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UFFICIO RECLAMI
Data pubblicazione: 17/08/2008 | CRONACA
Una lettera di disperazione punta il dito contro l'alta velocità alla guida dell'auto
Una madre scrive alla Gazzetta, una lettera, seppur simbolica, consapevole che non potrà leggerla, a Matteo Maggiore, il ragazzo, che era alla guida di una Mini la notte di San Lorenzo, e che è morto con altri amici a seguito di uno schianto.
<p><!-- @page { size: 21cm 29.7cm; margin: 2cm } P { margin-bottom: 0.21cm } --></p> <p style="margin-bottom: 0cm;" align="justify"><strong>LA LETTERA DI UNA MADRE</strong> | &laquo;Caro Matteo, vittima e carnefice insieme della tragica strage salentina, scrivo a te anche se forse tu non puoi sentirmi, non puoi leggermi. Ma scrivo a te, e attraverso te a tanti tuoi coetanei che rischiano la vita spingendo un acceleratore sulle strade, perch&eacute; spero che da questo dialogo muto e unilaterale arrivino le risposte a tante domande che resteranno nell&rsquo;aria e nel cuore forse per sempre. Correvi su una strada improbabile, al volante di una Mini, piccola quanto veloce. Il tachimetro si &egrave; fermato segnando 160 orari. Nei tuoi pochi anni di vita, e pochissimi di patente, ti sarai sentito dire mille volte di non correre, di non rischiare la vita, che il pericolo &egrave; dietro l&rsquo;angolo. Tua madre e tuo padre ne avranno passate di notti insonni ad aspettarti, magari facendo finta di dormire, finch&eacute; non hanno sentito girare le chiavi nella toppa. Una bella notte quella chiave non ha girato ed ora non girer&agrave; pi&ugrave;. Non sei tornato e insieme a te non sono tornati altri sei giovani come te, mentre un&rsquo;altra sta ancora lottando fra la vita e la morte. Il conducente eri tu, la &laquo;colpa&raquo; presumibilmente &egrave; tua. La tua famiglia &egrave; impazzita dal dolore e continuer&agrave; a impazzire per il resto dei suoi giorni, insieme a loro stanno impazzendo le famiglie degli altri ragazzi che sono volati in cielo insieme a te. Ora ci saranno inchieste giudiziarie, avvocati, assicurazioni, prove e controprove, cause, risarcimenti danni e tutto quello che ne consegue. Tu o qualcuno alla fine risulter&agrave; colpevole ma questo al momento credo che sia ininfluente.</p> <p style="margin-bottom: 0cm;" align="justify">&nbsp;</p> <p style="margin-bottom: 0cm;" align="justify">Quello che mi viene in mente in questo momento &egrave; una frase del film &laquo;Il silenzio degli innocenti&raquo;, quella in cui il &laquo;mostro&raquo; Hannibal Lecter, che minacciava di uccidere la figlia di una illustre donna politica, le chiede gelidamente e cinicamente se sente ancora i morsi di quando l&rsquo;aveva messa al mondo, i dolori del parto, la dolcezza dei momenti in cui l&rsquo;aveva allattata, dolorosa pi&ugrave; del dolore stesso. Bene, quei ricordi, quei dolori, quei morsi resteranno per sempre nell&rsquo;animo della tua mamma, urleranno di dolore nel suo animo e in quello di tutte le altre mamme dei ragazzi morti, insieme al vuoto della vostra assenza, ogni secondo della loro vita, ogni secondo in cui penseranno che non ci siete pi&ugrave;. Ora per&ograve;, mentre scrivo, di una cosa sola sono certa: tu non volevi questo, tu non potevi volere questo. Tu, mentre correvi incosciente e spensierato eri lontanissimo da questi pensieri, certo non volevi straziare di dolore la tua famiglia, non volevi la disperazione della tua mamma, non volevi seminare tanto dolore intorno a te, non volevi far del male ai tuoi amici e di certo non volevi buttare via la tua vita. Non pensavi in quel momento che per quella tua corsa incosciente di un attimo avresti compromesso il &laquo;tuo&raquo; futuro, il &laquo;tuo&raquo; domani, tutta l&rsquo;allegria, la spensieratezza dei tuoi anni, tutte le serate allegre che sarebbero venute, il sole, l&rsquo;amore, le scorribande in spiaggia. Non ci hai pensato davvero o non avresti corso di sicuro.</p> <p style="margin-bottom: 0cm;" align="justify">&nbsp;</p> <p style="margin-bottom: 0cm;" align="justify">In quel momento non hai sentito nelle orecchie tutti gli inviti alla prudenza e le raccomandazioni &laquo;pallose&raquo;, le sollecitazioni alla responsabilit&agrave; e a pensare che la fatalit&agrave; &egrave; sempre dietro l&rsquo;angolo. E per favore non rispondermi che la colpa &egrave; nostra, che i primi colpevoli siamo noi, la societ&agrave; che vi d&agrave; falsi valori, le auto veloci che vi mettiamo nelle mani, i modelli educativi che vi arrivano da tutti i telefilm e da tutti i cartoni animati del mondo che vi dipingono una vita da invincibili, sempre &laquo;no limits&raquo;. Noi siamo colpevoli della tua stessa colpa: dell&rsquo;incoscienza di essere andati dietro con troppa leggerezza a benessere e progresso e ricchezza e falsi miti, senza capire che tutto questo, prima o poi, lo avremmo pagato con il sangue dei nostri figli. Noi abbiamo pensato ingenuamente che le nostre prediche &laquo;pallose&raquo;, le nostre &laquo;paranoie&raquo; fossero sufficienti, abbiamo dimenticato che alla tua et&agrave; eravamo sordi ad ogni raccomandazione e che, a nostro modo, abbiamo corso i nostri rischi, pi&ugrave; piccoli e diversi ma pur sempre rischi, e in pi&ugrave; larga percentuale ci &egrave; andata bene, perch&eacute; siamo qui a raccontarli. Ora per&ograve;, da mamma che soffre insieme alla tua mamma e a tutte le mamme che hanno perso i loro figli adorati, mi auguro per te una cosa sola: che dovunque tu sia in questo momento, sia in un mondo fatto davvero di luce o di niente, in un posto in cui non possa raggiungerti il rimorso di aver spezzato la tua vita e quella dei tuoi amici, in un posto dove morire non rappresenta la tragedia che rappresenta per noi, dove non c&rsquo;&egrave; rimpianto per quello che si &egrave; lasciato, perch&eacute; se cos&igrave; non fosse ora stai impazzendo anche tu, ancora pi&ugrave; dolorosamente e pi&ugrave; crudelmente di noi che siamo qui a piangerti e a piangervi.</p> <p style="margin-bottom: 0cm;" align="justify">&nbsp;</p> <p style="margin-bottom: 0cm;" align="justify">Te lo auguro con tutto il mio cuore ragazzo mio. Perch&eacute; la condanna peggiore che tu o chiunque sia colpevole di tanta tragedia potrebbe avere, oltre quella di assistere impotenti al nostro strazio, sarebbe quella di stare da qualche parte a guardare questa vita bella e brutta che continua a scorrere sotto di voi e senza di voi e pensare con rabbia e rimpianto e rammarico: &laquo;Quanto sono stato stronzo, avessi rispettato la legge, i limiti di velocit&agrave;, ascoltato le pubblicit&agrave; progresso, letto gli articoli sui giornali, i cartelloni stradali. Ora saremmo tutti vivi e avremmo ancora tanto di cui godere. Quanto sono stato stronzo, avessi dato retta a mamma&raquo;. Ieri era ferragosto e tu non eri al mare, non ci sarai mai pi&ugrave;. Vacci, se puoi, insieme a tutti i giovani del mondo, godi con loro, tieni il loro piede alla giusta pressione sull&rsquo;accelleratore, i loro occhi sulla strada, le loro coscienze vigili. Parla ai loro cuori, racconta la tua esperienza, digli di non fare la tua fine. E comunque, dovunque tu sia, buona fortuna, ragazzo mio&raquo;.</p> <p>&nbsp;</p>
L'EDITORIALE
Diretta in streaming con la radiocronaca della partita e la differita.
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CAMPIONATI ITALIANI
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La società di Franco Alemanno conquista 3 ori e 3 bronzi individuali.
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A pochi giorni dalla fine del campionato il Lecce lotta per la salvezza.
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La Dimcar Falchi Ugento vincono tre set. Ora secondi in classifica.
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