Data pubblicazione: 11/08/2008 | POLITICA
Pellegrino arrabbiato: «L'ente Provincia non ha alcuna responsabilità»
Il presidente della Provincia, Giovanni Pellegrino, dice di non essere in alcun modo responsabile della morte dei sette giovani, spirati l'altra notte sulla Galatone-Santa Maria al Bagno. E spiattella i dati dell'ente.
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<p style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><strong>LECCE</strong> | «Partecipo al
lutto delle famiglie ed al lutto collettivo per questa gravissima
tragedia della strada. Sono stato profondamente colpito da questo
luttuoso evento, perché quando la morte colpisce i giovani, il
dolore diventa ancora più grande». Sono le parole del
presidente della Provincia di Lecce, Giovanni Pellegrino, che chiama
i giornalisti. Il suo è un atteggiamento amareggiato. Sia
perché su alcune testate avrebbe letto di responsabilità
riconducibili all'ente. Sia perché, in prima persona, in
queste ore si è sentito chiamato in causa. «Causa
ingiusta» sottolinea Pellegrino. Che dal canto suo, pensa ai
dati della provincia in merito alla prevenzione degli incidenti sulle
strade. E poi riflette con chiarezza, che occorre ancora vederci
chiaro sull'incidente che si è consumato ieri: «Per
vedere chiaro nelle cause dell’incidente, ho chiesto due relazioni,
al servizio strade e alla polizia provinciale. Sono andato sul posto
ed ho potuto verificare personalmente che la strada in cui è
maturata la tragedia è ricca di segnaletica orizzontale e
verticale.</p>
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<p style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">Si tratta di una strada sub urbana
perché sui due lati vi è un tessuto abitativo molto
intenso e numerosi accessi. A 30 metri dal punto in cui è
accaduta la tragedia vi è il limite di velocità di 50
chilometri orari, nei pressi vi è un passaggio a livello
segnalato dai due lati e un grande cartello che indica la zona
abitata. Trovo, pertanto, intollerabile che si vogliano attribuire
corresponsabilità dell’incidente all’ente proprietario
della strada, cioè alla Provincia. La nostra rete viaria non
ha eguali nelle altre province d’Italia e siamo sempre molto
impegnati per mettere in sicurezza le strade. Anche le nostre
iniziative in questo settore sono numerose. Cito «Discoinbus»,
il servizio di trasporto pubblico in favore dei ragazzi che
frequentano le discoteca, e le campagne per la sicurezza stradale che
effettuiamo nelle scuole ed attraverso i mezzi di informazione».
Insomma, se qualcosa non ha funzionato, fa sapere, probabilmente
dev'essere riconducibile a qualche infrazione stradale. Il tachimetro
sul cruscotto dell'auto, della Mini Cooper, era bloccato sui 160. E
sulla strada, il limite è di 50 chilometri l'ora.</p>
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<p style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">«C’è un insieme sociale
– ha insistito Pellegrino – che deve domandarsi se non sia il
caso di collaborare per migliorare la situazione, piuttosto che
limitarsi a prendere atto di ciò che accade ed a lanciare
accuse prive di fondamento. Non è giustificato un
atteggiamento intollerante nei confronti di chi ha la sfortuna di
dover gestire la cosa pubblica. Di fronte ad episodi dolorosissimi
come questo sarebbe molto meglio se si mettessero a fuoco le vere
cause che li provocano, piuttosto che ricercare responsabilità,
in questo caso della Provincia, che non esistono. Così facendo
si rende un pessimo servizio alla collettività, perché
si danno degli alibi e si incentivano comportamenti imprudenti e
irresponsabili».</p>
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