Data pubblicazione: 06/08/2008 | INTERVENTI
Antonio Buccoliero: «Sindaci sceriffo? Attenzione ai facili slogan in tema di sicurezza»
Il vicepresidente della VII Commissione affari istituzionali alla Regione sottolinea di desistere da facili slogan in qualità di strumenti idonei in materia di sicurezza. «Occorre – dice – non lasciarsi prendere da ricette facili».
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<p style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><strong>L'INTERVENTO DI ANTONIO BUCCOLIERO</strong> | «In fatto di sicurezza occorre fare attenzione ai facili
slogan, se non si possiedono, in concreto, gli strumenti più
idonei per prevenire e contrastare i reati». Sono le parole di
Antonio Buccoliero, vicepresidente della VII Commissione affari
istituzionali della Regione Puglia, a commento del via libera ai
superpoteri dei sindaci con il decreto Maroni. «Tutto ciò
che viene fatto in termini di sicurezza – sottolinea Buccoliero –
merita la giusta attenzione, ma occorre fare attenzione a non
lasciarsi prendere la mano da ricette facili, se non si investe,
concretamente, in uomini e mezzi per contrastare la criminalità
o fenomeni che possono determinarla. L’allargamento delle
competenze in materia di sicurezza pubblica a favore dei sindaci non
è la ricetta magica che risolve a monte il problema sicurezza
nelle nostre città. Ritengo, infatti, che il modello
organizzativo che, nelle province, fa capo al prefetto, quale
autorità provinciale dell’ordine e della sicurezza pubblica
ed organo di sintesi e coordinamento delle forze di polizia presenti
sul territorio, sia pienamente capace di garantire l’attuazione
delle direttive emanate in materia dagli organi nazionali e, nel
contempo, in grado altresì di adattarle alle particolari
situazioni locali. I sindaci, invece, dovrebbero essere messi nelle
condizioni di assicurare e dare continuità alle politiche
sociali di inclusione che, specie nelle periferie, a volte generano
devianza e, di conseguenza, criminalità diffusa, indice di
instabilità civile. Dare una maggiore responsabilità ai
sindaci in tema di sicurezza è un principio che può
essere accettato. Ma come coniugare poi, eventuali provvedimenti con
l’assenza o la carenza di personale in grado di vigilare e di far
rispettare la legge? Per questa ragione, sarebbe opportuno procedere
ad una riforma del corpo di Polizia municipale – conclude
Buccoliero, che, di recente, ha presentato una specifica proposta di
riforma della legge regionale sulle polizie locali – in modo da
realizzare una trasformazione dei corpi e servizi di polizia locale
in vere e proprie strutture di polizia del territorio che, in piena
collaborazione con le forze di Polizia dello Stato e le altre
Istituzioni, potranno svolgere un ruolo di particolare «vicinanza»
ai cittadini e ai contesti urbani con finalità di prevenzione
e ricostruzione del controllo sociale informale, realizzando così
una sicurezza concreta e partecipata».</p>