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UFFICIO RECLAMI
CONCERTO | L'artista, alle 21, in un appuntamento live al Teatro Politeama Greco
Paolo Conte canta «Bartali», «Onda su onda» e la «Topolino»
[07/12/2008]


LECCE | E sempre nel capoluogo leccese, appuntamento d'eccezione al Politeama Greco a partire dalle 21, con Paolo Conte. Il musicista nasce in una famiglia borghese astigiana: il padre Gigi è un notaio con la passione per la musica, suona il pianoforte ed ama il jazz (durante il fascismo si procura i dischi durante i suoi viaggi a Parigi), mentre la madre Tina proviene da una famiglia di proprietari terrieri. Inizia a prendere lezioni di pianoforte da bambino, insieme al fratello Giorgio, più piccolo di quattro anni, che diventerà anch'egli cantautore assai apprezzato. Laureato in giurisprudenza, destinato alla carriera notarile (ha esercitato per molti anni la professione di avvocato), si avvicina al mondo del jazz (su influsso del padre) come amatore, suonando il vibrafono in alcuni gruppi musicali di Asti: ed è proprio con uno di questi gruppi, il Paul Conte Quartet (in cui Giorgio suona la batteria), che fa il suo debutto discografico nel 1962, incidendo un Ep per la Rca Italiana, che però non riscuote alcun successo; ad esso fanno seguito altre incisioni di impronta jazz. Nello stesso periodo inizia a scrivere le sue prime canzoni, spesso in collaborazione con il fratello: tra queste, la prima risale al 1964, «Ed ora te ne vai», cantata da Vanna Brosio, e la seconda al 1965 con un testo di Giorgio Calabrese, «L'ultimo giorno», cantata da Carla Boni. Il primo brano di un certo successo è «Chi era lui»: Adriano Celentano la inserisce nell'album «La festa», con un testo religioso scritto da Mogol e Miki Del Prete, ed è anche il lato B della celebre «Il ragazzo della via Gluck»; la collaborazione con il «molleggiato» proseguirà con «La coppia più bella del mondo» (con il testo di Luciano Beretta e Miki Del Prete) e «Azzurro», i cui testi sono di Vito Pallavicini che sarà il paroliere con cui scriverà il maggior numero di canzoni: anche col maestro di musica suo concittadino Michele Virano scrive le musiche di molte canzoni: «Insieme a te non ci sto più» per Caterina Caselli, «Tripoli '69» per Patty Pravo, «Messico e nuvole» per Enzo Jannacci. Tra le tante collaborazioni, Conte insieme a Pallavicini scrive nel 1968 per Dalida, un brano inquieto e drammatico, particolarmente adatto allo stile interpretativo di Dalida, intitolato «La speranza è una stanza». Altri suoi successi come autore nel nuovo decennio sono «Una giornata al mare» per l'Equipe 84 (in collaborazione con il fratello Giorgio) e «Santo Antonio Santo Francisco» per Piero Focaccia e «Mungo Jerry», canzone che concorre al Festival di Sanremo 1971. È nel 1974 che esordisce come cantautore, grazie al produttore Italo Greco che lo spinge a cantare le proprie canzoni e gli fa ottenere un contratto con l'Rca Italiana; il disco, intitolato semplicemente con il suo nome e cognome, Paolo Conte, contiene una sua versione di «Una giornata al mare», e alcune canzoni nuove tra cui una, «Onda su onda», che qualche mese dopo viene incisa con successo da Bruno Lauzi. L'anno successivo ripete l'esperienza con un nuovo album, ancora intitolato «Paolo Conte», a cui attinge nuovamente Lauzi che incide «Genova per noi», e che contiene altre canzoni che diventeranno dei classici del repertorio contiano, come «La topolino amaranto» e «La ricostruzione del Mocambo»; in entrambi gli album suonano alcuni noti musicisti torinesi, come Danilo Pennone e Luigi Atzori de «I Ragazzi del Sole», il saxofonista venariese Walter Negri (proveniente dai Living life), Marcello Quartarone dei Circus 2000, il direttore d'orchestra Happy Ruggiero e il Duo Fasano. Nel 1976 partecipa al Premio Tenco, che accompagnerà la sua ascesa per molti anni. Tra la fine del 1976 e gli inizi del 1977 Conte prova ad esibirsi in concerto con alcuni amici conosciuti alla Rca: sono Piero Ciampi, Nada e Renzo Zenobi, ma le serate non riscuotono molto successo; viene anche registrata una trasmissione televisiva, che però la Rai non trasmetterà mai; grazie a quest'incontro, comunque, Nada incide nel suo disco di quell'anno tre canzoni di Conte, «Avanti bionda», «Arte» e «La fisarmonica» di Stradella (per quest'ultimo brano il cantautore effettuerà alcune modifiche al testo). Nel 1977 collabora agli arrangiamenti dell'album «Danze» di Renzo Zenobi, e scrive per Gipo Farassino una delle sue canzoni più belle, «Monticone», ritratto del carattere del tipico piemontese. È solo nel 1979 con «Un gelato al limon» che riesce a farsi apprezzare a pieno dal pubblico, grazie anche a Francesco De Gregori e Lucio Dalla, che nel corso del tour «Banana Republic» interpretano (e successivamente incidono) la canzone che dà il titolo al disco; altre due canzoni, «Bartali» e «Sudamerica», vengono proposte da Jannacci nel suo album « Fotoricordo», e contribuiscono ulteriormente a rendere popolare Paolo Conte. «Paris milonga», del 1981, contiene la canzone forse più famosa di Paolo Conte, «Via con me», reinterpretata in seguito anche da Roberto Benigni.

 

È adorato dal pubblico francese, e, come pochi altri autori italiani, anche dall'ambiente musicale statunitense. Sempre al 1981 risale una collaborazione importante, quella con Gabriella Ferri per l'album «Gabriella», per cui scriverà alcune canzoni come «Sola contro un record», «Non piangere» e «Vamp» (quest'ultima incisa anche da Conte nel 1988 nel disco dal vivo «Paolo Conte Live»). Passato alla CGD, negli anni ottanta escono diversi album di inediti, e nel frattempo è impegnato in molte tournée all'estero dove, come in Italia, registra il tutto esaurito. Prima summa di queste esperienze concertistiche sono gli album «Concerti» (1985) e «Paolo Conte Live» (1988). Insegue da molto tempo l'aspirazione di vedere sulle scene un suo musical, generato in svariati anni di creazione, dal titolo «Razmataz», del quale ha progettato tutti i dettagli, compresi i costumi: una serie di bozzetti e disegni di straordinaria efficacia, che dimostrano il raro eclettismo di Conte, delineano con precisione il percorso dell'opera. La commedia vede la luce già nel 1989 in un omonimo libro, dove compaiono i disegni, gli spartiti, e i testi con le annotazioni di Conte; le musiche principali sono state pubblicate in un cd soltanto nel 2000, mentre nel 2001 è stato pubblicato il dvd della commedia. Conte è anche uno dei «maestri del Palio di Asti», avendo dipinto i due tradizionali sendalli raffiguranti San Secondo, per l'edizione 2007 dell'antica festa astigiana di settembre. Nel maggio del 2007 l' Accademia delle Belle Arti di Catanzaro gli ha conferito la Laurea Honoris Causa in Pittura per l'opera multimediale «Razmataz». Conte ha avuto assegnati ben quattro «Ricci d'Argento» del celebre orafo Gerardo Sacco, riconoscimento di «Fatti di Musica», la rassegna del miglior live d'autore italiano organizzata da Ruggero Pegna che premia i migliori concerti d'autore italiani di ogni anno. Il suo nome compare nel titolo di una delle poche canzoni scritte da Roberto Benigni il quale, durante una serata del Club Tenco, presentò «Mi piace la moglie di Paolo Conte», dedicandola ironicamente a Egle Conte e parodiando le tematiche delle sue canzoni. Conte, presente alla stessa serata, ricambiò scherzosamente con una dedica «alla zia di Benigni, della quale mi sono invaghito». Nel 2008 pubblica il nuovo album, «Psiche»; nello stesso mese la Bmg immette sul mercato un album, «Paolo Conte plays jazz», che racchiude alcune incisioni effettuate in vari periodi di brani jazz, tra i quali quelli realizzati con il Paul Conte Quartet e le registrazioni con Gianni Sanjust. Un universo che unisce il jazz ad una straordinaria, bizzarra, malinconica ed ironica umanità, e tanti posti per molti ormai divenuti «luoghi del cuore» fanno di questo concerto un evento imperdibile. Biglietti: da 35 a 70 euro per gli iscritti al Fai. Da 40 a 80 euro per i non iscritti. Informazioni ai numeri 0832.332624, 02.467615295, 02.467615237. (i.pal.)

 

L'EDITORIALE
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