Data pubblicazione: 14/08/2008 | CRONACA
Nuovo provvedimento per il «braccio destro» del clan Coluccia che torna in carcere
Biagio Arena, di 54 anni, di Galatina, è stato arrestato a seguito di un ordine di carcerazione emesso dalla Procura di Lecce. Dovrà scontare una pena residua di un anno e 19 giorni più uno presso una casa lavoro per associazione a delinquere di stampo mafioso.
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<p style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><strong>NOHA (GALATINA)</strong> | In carcere il
braccio destro dei Coluccia. Che dovrà scontare una pena
residua di un anno e 19 giorni di reclusione. Alla quale va aggiunto
un altro anno presso una casa lavoro per il reato di associazione per
delinquere di stampo mafioso. L'uomo che è stato arrestato è
Biagio Arena, 53 anni, che è ritenuto uno degli elementi più
rilevanti del clan Coluccia, a tal punto da esser stato definito il
braccio destro del clan. Quest'ultimo a partire dal 2004 è
stato smembrato con un susseguirsi continuo di arresti e processi.
L'uomo, proprio questa mattina, è stato tratto in arresto e
prelevato dalla sua abitazione dagli uomini della stazione di
Galatina, che dipende dalla compagnia di Gallipoli. L'arresto è
stato compiuto in ottemperanza di un ordine di carcerazione emesso il
6 agosto scorso dall'Ufficio esecuzioni della Procura della
Repubblica presso la Corte d'Appello di Lecce. Circa un mese fa,
esattamente il 19 luglio scorso, Arena era tornato sulle colonne di
cronaca perché aveva avuto a che fare con i finanzieri del
Nucleo di polizia tributaria di Lecce per via di un sequestro
preventivo.</p>
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<p style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">In quell'occasione, i militari
sigillarono l'abitazione, del valore di circa 150mila euro, ubicata
nella frazione galatinese Noha. Ciò che aveva portato al
provvedimento era la mancanza di congruità tra il valore
dell'immobile e quanto dichiarato come reddito dall'uomo che tra
l'altro mancava di un posto fisso. In un precedente episodio, Arena
fu arrestato insieme ad altre 48 persone il 24 febbraio del 2004, da
parte dei carabinieri del Raggruppamento operativo speciale che
collaborarono con i militari della compagnia di Gallipoli.</p>
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