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<p style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><strong>OTRANTO</strong> | «Si pineta, no
parcheggio». Potrebbe essere sintetizzato così il
sentimento di protesta che in questi giorni gli ambientalisti di
Legambiente stanno portando avanti con manifestazioni e «blitz»
a Otranto. Tutto comincia un po' di tempo fa, quando Legambiente si
accorge che nelle pinete adiacenti i Laghi Alimini, i conducenti
delle auto stavano creandosi dei parcheggi ad hoc, per la sosta dei
veicoli in prossimità degli stabilmenti balneari. Il
territorio degli Alimini, proprio quest'anno, è metà di
Goletta Verde di Legambiente, cioè di quella campagna estiva
promossa da Legambiente di informazione e sensibilizzazione sullo
stato di salute del nostro mare. E della nostra costa. Il sindaco
della città, <strong>Luciano Cariddi</strong>, da parte sua aveva
emanato un'ordinanza con la quale si era stabilito che per la sosta
delle auto bisognasse utilizzare gli appositi parcheggi autorizzati.<br />Ma agli Alimini di tutto si fa, tranne
che rispettare l'ordinanza, nonostante le contravvenzioni che, nei
giorni scorsi, sono arrivate da parte delle forze dell'ordine. Legambiente, qualche giorno fa, aveva
chiesto la collaborazione di tutti coloro che vivono e lavorano sul
territorio. E definivano il transito e il parcheggio selvaggio delle
automobili come la grande criticità che vive il comune di
Otranto, in una delle zone definite «ad alto valore
ambientale». E sottolinea: «Soprattutto lungo
la fascia costiera, esistono molte zone pinetate e nel tratto
compreso fra le località Sant’Andrea e Santo Stefano sono
concentrati numerosi stabilimenti balneari, strutture di
ristorazione, villaggi turistici che determinano, nella stagione
estiva, un notevole afflusso di automobili con non pochi danni ad
un’area, sito di interesse comunitario, che invece dovrebbe essere
salvaguardata da attacchi esterni. L’elevato numero di automobili
preclude la possibilità di un tempestivo intervento ai mezzi
di soccorso in caso di incendi. Nonostante l’intervento
dell’amministrazione che con un’ordinanza vieta il transito e a
tutti i veicoli, con esclusione per parcheggi pubblici autorizzati,
l’area Alimini continua a subire forti danni. Ogni anno l’ordinanza
del Comune non viene rispettata, nessuno strumento urbanistico
prevede i posteggi fronte-mare in piena zona Sic e infine contro
l’ordinanza del sindaco Cariddi, l’11 luglio scorso, è
scattato un ricorso al Tar da parte di un concessionario della zona,
il quale ha ottenuto una sospensiva». E quindi da una parte c'è
chi si appella al Tribunale amministrativo, e dall'altra chi osserva
che l'ordinanza non viene rispettata.</p>
<p style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"> </p>
<p style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">Il presidente di Legambiente Otranto,
<strong>Fernando Miggiano</strong>, sottolinea: «È inammissibile
che in un’area di pregio ambientale, nonché sito di
interesse comunitario, possano esistere situazioni come queste. Non
possiamo più attendere, servono soluzioni alternative che
siano davvero in grado di valorizzare il nostro territorio
cominciando dalla sensibilizzazione dei cittadini sull’importanza
di salvaguardare un patrimonio naturalistico di grande valore.
Affiancando questa iniziativa con un controllo efficace da parte
delle autorità competenti affinché i provvedimenti
vengano rispettati, senza improponibili deroghe. Per questi motivi
siamo assolutamente d’accordo con l’ordinanza del sindaco e
chiediamo a turisti e bagnanti di posteggiare le auto nei parcheggi
ai margini delle pinete e raggiungere i lidi tramite il servizio di
bus navetta. Il nostro appello si rivolge infine a tutti gli
imprenditori, affinchè guardino ad un turismo che abbia come
obiettivo primario il rispetto dell’ambiente e che di conseguenza
sia davvero sostenibile».<br />Gli ambientalisti sottolineano poi la
pericolosità del parcheggiare in zone pinetate: «Un'auto
con marmitta catalitica, in una zona ricca di aghi di pino è
molto pericolosa e potrebbe provocare facili incendi».<br />Il sindaco Cariddi, dal canto suo,
chiosa: «È una zona bellissima, ma molto delicata che
non a caso è qualificata come sito di interesse comunitario e
candidata alla costituzione di un parco regionale. Ecco perché
è necessario non trasformare le pinete in posteggi, ma
preservarle dall’incuria e proteggerle dal rischio incendi. Non
dimentichiamo i roghi che hanno devastato l’anno scorso il Gargano,
dopo i quali il Consiglio comunale ha approvato un piano di
prevenzione del rischio. I gestori pensano di aver acquisito un
diritto che non gli è dovuto solo perché si è
stati tolleranti negli anni».</p>
<p style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"> </p>
<p style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">Ma c'è poi un'altra questione
che tormenta gli ambientalisti, quella cioè delle spiagge
libere che, secondo loro, starebbero diminuendo i metri che possono
essere liberamente fruibili dai cittadini: «Ci sono troppe
concessioni balneari e troppa facilità nel loro rilascio.
Ceduto anche il tratto di spiaggia denominato «Alla plancia».
Ad Otranto la spiaggia ad accesso libero diventa quasi un miraggio.
L'ultimo episodio risale ai giorni scorsi, con l’ennesima
concessione di un tratto di spiaggia. Secondo la legge 17 del 2006
della Regione che disciplina l’uso della costa, deve essere
garantito all’uso pubblico e alla libera balneazione almeno il 40
per cento del territorio demaniale marittimo di ogni singolo comune
costiero. La nuova concessione della spiaggia «Alla plancia»
riduce ulteriormente il tratto di spiaggia libera». Miggiano
sottolinea ancora: «Il libero accesso all’arenile è un
diritto inalienabile che deve essere garantito a tutti i cittadini.
Non possiamo restare fermi a guardare la nostra costa che continua ad
essere privatizzata, obbligando i bagnanti a pagare cifre elevate per
una giornata al mare. È il caso che si guardi al territorio
con una politica più rispettosa dei cittadini che non avendo
interessi commerciali vogliono ancora vivere il piacere
dell’appartenenza, delle origini, della storia e della memoria
della città. Troppo è stato sacrificato del territorio
senza un ritorno in termini di qualità della vita per la
comunità. Per questo motivo, chiedo alle autorità
competenti che vengano rispettate almeno le indicazioni previste
dalla legge regionale. Occorre quindi che le concessioni vengano
operate attraverso un serio piano delle coste, che sia in grado di
regolare in maniera equilibrata l’uso del litorale. È questo
il punto di partenza per garantire un libero accesso a tutti coloro
che scelgono Otranto come metà turistica».<br /><strong>Laura Biffi</strong>, portavoce di
Goletta Verde, invece, dice che Otranto va in una direzione opposta
rispetto al resto della Puglia: «Otranto va in direzione
opposta rispetto al resto della Puglia, dove per fortuna le spiagge
libere sono circa il 75 per cento. In molte regioni la spiaggia
pubblica è diventata ormai un lontano ricordo. I gestori dei
lidi stanno privatizzando il mare e accedervi è diventato
un’impresa impossibile. Troppo spesso le infrastrutture degli
stabilimenti sono cosi fitte che impediscono anche solo di vedere
qualche centimetro di mare».</p>
<p style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"> </p>
<p style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">Questa mattina, intanto, alle 9,30, gli
ambientalisti si sono ritrovati al Parcheggio Belmonte di Lido dei
Pini, per un vero e proprio «blitz» che è
proseguito alle 15,40 presso «La Plancia» di Otranto. Lo
slogan è sempre uno: «Giù le mani dalla costa»,
messaggio che è stato lanciato con l'ausilio di cartelloni,
striscioni, tutti gialli e verdi. Questa mattina, poi, nel corso di
una conferenza stampa, si è parlato dell'ordinanza del
sindaco: «È necessario non trasformare le pinete in
posteggi, ma preservarle dall’incuria e proteggerle dal rischio
incendi. I gestori pensano di aver acquisito un diritto che non gli è
dovuto solo perché si è stati tolleranti negli anni».
E ha proseguito: «È importante mantenere tutti i
parametri di qualità. Otranto, oltre alla valenza turistica,
ha una forte valenza ambientale che va tutelata. Ci auguriamo che
queste campagne di sensibilizzazione funzionino. Non vogliamo
penalizzare, sanzionare, ma sensibilizzare. Credo che la battaglia da
affrontare in questo momento sia soprattutto culturale».<br />Miggiano: «Non possiamo più
attendere, servono soluzioni alternative che siano davvero in grado
di valorizzare il nostro territorio, cominciando dalla
sensibilizzazione dei cittadini sull’importanza di salvaguardare un
patrimonio naturalistico di grande valore. È necessario
affiancare questa iniziativa con un controllo efficace da parte delle
autorità competenti, affinché i provvedimenti vengano
rispettati, senza improponibili deroghe. Il nostro appello si rivolge
anche a tutti gli imprenditori, affinché guardino ad un
turismo che abbia come obiettivo primario il rispetto dell’ambiente
e che di conseguenza sia davvero sostenibile».</p>
<p style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"> </p>
<p style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">Intanto l'appuntamento è per
domani, 25 luglio, alle 20,30, in piazzetta Alfonso d’Aragona, dove
si terrà una sorta di conversazione sotto le stelle. «Otranto,
quale acqua quale aria» è un’iniziativa organizzata
dal Comune di Otranto in collaborazione con la Provincia di Lecce,
Arpa Puglia e Omicron. Si parlerà della qualità
dell’aria e verranno forniti i dati relativi alle due biocentraline
installate ad Otranto lo scorso anno. E si parlerà anche della
qualità dell’acqua. Ci saranno oltre al sindaco Cariddi,
anche l’assessore provinciale all’Ambiente, <strong>Giovanni
Scognamillo</strong>, quello del Comune di Otranto, <strong>Salvatore Miggiano</strong>,
il direttore Arpa Puglia Lecce, <strong>Elio Calabrese</strong>, e
l’amministratore Omicron Srl, <strong>Antonio Annibale</strong>. Modererà
<strong>Pompilio Caramuscio</strong> modererà la serata. L’incontro
sarà preceduto da un’iniziativa del Comitato «Giù
le mani dalla costa» e del locale circolo di Legambiente. I
volontari delle suddette associazioni ambientaliste, infatti, a
partire dalle 19, proporranno una raccolta firme per il ripristino
delle percentuali di cui alla legge regionale 17 del 21 giugno 2006
(60 per cento di spiagge libere e 40 per cento di spiagge private) e
per la salvaguardia delle aree verdi, pinete e zone protette.</p>
<p style="text-align: justify;"> </p>