di Federica Sabato
<p><!--
@page { size: 21cm 29.7cm; margin: 2cm }
P { margin-bottom: 0.21cm }
--></p>
<p style="margin-bottom: 0cm;" align="justify"><strong>L'EDITORIALE</strong> |
<em>Questa è una storia di ordinaria filantropia e amore per il
prossimo delle nostre forze dell’ordine. È una storia che
squarcia in due la nostra estate, contrassegnata dalle giovani
vittime della strada. Si tratta di una storia che non vorremmo mai
finire di raccontare ai nostri figli e una storia che non vorremmo
mai terminare di ascoltare. La giovane <strong>Laura Gianferri</strong><span>,
23 anni,</span> di Rieti, in vacanza ad Otranto e poi allontanatasi
dal campeggio in cui villeggiava, è stata ritrovata sana e
salva accovacciata dinanzi ad un canneto. Nei suoi occhi la paura e
il terrore. Non spetta a noi sindacare sui motivi che hanno spinto
Laura a fuggire, anzi, quelli non ci devono proprio interessare. A
dispetto del diritto di cronaca, in certe storie, è meglio non
entrarci, per non rischiare di confondere la cronaca con la curiosità
becera delle comari di paese. Quello che importa è che la
23enne di Rieti è stata ritrovata sana e salva. Intanto,
Otranto si conferma terra di accoglienza. Un po' come quando
arrivarono in Salento, quegli emigranti dai paesi dell'est in cerca
di fortuna. E noi, italiani, li abbiamo accolti e a molti di loro,
dato un lavoro.</em></p>
<p style="margin-bottom: 0cm;" align="justify"><em><br /></em></p>
<p style="margin-bottom: 0cm;" align="justify"><em>Laura si trova
attualmente sottoposta alle cure, non del più vicino
nosocomio, ma a casa del maresciallo Gagliani che insieme alla moglie
Rita sta provvedendo a rifocillare la ragazza, non solo sotto
l’aspetto materiale, ma soprattutto dello spirito e dell’anima.
La ragazza dopo essere stata ritrovata sotto choc è stata
portata in caserma per i dovuti accertamenti. Gagliani, spogliatosi
della divisa militare, ha preferito portare con sé, nella sua
abitazione, la ragazza, al fine di ricrearle un ambiente quanto più
possibile familiare e sereno. Se Laura è stata ritrovata,
sicuramente, è stato grazie ad un lavoro sinergico di tutte le
forze dell’ordine, che in periodi come l’estate, intensificano
ancora di più il loro impegno. E lo fanno con non poche
difficoltà e senza fregiarsi di alcun titolo. Ben vengano
altre storie come questa del maresciallo Gagliani, in un momento in
cui si è diffidenti anche del proprio vicino di casa e forse
non ci fidiamo più neanche di noi stessi. E noi giornalisti,
di solito, siamo pronti a «sbattere il mostro in prima pagina»,
non dando il giusto risalto alle belle storie di solidarietà e
di amore per il prossimo, come questa, che invece, dovrebbe fungere
da esempio per tutti. Dunque, un plauso va al maresciallo Gagliani e
alla sua famiglia, per la generosità e bontà d’animo
che hanno dimostrato, per averci ricordato che sotto la divisa i
nostri militari, hanno prima di tutto un cuore con la «C»
maiuscola. Storie come questa mi ricordano tutte quelle persone,
educatori, assistenti, volontari, che lavorano ogni giorno
silenziosamente al servizio del prossimo. Di loro non si sa nulla,
eppure ci sono. Il loro operato non viene mai «sbattuto»
in prima pagina, eppure ci sono e lavorano per dare un sorriso a chi
non sorride mai, per dare serenità a chi non sa cosa sia, per
dare amore a chi è bisognoso di esso. A tutti gli altri, ai
diffidenti, ai menefreghisti, i benpensanti ipocriti, a quelli che al
di là del loro naso non guardano, ai borghesi che con una
cospicua offerta economica nelle «feste comandate»
pensano di pulirsi la coscienza, consiglierei di leggere sotto
l’ombrellone «La traccia dell’Altro» del filosofo
Emmanuel Lèvinas.</em></p>