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UFFICIO RECLAMI
Data pubblicazione: 25/08/2008 | CRONACA
Nella casa di riposo, tenuta in stato di «prigionia». Disavventura di un'80enne
Tenuta prigioniera nella casa di riposo, un'anziana viveva in stato di precarietà. I due gestori, un uomo di 51 anni di Brindisi, e una donna di 55 di Squinzano, conviventi, sono stati denunciati a piede libero per minaccia, violenza privata, truffa.
<p><!-- @page { size: 21cm 29.7cm; margin: 2cm } P { margin-bottom: 0.21cm } --></p> <p style="margin-bottom: 0cm;" align="justify"><strong>SQUINZANO</strong> | Era tenuta prigioniera in casa, senza che le fosse data la liberta di prendere alcuna decisione. Una donna, anziana, che gi&agrave; di per s&eacute; ha difficolt&agrave; a camminare e a muoversi con disinvoltura e tranquillit&agrave;, potendo solo contare sulle sue poche forze e sulle stampelle che l'accompagnano. Tutto comincia nel mese di gennaio di quest'anno, quando l'anziana donna, seguendo il consiglio di un'amica, e non potendo pi&ugrave; contare sull'assistenza, sulla cura e la premura della propria badante, aveva preso la decisione di trasferirsi in un soggiorno per gli anziani, in modo da essere assistita ventiquattr'ore, dal personale dell'istituto che avrebbe dovuto accoglierla come si dovrebbe ad una persona anziana. La donna, di ottant'anni, di Squinzano, per&ograve;, pi&ugrave; che essere curata, sarebbe stata il &laquo;gancio&raquo; per migliorare la situazione economica dei due responsabili della struttura. Come per tutti gli istituti, l'assistenza alla donna veniva prestata anche di notte, dietro pagamento di una retta mensile. Tuttavia, dopo qualche tempo di permanenza nella casa, che era gestita da una coppia di Squinzano, l'anziana donna, non trovandosi a suo agio, aveva manifestato la volont&agrave; di andare via, per ritornare alla sua vecchia abitazione.</p> <p style="margin-bottom: 0cm;" align="justify">&nbsp;</p> <p style="margin-bottom: 0cm;" align="justify">A quel punto, la coppia le avrebbe impedito di lasciare la casa di riposo, bloccandola con la forza e minacciandola, fino a intimorirla per farla desistere dai tentativi di fuga che, come si diceva, erano gi&agrave; difficili di per s&eacute; proprio per l'incapacit&agrave; della donna di muoversi liberamente. Tutti i movimenti, infatti, venivano fatti con l'ausilio di stampelle o girello. Per questo motivo, tutti i tentativi di chiedere aiuto con il suo telefonino cellulare erano stati vani, perch&eacute; in un'occasione, la governante che l'aveva sorpresa al telefono le avrebbe strappato di mano il telefonino per poi romperglielo irrimediabilmente, e impedire cos&igrave; che la donna potesse instaurare con l'esterno qualunque tipo di contatto. In qualche altra occasione, invece, la donna ha tentato di gridare aiuto per attirare l'attenzione dei passanti che per&ograve; le sarebbero stati impediti, chiudendole la bocca con le mani. La donna, poi era stata privata anche della materiale possibilit&agrave; di gestire i soldi della sua pensione in quanto la governante, avendo la delega per il ritiro, avrebbe trattenuto l'importo di 1346 euro, lasciandole soltanto 50 euro per i bisogni pi&ugrave; urgenti.</p> <p style="margin-bottom: 0cm;" align="justify">&nbsp;</p> <p style="margin-bottom: 0cm;" align="justify">Non &egrave; tutto. Perch&eacute; l'anziana ricorda che qualche volta sarebbe stata costretta a firmare dei documenti senza conoscerne il contenuto, e senza sapere, dunque, a cosa servissero. Nel mese di giugno, ad esempio, l'uomo si sarebbe presentato presso un'agenzia finanziaria di Squinzano e dichiarandosi il nipote di una signora anziana avrebbe chiesto un finanziamento per nome e per conto di lei. Prestito che, &egrave; stato accertato essere della somma di 6mila 800 euro circa che di fatto fu erogato in favore dell'anziana. All'atto della materiale consegna dell'assegno da parte dell'impegata dell'agenzia, finalmente la signora ha potuto raccontare gli episodi di cui era vittima. E dei presunti maltrattamenti che avrebbe sub&igrave;to per mano di quell'uomo e quella donna che la tenevano nella loro casa impedendole di andare via. &Egrave; a quel punto che sono iniziate le indagini da parte della Squadra mobile della Questura di Lecce, che dopo aver accertato i fatti, hanno denunciato i due all'autorit&agrave; giudiziaria. E cos&igrave;, nei guai, sono finiti D.P., di 51 anni, originario di Brindisi, ma residente a Squinzano, e la sua convivente, P.A., di 55 anni, di Squinzano. Ora, dinanzi alla magistratura, dovranno rispondere delle accuse di minaccia, violenza privata, danneggiamento, truffa, circonvenzione di persona incapace e appropriazione indebita in concorso tra loro ai danni, appunto, dell'80enne. Che intanto, &egrave; tornata nella vecchia abitazione e alla quale le &egrave; stato restituito tutto ci&ograve; che le era tato sottratto.</p> <p style="margin-bottom: 0cm;" align="justify">&nbsp;</p> <p style="margin-bottom: 0cm;" align="justify">Intanto, nella casa di accoglienza nei primi giorni di agosto, gli agenti di polizia della Squadra mobile della Questura leccese, in collaborazione con gli agenti della Squadra amministrativa, e con l'ausilio di un medico della Spesal e un tecnico dell'Asl di Lecce, hanno effettuato un sopralluogo e l&igrave; avrebbero riscontrato carenze igienico-sanitarie e di assistenza medica. L'Asl poi ha avanzato la proposta di chiederne la chiusura della struttura perch&eacute; ritenuta non idonea e abusiva. Allo stesso modo, anche gli altri anziani che erano ricoverati l&igrave;, si son dovuti trasferire in un'altra struttura dopo che sono stati avvertiti i parenti.</p>
L'EDITORIALE
Diretta in streaming con la radiocronaca della partita e la differita.
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