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UFFICIO RECLAMI
Data pubblicazione: 28/07/2008 | CRONACA
«Blitz» nel Comune di Ugento per il caso Basile. Gli «atti» sottoposti a sequestro
Ugento. Tre agenti della Squadra mobile della Questura di Lecce questa mattina sono piombati a palazzo di città per sequestrare fascicoli che potrebbero essere utili per cercare di stringere il cerchio sul caso della morte di Peppino Basile.
di Paolo Franza


<p style="text-align: justify;"><!-- @page { size: 21cm 29.7cm; margin: 2cm } P { margin-bottom: 0.21cm } --></p> <p style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><strong>UGENTO (dal nostro corrispondente)</strong> | Sono arrivati in mattinata tre investigatori della Squadra mobile di Lecce intorno alle 11 nel palazzo di Citt&agrave; ad Ugento, il paese di Giuseppe Basile, il consigliere comunale e provinciale dell&rsquo;Italia dei valori, assassinato la notte tra il 14 e il 15 giugno scorsi con 19 coltellate vicino alla sua abitazione in via Nizza. Gli agenti, diretti dal dirigente Annino Gargano, si sono presentati per eseguire un'esecuzione. L&rsquo;ordine prevedeva l&rsquo;acquisizione specifica di documenti che trattano atti amministrativi, delibere di giunta, in particolare quelle dove Basile si era scagliato per la protezione dell&rsquo;ambiente dove si era schierato contro i grandi stabilimenti sulla costa e dove in molti consigli comunali, facendo notare presunti abusi. In particolare, i primi verbali sequestrati sono stati quelli del consiglio comunale del 6 giugno scorso nella quale l&rsquo;esponente aveva criticato alcune decisione della maggioranza prima di lasciare l&rsquo;aula.</p> <p style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">&nbsp;</p> <p style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">I militari in borghese hanno subito iniziato, sotto l&rsquo;occhio vigile del sindaco di Ugento, Eugenio Ozza, a visionare materiale utile anche sui computer dei diversi uffici comunali. In questo modo si d&agrave; fiducia alla pista politica, mai abbandonata dagli inquirenti. Ormai sono trascorsi 40 giorni, sono state ascoltate e riascoltate decine e decine di persone tra parenti, amici, colleghi e conoscenti, sono passate a setaccio le agende, il computer e tutti i fascicoli che Basile possedeva nel suo ufficio a Palazzo dei Celestini. Ora, per cercare di avere idee pi&ugrave; chiare, bisogner&agrave; scavare con delicatezza tra le carte oggi sequestrate. Gli investigatori si sono trattenuti per circa tre ore, controllando tra le stanze del primo piano del municipio di Ugento, il materiale sequestrato ora sar&agrave; visionato dal titolare delle indagini, il sostituto procuratore Giovanni De Palma.</p> <p style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">&nbsp;</p> <p style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">Peppino era un uomo che non tratteneva nulla, anche durante le campagne elettorali diceva e scriveva sui manifesti quello che pensava, senza farsi troppi scrupoli. Forse, con questo modo di fare, Basile probabilmente si sarebbe circondato di nemici, stando anche ai &laquo;segni&raquo; di presunte minacce consegnandogli la testa mozzata di un animale, sparando con un fucile a canne mozze contro il parabrezza della sua auto, fino a recapitargli addirittura dei proiettili, e poi, qualora ci fosse qualche connessione di sorta, a ucciderlo. Molto probabilmente &egrave; proprio per il suo modo di fare, che gli agenti si trovano in difficolt&agrave; a dare una svolta alle indagini, perch&eacute; Basile aveva contatti con troppe persone. Dopo il blitz di oggi nel Palazzo, assessori e sindaco non rilasciano nessuna dichiarazione. Bisogner&agrave; attendere per sapere se, dalle carte sequestrate, ci saranno novit&agrave; utili o se &egrave; un altro buco nell&rsquo;acqua come i risultati delle analisi fatte sulla camicia, sui fazzolettini, sul calzino e sul coltello trovati dopo qualche giorno dopo l'assassinio a pochi metri dalla sua abitazione.</p>
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