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UFFICIO RECLAMI
Data pubblicazione: 26/08/2008 | INTERVENTI
Grave la situazione sanitaria in carcere. Il Sappe reclama al presidente Vendola
Gravi i disagi nel carcere di Lecce, soprattutto in merito alla sanità. 1200 detenuti curati da un solo infermiere. Il Sappe, sindacato autonomo polizia penitenziaria, si lamenta verso il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola.
<p><!-- @page { size: 21cm 29.7cm; margin: 2cm } P { margin-bottom: 0.21cm } --></p> <p style="margin-bottom: 0cm;" align="justify"><strong>LECCE</strong> | &laquo;Il Sappe, sindacato autonomo polizia penitenziaria, aveva scritto alla fine di luglio al presidente della Regione, Nichi Vendola, all&rsquo;assessore alla Sanit&agrave;, Alberto Tedesco, a tutti i gruppi consiliari della Regione, a prefetti e magistrati di sorveglianza, esprimendo la grande preoccupazione per quello che potrebbe accadere nelle carceri pugliesi, e nazionali, a partire dal primo settembre, data in cui verr&agrave; completato il passaggio della Sanit&agrave; penitenziaria a quella Pubblica previsto per il primo aprile 2008&raquo;. Lo comunicano in una nota. &laquo;Nessuna risposta, eppure i motivi di preoccupazione sono tanti, a partire da possibili interruzioni dell&rsquo;assistenza sanitaria nelle carceri pugliesi, con risvolti che potrebbero sfociare in manifestazioni di protesta drammatiche. Infatti, a partire dal primo settembre, tutto il personale infermieristico che lavora a parcella negli istituti penitenziari, la maggioranza, gi&agrave; dipendente delle Asl, dovrebbe, cos&igrave; &egrave; stato detto, essere incompatibile con l'attivit&agrave; svolta nei penitenziari. Se ci&ograve; accadr&agrave;, come e dove si trover&agrave; in cos&igrave; breve tempo, il personale paramedico necessario per coprire le esigenze dei penitenziari pugliesi, considerato che l'assistenza sanitaria nelle carceri deve essere garantita 24 ore al giorno? Come si potr&agrave; rinunciare a conoscenze e professionalit&agrave; acquisite in tanti anni considerata la delicatezza di tale settore, la cui criticit&agrave; &egrave; confermata dagli innumerevoli atti di autolesionismo, e violenza che si consumano nei penitenziari? Stesso discorso per il personale medico. Inoltre, lo stesso verrebbe individuato attraverso turn&ndash;over comunicato dalle Asl competenti ai penitenziari, e non in base a dei parametri rigorosi, previsti dall'amministrazione penitenziaria, inerenti non solo la professionalit&agrave;,ma anche verificando parentele o frequentazioni con appartenenti alla criminalit&agrave; organizzata, poich&eacute; bisogna anche garantire la sicurezza delle carceri; che fine faranno le professionalit&agrave; e conoscenze acquisite nel tempo?&raquo;.</p> <p style="margin-bottom: 0cm;" align="justify">&nbsp;</p> <p style="margin-bottom: 0cm;" align="justify">E poi continuano: &laquo;Altra seria preoccupazione, che potrebbe creare grande allarme sociale, &egrave; data dal rischio che la nuova gestione soprattutto nella fase di avvio, per la scarsa conoscenza delle condizioni operative da parte del personale sanitario incaricato dalle Asl, determini un forte accentuazione del numero dei detenuti ricoverati oppure tradotti per visite specialistiche presso nosocomi esterni, a tutto discapito della sicurezza e del carico di lavoro della polizia penitenziaria, gi&agrave; in grave crisi di organici. Infine verr&agrave; meno la figura del medico del corpo che non potr&agrave; pi&ugrave; seguire l'iter delle varie pratiche di carattere medico-legale presso l'ospedale militare, collegate alla pericolosa attivit&agrave; lavorativa svolta dalla polizia penitenziaria,fino all'impossibilit&agrave; di rientrare in servizio dopo la malattia. L'attivit&agrave; sanitaria penitenziaria del medico e dell'infermiere &egrave; specifica e complessa, e non pu&ograve; essere paragonata a quella offerta nelle strutture sanitarie esterne poich&eacute; sono diverse le condizioni operative e la tipologia dei malati, e l&rsquo;aver accomunato tali specificit&agrave;, riteniamo sia stato irresponsabile poich&eacute; non si &egrave; pensato alle conseguenze che potrebbe provocare sia sul sistema penitenziario, che alla sicurezza della comunit&agrave;. Nelle carceri pugliesi quasi la met&agrave; della popolazione detenuta &egrave; affetta da varie patologie, dalla sieropositivit&agrave;, alle malattie infettive, persino alla tubercolosi, malattie psichiatriche ed altre, come si potranno soddisfare tali esigenze? Lo sa il presidente Vendola cos&igrave; attento al problema delle carceri che se a un detenuto viene ritardata o non viene somministrata la terapia, anche poche gocce di antidolorifico o ansiolitico sfascia la cella e indirizza la sua rabbia contro il personale? Lo sa il presidente Vendola che gi&agrave; adesso al carcere di Lecce con 1200 detenuti lavora con un solo infermiere, e questa emergenza che si sta estendendo anche agli altri penitenziari? In questo contesto potranno le Asl con i loro problemi strutturali, di bilancio, di conoscenze specifiche del sistema penitenziario, offrire un servizio migliore ai detenuti, tenendo presente che non stiamo parlando di ospedali ma di strutture carcerarie molto complesse e delicate. Il Sappe crede proprio di no, e il disorientamento e la grande preoccupazione che serpeggia presso le strutture Penitenziarie purtroppo, lo sta a dimostrare. Il Sappe ritiene che una fase transitoria, riguardo l'incompatibilit&agrave; degli operatori sanitari, sia necessaria e indispensabile, al fine valutare e approfondire, con la massima serenit&agrave; e seriet&agrave; l'impatto che tale passaggio scatener&agrave; nelle carceri pugliesi, e nazionali. Sarebbe una prima risposta alle preoccupazioni di tutti gli operatori penitenziari che prevedono il diffondersi di atti violenza e illegalit&agrave; con gravi rischi per l'incolumit&agrave; sia ai lavoratori penitenziari che ai detenuti, con risvolti preoccupanti anche per l'ordine e la sicurezza pubblica. Aspettiamo risposte presidente Vendola, poich&egrave; sarebbe difficile trovare, poi, parole atte a giustificare le responsabilit&agrave; per una possibile tragedia annunciata&raquo;.</p> <p>&nbsp;</p>
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