Data pubblicazione: 29/08/2008 | INTERVENTI
«Inciviltà e incuria sulle strade italiane». La denuncia di Giovanni D’Agata
Il componente del dipartimento nazionale «Tutela del Consumatore», dell’Italia dei Valori, Giovanni D’Agata, reclama la situazione in cui versano le strade italiane. «Le troppe buche presenti - dice - a volte sono causa di incidenti».
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<p style="margin-bottom: 0cm;" align="justify"><strong>LECCE</strong> | Il
componente del dipartimento nazionale «Tutela del Consumatore»,
dell’Italia dei Valori, <strong>Giovanni D’Agata</strong>, denuncia le
troppe buche sulle strade italiane. Secondo D’Agata, occorrerebbe
una normativa più puntuale che obblighi gli enti proprietari o
gestori a mettere in sicurezza le strade, specie dei centri urbani e
quelle ad alto volume di traffico. «Siamo nel 2008, ed ancora
oggi a distanza di oltre 60 anni dal disastro della seconda guerra
mondiale, l’Italia continua ad essere caratterizzata da una delle
sue annose vergogne: uno degli otto Paesi più industrializzati
del pianeta, che rimane lo Stato delle strade groviera delle buche e
delle voragini».</p>
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<p style="margin-bottom: 0cm;" align="justify">Secondo D'Agata le buche
sono inconcepibili in uno Stato moderno come l'Italia: «Ciò
che unisce il Nord al Sud d’Italia è la stessa risalente
questione: buche, asfalto sconnesso e avvallamenti nascosti sulle
nostre strade ogni anno costituiscono la causa diretta di migliaia di
incidenti - sottolinea - che puntualmente vengono denunciati agli
enti proprietari delle strade, ma il più delle volte mai
risarciti». Poi insiste: «Inciviltà e incuria che
pare sia una scelta obbligata di alcune pubbliche amministrazioni, i
cui bilanci vacillano per gestioni spesso non oculate, ma che non
esime da tratti di strade gestite dai privati. La questione
dimenticata, è che molto spesso si sottovaluta che il problema
della sicurezza stradale, non riguarda solo la corretta educazione
stradale ed il rispetto della normativa da parte degli automobilisti,
ma concerne in misura paritaria anche la prevenzione da parte degli
enti gestori o proprietari delle strade, troppo spesso impegnati in
un’ottica d’emergenza che li obbliga a fare da tappabuchi
piuttosto che a pianificare delle opere di ristrutturazione e messa
in sicurezza delle nostre strade».</p>
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<p style="margin-bottom: 0cm;" align="justify">Poi conclude: «Per
queste ragioni è necessario un rigoroso intervento normativo
in materia, che obblighi gli enti proprietari o gestori a mettere in
sicurezza le strade, specie dei centri urbani e quelle ad alto volume
di traffico e l’istituzione di un organismo di controllo che
verifichi da una parte il corretto utilizzo dei proventi delle
sanzioni amministrative pecuniarie da parte delle pubbliche
amministrazioni, che ai sensi dell’articolo 208 del Codice della
Strada devono essere utilizzati con esclusive finalità
preventive e di educazione stradale, e dall’altra il puntuale
adempimento degli obblighi contrattuali dei gestori in tema di
miglioramento della rete stradale».</p>
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