Data pubblicazione: 30/07/2008 | CRONACA
Enrico Sinistro tenta di cedere la droga al figlio Luciano, detenuto in carcere
E intanto, Borgo San Nicola è al vaglio del ministero della Giustizia. Troppi casi in breve tempo di aggressioni. L'ultimo episodio ieri, quando, due agenti sono rimasti ustionati perché un detenuto aveva appiccato il fuoco nella cella.
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<p style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><strong>LECCE</strong> | Diversi problemi
affligono le carceri. In particolare a Lecce, ieri s'è
verificato l'ennesimo episodio di due agenti colpiti dalle fiamme
mentre un detenuto aveva appiccato il fuoco nella propria cella. Ci
sono poi episodi in cui, padre e figlio, si scambiano un abbraccio,
un po' più caloroso del dovuto, solo per passare dall'esterno
all'interno della casa circondariale alcuni grammi di droga. Una
visita, che si è conclusa col carcere, quella di Enrico
Sinistro, al figlio Luciano, comparso sulle colonne dei quotidiani
perché la moglie era stata trovata con un grosso quantitativo
di eroina. Insomma, il tentativo di far passare quei 23 grammi di
eroina non è andato a buon fine. E proprio ieri, la polizia
penitenziaria ha dovuto bloccare tre tentativi di introduzione di
droga in carcere.</p>
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<p style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><strong>IL SINDACATO</strong> | «Ancora
ieri a Lecce un detenuto nell’appiccare fuoco alla sua cella ha
prodotto il ferimento di due agenti. Lo stesso detenuto che la
settimana scorsa aveva spaccato il setto nasale ad un altro agente. Noi chiediamo a
Lei, ministro Alfano, di fare piena luce su ciò che accade in
quel penitenziario». Con queste parole il segretario generale
della Uil Pa, Penitenziari ha ufficialmente posto all’attenzione
del Guardasigilli, nell’incontro svoltosi ieri a via Arenula, la
«questione leccese». «Circa un mese fa – ha
riferito ancora Sarno – l’80 per cento del personale in una
infuocata assemblea aveva denunciato i problemi della struttura,
anche rispetto alla conduzione amministrativa. A seguito di ciò
il Provveditore Regionale aveva aperto una ispezione interna ma il
Dap aveva deciso di avocare al proprio Ufficio Ispettivo l’inchiesta.
Di fatto noi non abbiamo più alcuna notizia e a Lecce il
personale continua ad essere aggredito e maltrattato».</p>
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<p style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">Il ministro Angelino Alfano, nel corso
dell’incontro, ha immediatamente risposto al Segretario della Uil Pa Penitenziari: «Abbiamo
deciso in presa diretta di approfondire quanto accade a Lecce»
dando formale e pubblico mandato al Capo di Gabinetto, Settembrino
Nebbioso, di acquisire ogni utile notizia. «Sono molto
soddisfatto della risposta immediata del ministro Alfano e sono certo
che il suo impegno ad approfondire si tramuterà in una ripresa
delle verifiche amministrative da parte dell’amministrazione
penitenziaria. A noi non interessa se a fare ciò sarà
il Provveditore o l’Ufficio Ispettivo del dipartimento.
A noi importa che eventuali responsabilità emergano
chiaramente. Quando la quasi totalità del personale esprime
preoccupazione e malessere, come è avvenuto nella famosa
assemblea del giugno scorso, significa che vi è un obbligo
morale ad approfondire. Le retromarce, di cui prendiamo atto, di
alcune organizzazioni sindacali possono far pensare anche a pressioni
indotte. Non sarà un caso se da qualche tempo a Lecce si è
scatenata la caccia ai sindacalisti della Uil. Ma abbiamo ragione di
essere – continua il segretario generale – cautamente ottimisti
rispetto alle garanzie dei singoli, perché il recente rientro
in servizio del commissario Colazzo ci conforta in tal
senso. Anche il forzato posizionamento in ferie disposto dalla direzione nei confronti del
comandante Colazzo ho motivo di ritenere che vada attenzionato in
sede di verifica ispettiva». A conferma dei problemi che
investono la struttura penitenziaria salentina, la Uil Penitenziari
informa che ieri 29 luglio, la polizia penitenziaria ha sventato ben
tre tentativi di introduzione di sostanze stupefacenti all’interno
del carcere. «Quando si intendono far prevalere gli aspetti
pseudo-trattamentali alle necessità di sicurezza – conclude
il leader della Uil Penitenziari – tali episodi sono all’ordine
del giorno. Ha ragione il ministro Alfano quando indica i baschi blu
come presidio alla legalità. Anche a Lecce, dal rientro di
Colazzo, l’affermazione della legalità è ritornata ad
essere stella polare dell’operato della polizia penitenziaria».</p>