di Paolo Franza
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<p style="margin-bottom: 0cm;" align="justify"><strong>GALLIPOLI</strong> |
L’assessore alla Cultura del Comune di Gallipoli, <strong>Gabriella
Casavecchia</strong>, lavora ininterrottamente nel suo ufficio di palazzo
Balsamo per la candidatura della città di Gallipoli a
patrimonio mondiale dell’Unesco. Tutto questo è possibile
grazie alle presenze di monumenti storici e bellezze architettoniche
che da sempre caratterizzano la città, diventata punto di
cultura e riferimento per i turisti che giungono nel Salento.
L’Unesco, Organizzazione delle Nazioni Unite per l'educazione, la
scienza e la cultura, ha intenzione di premiare non un monumento o
una singola città, ma ha intenzione di premiare un «percorso
dell’eccellenza». Se il premio verrà assegnato alla
città di Gallipoli, vuol dire che dal territorio emergono
delle caratteristiche storiche, architettoniche, artistiche o
culturali. Casavecchia sta lavorando, anche nei giorni di festa, per
garantire alla città il prestigioso riconoscimento, quasi
garantito, grazie all’arte presente, anche barocca, e agli alberi
d’ulivo secolari, elementi che danno forti possibilità di
premiazione.</p>
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<p style="margin-bottom: 0cm;" align="justify">Gallipoli, essendo anche
membro della Conferenza delle Città del Mediterraneo, ha molte
possibilità di diventare, grazie al riconoscimento
dell’Unesco, una città culturale, e gli elementi per
realizzare il «sogno» dei gallipolini ci sono. Un weekend
caratterizzato dal lavoro per l’assessore, della città
ionica, Casavecchia, che ha tenuto una serie di incontri con la
professoressa <strong>Tatiana Kirova</strong>, ordinario di Architettura al
Politecnico di Torino e all’Università di Cagliari, nonché
esperta di fiducia dell’Unesco per analisi e valutazioni di
progetti e candidature. «Gli incontri - ha sottolineato
l’assessore - sono stati molto proficui e credo che si sia scalato
un altro gradino nel percorso che avevamo già intrapreso sin
dagli scorsi anni». Un’altra novità è la
costituzione di un «comitato di esperti» rappresentativo
delle varie espressioni della società gallipolina, in modo da
essere un supporto all’amministrazione Venneri nel percorso
intrapreso, in modo da ottenere e meritare il premio dell’Unesco.
«Un comitato che è in via di definizione - ha continuato
l’assessore - ma che dovrebbe avere una sua fisionomia definitiva
entro il prossimo mese. È un progetto, questo, che stiamo
seguendo molto da vicino e su cui stiamo garantendo attenzione e
interesse». Ora, alcuni esperti stanno valutando le
caratteristiche della città di Gallipoli, poi l’Unesco sarà
chiamato a valutare la candidatura dell’arco del sud Salento, visto
che l’organizzazione ha intenzione di dare il premio a una città
con dei percorsi significativi, o meglio, una città con
qualità di cultura. «Per Gallipoli - ha spiegato
Casavecchia - si è individuato un filo che unisce il sud
Salento sia con l’arte ed il barocco in particolare, sia con il
patrimonio ambientale e nello specifico gli ulivi secolari».
Gallipoli, grazie alle caratteristiche che la valorizzano, si
appresta così ad avere un ruolo di leadership e di
coordinamento in questo «discorso allargato», se è
vero che da qualche anno ha avanzato la sua candidatura per l’Unesco
e che, sempre da qualche anno, è membro della Conferenza delle
Città Storiche del Mediteranneo. Il prossimo passo, pertanto,
è quello di coinvolgere in questo discorso i comuni coinvolti
da questa «via dell’eccellenza», perché attivino
anch’essi le relative procedure, costituendo contestualmente i
comitati rappresentativi della società civile, in grado di
supportare il lavoro dell’amministrazione comunale. Gli incontri
con la professoressa Kirova, tuttavia, non si sono limitati ad
affrontare la questione Unesco, ma hanno riguardato anche altri
ambiti. «Stiamo valutando - ha concluso l’assessore - la
possibilità di realizzare un progetto molto interessante in
grado di valorizzare la cultura immateriale della nostra città,
uno dei motivi di vanto di Gallipoli considerando lo straordinario
bagaglio di storia, riti e tradizioni che possiede la nostra
comunità».</p>