di Paolo Franza
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<p style="margin-bottom: 0cm;" align="justify"><strong>UGENTO</strong> | Sono
trascorsi nove anni, da quando <strong>Roberta Martucci</strong>, all’epoca
dei fatti 28enne, poco dopo le 20, di quel triste 20 agosto 1999, è
uscita di casa con l’auto di famiglia, una Fiat Uno. Ha dato un
passaggio alla sorella. Durante il tragitto Roberta riceve una
telefonata al cellulare, pronuncia pochissime parole: «Sto
arrivando». Dalle indagini dei carabinieri è risultato
che questa telefonata sarebbe stata fatta da un'amica, R., alla quale
la Martucci avrebbe detto di avere un appuntamento a Gallipoli con
un'altra amica. Quest’ultima ha dichiarato di non aver mai
incontrato Roberta e di averla atteso per lungo tempo senza mai
vederla. Infatti verso le 23, esasperata, le avrebbe inviato un sms
in cui le diceva: «Roberta per favore non fare scherzi.
Chiamami». Insieme le due amiche, che avevano appena ricevuto
lo stipendio, avrebbero deciso di fare acquisti approfittando dei
negozi aperti. Roberta Martucci, però, aveva detto alla
sorella di essere stata invitata ad una festa. Infatti, invece degli
abituali jeans, aveva indossato una gonna e le scarpe con i tacchi
alti.</p>
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<p style="margin-bottom: 0cm;" align="justify">Quella notte la madre
della ragazza scomparsa ha tentato invano di mettersi in contatto con
lei. Verso le 3, chiamando il suo cellulare, lo ha sentito squillare
per tre volte. Poi più nulla, il segnale non è più
ritornato. Da quel momento sono iniziate le ricerche. Il 24 agosto la
Fiat Uno bianca, targata AF717BZ, è stata trovata parcheggiata
a Gallipoli, in via Genova. Non si sa chi l'abbia portata lì,
né da quanto tempo. All'interno c'era solo un indumento della
Martucci.</p>
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<p style="margin-bottom: 0cm;" align="justify">Le ricerche sono
continuate invano. I genitori hanno lanciato diversi appelli tramite
la trasmissione «Chi l’ha visto?» di Raitre, ma di
Roberta non si è saputo più niente. Le indagini sono
state condotte dai carabinieri di Casarano. Dopo pochi mesi, il
sostituto procuratore della Repubblica, Elsa Vignone, insieme ai
militari hanno confermato che il caso è stato archiviato pur
sostenendo che Roberta Martucci non si sarebbe allontanata
volontariamente, anzi si tratterebbe, secondo le dichiarazioni di chi
ha condotto le indagini, di un sequestro di persona, con un'eventuale
sua eliminazione fisica, non avendo avuto altri elementi per
proseguire le indagini. Ovviamente, le indagini, hanno toccato le
amiche che avrebbero nascosto qualche amicizia particolare, perché
ai militari avrebbero detto di avere un rapporto superficiale,
smentito dai tabulati telefonici che hanno evidenziato un contatto
assiduo tra le amiche, compresa Roberta. Durante le indagini, i
carabinieri trovarono un biglietto con l'indicazione di giorni e
orari in cui poter chiamare e la scritta in stenografia «Ti amo
mio dolce amore». L’auto è stata posta in via Genova
il giorno del ritrovamento e non quello della scomparsa. Lo
confermano i gestori del bar che si trova di fronte al luogo dove è
stata ritrovata la Fiat Uno. Non sarebbero state effettuate analisi
da parte del Ris, per cercare di trovare qualche elemento utile per
le indagini. Quando i telegiornali diffusero la notizia del
ritrovamento dell’auto, l’amica R. chiamò la famiglia
dicendo che Roberta le aveva fatto guidare l’auto il giorno prima
della scomparsa.</p>
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<p style="margin-bottom: 0cm;" align="justify">Quando la trasmissione di
Raitre «Chi l’ha visto?» si occupò di Roberta,
un telespettatore chiamò in diretta dicendo di aver visto la
ragazza scomparsa più volte in una zona molto isolata a
Gallipoli, dopo rilasciò una dichiarazione ai carabinieri,
dicendo di aver visto Roberta in compagnia, a volte di R. e a volte
di un’altra, che salivano a bordo di una Mercedes guidata da un
uomo con i capelli lunghi, e che Roberta sarebbe salita avanti
abbracciando l’uomo e l’amica dietro. L’auto sarebbe poi
partita per andare in direzione di Lecce, per poi tornare dopo circa
tre ore. La storia durò per circa due mesi, da luglio a fine
agosto. Tra le cose di Roberta, è stata ritrovata una medaglia
con la lettera R. Tramite segnalazioni giunte nella trasmissione Rai
è stato possibile rintracciare il negozio che ha venduto la
medaglia, ma il commerciante non ha saputo identificare l’acquirente.
In quel periodo uscì notizia che Roberta aveva una relazione
con l’amica R., da quel momento la ragazza ha deciso che non venga
più fatto il suo nome (noi per delicatezza abbiamo deciso di
evitarlo anche prima, raccontando la vicenda). Secondo una delle
sorelle di Roberta, un'ipotesi è che la ragazza si sarebbe
sentita male durante un festino, e che il suo corpo sia stato
occultato. Piu di un anno fa, la famiglia di Roberta, si è
vista recapitare una lettera, timbrata dall'ufficio poste di Bari,
con una frase battuta al computer che diceva: «Se volete la
verità cercatela a Gallipoli tra le amiche. Non posso dire
altro altro». Da quel momento non ci sono state altre novità.
Mamma Concetta ora lancia un appello a quella persona che ha scritto
la lettera, di farsi viva, anche se non sa tutta la verità, ma
di cercare di portare nuovi elementi, dicendo che il numero è
sulla guida telefonica.</p>
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<p style="margin-bottom: 0cm;" align="justify">Da quel momento la madre
e le sorelle avrebbero lanciato un appello nei confronti delle amiche
e dell’ex fidanzato, per essersi completamente disinteressate. Le
indagini però sono rimaste chiuse sino al 2007, quando lo
stesso procuratore Mignone le riapre. Esaminando nuovamente i reperti
e i tabulati, interrogando parenti e amici per verificare se non sia
stato tralasciato nulla. I familiari parlarono anche di una strana
telefonata giunta sulla rete fissa della famiglia. Si riparte poi
dallo stesso punto in cui le indagini erano state chiuse: sequestro
di persona e omicidio. Sono ancora tanti i punti da chiarire per
cercare di far luce sulle indagini, a partire dal ritrovamento, dopo
tre giorni, della sua auto a Gallipoli, non è stato repertato
nessun reperto che l’autovettura conteneva. Le indagini sono state
riaperte, oltre per la forte volontà dei familiari, grazie a
delle segnalazioni giunte a «Chi l’ha visto?» che hanno
dato indizi in più per cercare di risolvere un giallo, ancora
irrisolto.</p>
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