Data pubblicazione: 05/08/2008 | POLITICA
L'idea di Antonio Rotundo (Pd). Una raccolta firme per salvare le spiagge leccesi
Rotundo: «altro che giardini di Lecce, le marine rischiano di diventare una vera pattumiera». Il consigliere dell’opposizione ha indetto una raccolta di 10mila firme per dare la sveglia al comune contro l’attuale stato di degrado.
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<p style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><strong>LECCE</strong><span> | Una raccolta firme per salvaguardare la fascia costiera salentina.
È quello a cui ha pensato Antonio Rotundo, consigliere
d’opposizione del comune di Lecce. In una lettera scrive le sue
intenzioni e fa notare il totale abbandono da parte delle autorità
politiche nei confronti delle spiagge e delle località estive.
«Con un tavolo itinerante da San Cataldo a Frigole, da
Torrechianca a Casalabate, pensiamo di raccogliere nell’arco della
stagione estiva 10mila firme in calce alla petizione popolare,
avviata con successo nei giorni scorsi, per chiedere al governo
cittadino maggiore attenzione ed una politica di sviluppo della
fascia costiera contro l’abbandono ed il degrado in cui versa
attualmente per precise responsabilità del comune di Lecce. In
questi anni, infatti, si è registrato il più totale
immobilismo e l’assenza di ogni intervento da parte di palazzo
Carafa verso il litorale, e ciò è tanto più
grave in quanto nello stesso periodo le altre località
salentine sia dell’Adriatico che dello Ionio, a differenza di noi,
si sono organizzate ed hanno progettato il loro sviluppo utilizzando
in modo efficace i fondi europei 2000-2006 e risultando così
maggiormente appetibili per visitatori e turisti ed anche più
attrattive di investimenti e di iniziative anche dei privati. Il
risultato di questa vera e propria latitanza delle giunte di
centrodestra è che i 24 chilometri di coste leccesi sono nel
più totale abbandono e degrado, privi persino dei servizi più
elementari.</span></p>
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<p style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span>A
fronte di ciò i residenti sono stati considerati «limoni
da spremere» se è vero come è vero che il
prelievo fiscale è molto elevato, Ici al 7 per mille, Tarsu,
non viene per nulla speso dagli amministratori comunali per dare
servizi e infrastrutture al litorale, ma destinato altrove. È
il rapporto tra il dare, tasse salate, ed avere, servizi inesistenti,
tra comune e fascia costiera ad essere profondamente squilibrato e ad
alimentare un'esasperazione più che legittima. Per questo
suona veramente offensivo alle orecchie di chi vive in queste
condizioni, sentir parlare con enfasi propagandistica delle marine
come giardini di Lecce proprio da coloro i quali sono i responsabili
dell’attuale stato di cose. In attesa dei grandi progetti, è
troppo chiedere che i cittadini residenti del litorale non siano
considerati cittadini di serie B e possano avere pertanto gli stessi
servizi degli altri considerato che pagano onestamente le tasse?».</span></p>
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