di Valentina Maniglia
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<p style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><strong>SOGLIANO CAVOUR</strong> | Prometteva
grandi firme, scarpe all’ultima moda segnate dai nomi più
famosi, peccato fossero false. A chiunque si fermasse davanti alla
vetrina, non sembrava vero trovare calzature Hogan, Gucci o Prada a
150 euro piuttosto che a 350. Era un piccolo paradiso per chi,
fanatico di grandi griffes, o semplicemente in cerca di occasioni,
voleva esibire piedi «alla moda». Sì, era, perché
adesso il negozio in questione, che si trova a Sogliano Cavour, nella
zona industriale, si è visto portar via dalle sue mensole
circa 3500 paia di scarpe abilmente contraffatte. Il negozio era già
noto non soltanto per questioni commerciali: nel 2005, infatti, gli
uomini della Guardia di Finanza denunciarono 15 persone per
associazione a delinquere finalizzata all’illecita fabbricazione,
alla ricettazione e alla successiva vendita al pubblico di un
notevole quantitativo di prodotti recanti marchi contraffatti. Ma
quell’episodio evidentemente non è bastato a fermare questo
tipo di commercio, tanto che le indagini svolte in questi giorni
dagli uomini della compagnia di Gallipoli, sotto la guida del
capitano Marco Damu, in collaborazione con la tenenza di Maglie,
hanno portato alla denuncia di due persone di Cutrofiano per vendita
di prodotti contraffatti e ricettazione, l’accusa che colpisce
chiunque venda merce oggetto di precedente reato: una donna 33enne,
P.R., il legale rappresentante della ditta, e il titolare del
negozio, A.S., 42enne.</p>
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<p style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">La scoperta del traffico illecito è
avvenuta per caso, o quasi. Un finanziere si era infatti recato tempo
fa nel punto vendita, con l’intenzione di comprare un paio di
scarpe da regalare alla sua ragazza. Ma, osservando bene la fattura
delle calzature, si è insospettito ed ha fatto scattare
l’allarme. In seguito, si sono avvicendate visite da parte di altri
militari nel negozio, che, senza dare nell’occhio, tentavano di
capire se ci fosse sotto qualcosa di «losco». Non era
infatti facile individuare se le scarpe fossero contraffatte o meno:
a parte l’imitazione quasi perfettamente riuscita per occhi non
esperti, infatti, vi era il fatto che la maggior parte della merce
falsa fosse nascosta, precisamente dove si trovava l’impianto di
riscaldamento, pronta per essere tirata fuori al momento
dell’acquisto.</p>
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<p style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">La scintilla che ha fatto scattare il
sequestro, è arrivata comunque da un preciso particolare: in
vetrina spiccavano un paio di scarpe da donna, firmate Gucci, della
collezione 2008/2009, quindi all’ultimo grido, talmente «ultimo»
che a Milano, culla dello shopping d’alta moda, ancora non erano
presenti. Da qui, capendo che i sospetti del finanziere potevano
essere ben fondati, le Fiamme Gialle hanno provveduto a farsi inviare
dalla casa produttrice, la Gucci appunto, un paio di scarpe
originali: la scritta non in rilievo piuttosto che la suola non
traspirante, hanno così permesso di accertare la frode. Solo
contattando le case di produzione è infatti possibile essere
sicuri del proprio operato in questo campo. Le indagini proseguono,
resta infatti da accertare la provenienza delle scarpe, che potrebbe
guardare alle Marche o alla Toscana, o, come già accaduto in
precedenti operazioni, a Napoli. Alcune statistiche dell’anno 2004,
mostrano infatti, con un 44 per cento, come il fenomeno della
contraffazione nell’ambito della moda sia particolarmente diffuso
in Campania. Espandendo il fenomeno agli altri settori, ci si può
stupire invece che la merce maggiormente contraffatta riguarda, oltre
ai beni di consumo (44 per cento), soprattutto i giocattoli, con il
35 per cento. Seguono moda, 12 per cento, ed elettronica, 6 per
cento. Volendo fare un’analisi generale del fenomeno, invece,
uscendo così dai confini italiani, l’origine del mercato è
da ricercare in paesi orientali, quali ad esempio la Cina, la Corea
del Sud, o l’Indonesia.</p>