di Marco Palma
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<p style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><strong>UGENTO</strong> | Sono trascorsi ormai
due mesi dalla tragica vicenda che ha avuto come teatro dei fatti la
periferia ugentina, l’omicidio del consigliere provinciale
dell’Italia dei valori <strong>Peppino Basile</strong>, ucciso con diciannove
coltellate la notte tra il 14 e il 15 giugno scorsi, ma nel paese
resta ancora un clima di terrore, di angoscia e di preoccupazione per
l’evolversi dei fatti.</p>
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<p style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">Fu eletto al consiglio provinciale
nelle elezioni provinciali del 2005. Venne nominato componente delle
commissioni consiliari per il Patrimonio nei lavori pubblici,
Gestione territoriale, Ambiente e risorse naturali ed energetiche. Si
distinse subito per il suo carattere impulsivo e per quegli
atteggiamenti volti, soprattutto, alla tutela della sua patria e del
suo paese. Le sue iniziative di consigliere di opposizione a Ugento
spesso suscitavano scalpore. La notizia della sua morte si sparse
immediatamente in tutto il paese generando stupore, paura, e
preoccupazione per una situazione di pericolo generale che, la triste
vicenda, preannunciava.</p>
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<p style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">Le indagini partirono immediatamente
per mano dei carabinieri della compagnia di Casarano giunti per primi
sul luogo del delitto e furono portate avanti per mezzo di un’azione
coadiuvata di polizia e carabinieri onde evitare di tralasciare
qualche pista. Dopo pochi giorni dal delitto venne trovata una
presunta arma che avrebbe portato le indagini a fare un po’ di luce
sul caso e le analisi dell’arma furono affidate ai Ris di Roma, nel
frattempo, nelle campagne ugentine non distanti dall’abitazione di
Basile, vennero ritrovate una camicia sporca di sangue e una Fiat Uno
blu che sarebbe risultata rubata. Le indagini ebbero una nuova svolta
e vennero condotti numerosi interrogatori da parte del commissariato
di polizia di Taurisano. Le indagini proseguirono serrate e, nel
frattempo, si creò un comitato pro Basile composto dal
consigliere e agente di polizia, <strong>Gianfranco Coppola</strong>, dall’ex
carabiniere leccese, <strong>Gianni D’Agata</strong>, e da <strong>Salvatore Di
Mitri</strong> di Cavallino con l’intento di collaborare con gli
investigatori attraverso l’indagine storica delle battaglie
politiche del consigliere provinciale dell’Idv.</p>
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<p style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">In contemporanea alle indagini si è
svolta, e si svolge tuttora, una campagna di commemorazione di
Peppino Basile da parte dell’Italia dei valori per volere del
segretario provinciale del partito, <strong>Francesco D’Agata</strong>. Il 14
luglio scorso si è tenuta in Ugento una manifestazione per
commemorare il compianto Peppino, la fiaccolata della legalità,
alla quale hanno partecipato numerosi ugentini, i sindaci di
Taurisano, <strong>Luigi Guidano</strong>, di Melissano, <strong>Roberto Falconieri</strong> e di Collepasso, <strong>Vito Perrone</strong>. Presente anche un delegato
della Provincia di Lecce. D’Agata ha precisato più volte che
la manifestazione non era una strumentalizzazione ma un modo per
ricordare un uomo e, soprattutto, un amico.</p>
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<p style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">Le indagini intanto proseguono. Il 28
luglio scorso, tre uomini della Squadra mobile di Lecce, sono irrotti
nel palazzo del Municipio coordinati dal dirigente <strong>Annino Gargano</strong> con l’ordine di acquisire documenti riguardanti atti
amministrativi, delibere di giunta, in particolare quelle in cui
Basile si era scagliato contro la maggioranza per denunciare presunti
abusi. I militari in borghese hanno subito iniziato a visionare
materiale utile anche sui computer dei diversi uffici comunali. A
distanza di due mesi dalla morte di Basile le indagini seguono il
proprio corso senza grosse novità. «Siamo rammaricati,
preoccupati - dice il segretario provinciale del partito, Francesco
D’Agata - dal fatto che, purtroppo, si sia, ancora, in un vicolo
cieco». Non esiste, dunque, alla luce dei fatti, una pista
privilegiata. Gli inquirenti continuano ad indagare incessantemente e
con la volontà, come sostiene D’Agata, di voler far luce,
quanto prima, sul delitto Basile.</p>
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<p style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">«Il comitato pro Basile -
prosegue - continua a lavorare e ad esaminare i carteggi a sua
disposizione relativa all’attività di Basile in consiglio
comunale. Sicuramente, noi penseremo di fare qualche attività
commemorativa a partire da settembre in poi, perché, a questo
punto, è importante cercare di ricordare e di non fare
assopire l’opinione pubblica sul delitto d’estate in Puglia».
In generale, il sentimento comune che aleggia tra le persone che
hanno conosciuto Basile di persona, o che l’abbiano conosciuto
tramite i telegiornali, è un sentimento di paura e di angoscia
perché è ancora in circolazione, forse in Italia o da
qualche parte in Europa, un assassino.</p>