu» ed è stato scritto in occasione dell'ottantaduesimo genetliaco di questo «capopopolo», che l'autore definisce «ardente guida politico-sindacale e maestro di vita». Uno dei protagonisti dei moti dell'Arneo, a soli 25 anni, già guida popolare riconosciuta, Ingrosso si mise alla testa di un nutrito corteo di disperati per condurlo, a piedi scalzi o con qualche rottame di bicicletta, all'occupazione dell'Arneo. Una storia esemplare quella di Cosimino, che ha interpretato e vissuto lungo tutta la sua vita gli ideali della giustizia sociale, della libertà e della democrazia con una tale intensità e passione da fargli assumere da subito, fin da giovanissimo, la rappresentanza di dirigente sindacale e politico del movimento operaio e contadino della «sua» Guagnano e del Salento. All'evento, patrocinato dalla Regione Puglia, dalla provincia di Lecce e dalla Confederazione Italiana Agricoltori, prenderanno parte diverse autorità e rappresentanti politici. Oltre all'autore del libro e al sindaco di Guagnano, al quale spetterà fare gli onori di casa agli ospiti, interverranno il Antonio Scandone, Antonietta Rucco (preside dell'Istituto Comprensivo di Guagnano), Sandro Frisullo (vicepresidente del Consiglio della Regione Puglia), Giovanni Pellegrino (presidente della Provincia di Lecce, che ha curato la prefazione del libro), Mauro Zacheo (presidente Regionale Pensionati Cia di Bari), Antonio Barile (presidente Regionale Cia), Vito Murrone (presidente Provinciale Cia di Lecce), Luigi Sansò (presidente Azienda Speciale C.d.C. Lecce). Toccherà a Giuseppe Politi, presidente nazionale Cia, concludere la serie di interventi che ripercorreranno le vicende storiche politiche e personali di questo personaggio. Durante la serata, coordinata da Elena Perrone, saranno declamati alcuni «Canti» presenti all'interno del libro. Diverse le personalità, le associazioni ed i sindacati che hanno aderito all'iniziativa. Inoltre parteciperanno anche il regista del documentario «Arneide», Luigi Del Prete e il regista del film «Italian Sud Est», Davide Barletti.


A Sannicola, a partire dalle 18,30 presso il Centro Culturale di via Oberdan, c'è la presentazione del nuovo libro di Paolo Vincenti, «Danze moderne (I tempi cambiano)», nell'ambito della manifestazione nazionale «Ottobre piovono libri». Questo testo si caratterizza come una sorta di II parte de «L'orologio a cucù», pubblicato da Vincenti circa un anno fa. A giudicare dai sottotitoli dei due libri in questione, sembra proprio che l'autore stia compiendo un cammino umano ed artistico, con quella evoluzione-involuzione che ogni mutamento porta con sé. Infatti, se quelli de «L'orologio a cucù» erano «good times», «bei tempi», con «Danze moderne», invece, i tempi cambiano, e ricordano il titolo di una famosa folk song di Bob Dylan, «times they are a' changing», posta in apertura del libro. Anche «Danze moderne» si può considerare una specie di blob cartaceo, dove alle citazioni dai cantautori italiani più amati dall'autore, si uniscono i testi, alcuni in prosa e altri in versi, in una magma verbo-visivo apparentemente informe. Un filo conduttore però c'è, e viene individuato da Antonio Errico che firma la Prefazione, «Il tempo di Narciso», mentre a Maurizio Nocera sono affidate le conclusioni, nella postfazione «Danze di parole». Il libro verrà distribuito gratuitamente a tutti i partecipanti alla serata, che si potrebbe definire come una performance totale, che comprenderà parole, musica, intrattenimento e recitazione. Infatti, mentre a relazionare sul libro, alla presenza dell'autore, saranno Stefano Donno e Carmen De Stasio (cultrice di arti e tradizioni salentine e membro onorario de «I leoni di Messapia»), gli «Amistade» (ai quali si unirà lo stesso Vincenti) offriranno della raffinata musica dal vivo, mentre l'attore Antonio Calò leggerà dei brani tratti dal libro. È previsto un intervento dell'assessore alla Cultura del Comune di Sannicola, Danilo Scorrano. Coordinerà i lavori Elisa Rizzo.


Presso la sede dell'Archivio Storico di Parabita, alle 18, si potrà assistere alla consegna dell'Apollo d'argento, prestigioso riconoscimento alla memoria di chi non c'è più e ha lasciato un'importante eredità da custodire e mettere a frutto. La serata è dedicata alla memoria di Ennio Bonea, docente universitario, critico letterario, poeta e narratore, una delle figure più rappresentative e complesse della cultura salentina e pugliese. Nato a Taranto il 6 ottobre 1924, Ennio si trasferì giovanissimo a Lecce dove iniziò a fare l'insegnante di letteratura italiana moderna e contemporanea all'Università di Lecce; esponente del Pli, dal 1956 al 1963, fu assessore e vicesindaco del Comune di Lecce, dal 1963 al 1968; successivamente ricoprì il ruolo di deputato (circoscrizione Lecce-Brindisi-Taranto) e fu ideatore e fondatore del quotidiano «La Tribuna Del Salento»; negli anni '70 diresse Radio Lecce e curò la rubrica «Settimana Libri» per TeleLecceBarbano. Umanista raffinato, affabulatore di rango, autorevole testimone di una cultura libera e autentica, svincolata dalle mode del momento, nitida espressione di autonomia e onestà intellettuale, Ennio Bonea ha segnato per oltre mezzo secolo con la sua presenza critica la nostra vita culturale cogliendone i fermenti e le speranze. Per maggiori informazioni, rivolgersi allo 0836.565340, 328.3149259 oppure 0833.596235.


A Copertino, presso il Circolo Arci «I Sotterranei» alle 22,30, appuntamento con i «Capitan Quentin». A distanza di due anni torna sul palco una delle band più seguite della scena indipendente italiana, proponendo le loro nuove creazioni musicali, che uniscono il math-rock più tecnico e al punk più intenso. La band, formata da Michele Alessi (chitarra baritona, minisynth), Filippo Andreacchio (chitarra elettrica), Massimo Carere (batteria), Enzo Colarco (sintetizzatori) e Libero Rodofili (basso, sax), prende il rock in mano e lo strizza finché riesce ad ottenere anche l'ultima goccia dal suo contenuto. Non c'è la voce, ma c'è il gusto per la sperimentazione e per la ricerca. Post-punk, math, forse noise è la musica dei «Captain Quentin», nati in provincia di Reggio Calabria nell'autunno dell 2005, fondendo nel nome il deviato cpt, beefheart ed il quentin de «l'urlo e il furore» di William Faulkner. Nessuna parte vocale, solo musica al centro dell'attenzione ed una scelta dei titoli dei brani mirata a smorzare la tensione inevitabile delle note. Batteria straripante, chitarre affilate, le stravaganze di sinth e tastiere, le distorsioni di basso e sax. Cigolii di strumenti spremuti, martellati.Movimenti imprevedibili, mutazioni improvvise di tempi. Vibrazioni. Rumori. Dissonanze sparse qua e là. E quando l'abitudine prende il sopravvento si cambia direzione. Un ep, manifesto di due brani («My Untitled EP», autopr. 2006) e poi l'esordio vero e proprio con «Certe Cose Determinate» registrato in analogico al Red House Recordings Studio di Senigallia: 8 brani, 40 minuti di musica per un album che, appena uscito, ha subito ottenuto recensioni positive dalla stampa e dalle webzine specializzate, ottimi feedback da radio americane e francesi, e che da luglio è distribuito in Spagna dalla Discos Buen Pony. Captain Quentin ha svolto finora una ricca attività live, dividendo il palco, tra gli altri, con Joe Lally (Fugazi), Confuse the Cat, Marta Sui Tubi e A Toys Orchestra. Un alternarsi di momenti aggressivi, frenetici, divisi tra noise e math rock e spazi più meditati, nei quali la ruvidità di base viene messa al servizio di una sensibilità tipicamente 'indie'. Corde, tasti e pelli costruiscono così un panorama sonoro instabile, come una barca lanciata su un mare in tempesta; ma la rotta è tracciata, il timone saldo e l'equipaggio esperto.


A San Pietro in Lama, infine, in via Roma 59 a partire dalle 19, evento di inaugurazione della Galleria d'Arte «Studio C» di Vincenzo Caricato, un «luogo per sviluppare e conservare i sogni». Le immagini che Caricato propone nel suo nuovo «spazio» colgono momenti inediti, estatici e immaginali. Momenti che faticano per venire alla luce, per nascere alla veglia del quotidiano, alla necessità del frenetico agire imposto dalla regola del formicaio. Anche quando afferra il ritmo, la velocità frenetica di un andare altrove, di un perdersi per ritrovarsi, la fotografia narra di lunghe riflessioni, di incerti bagliori del pensiero che riportano indietro e dentro, fino a scoprire la profondità delle vette. Pratica sonnambulesca mai disgiunta da una sicurezza formale che riporta a sogni più volte sognati e tuttavia inafferrabili, come la vita stessa. Specializzato in fotografia di Reportage Geografico e Sociale, servizi giornalistici e di attualità, fotografia di cerimonia, ritratto e spettacolo, Vincenzo ha collaborato con i più importanti Network Televisivi Italiani: Rai (dirette televisive per «Quelli che il calcio», «La vita in diretta», «Sereno Variabile» e altre), Sky, La7, Odeon ed Esteri (Tv 3 Spagna, Espn Usa). Si è classificato primo al concorso «Miglior ritratto 2008», Fiof di Orvieto, tappa pugliese (Fotografia Road Show).

L'EDITORIALE
Diretta in streaming con la radiocronaca della partita e la differita.
RETELUNA TV
CAMPIONATI ITALIANI
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La società di Franco Alemanno conquista 3 ori e 3 bronzi individuali.
QUASI IN B
La redazione
A pochi giorni dalla fine del campionato il Lecce lotta per la salvezza.
CRESCE L'ATTESA
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Zampa: «Abbiamo ancora fame, vogliamo arrivare in serie B subito».
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La Dimcar Falchi Ugento vincono tre set. Ora secondi in classifica.
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