di Valentina Maniglia
<p class="MsoNoSpacing" style="text-align: justify;"><strong>GALLIPOLI </strong>| Le festività di Santa Caterina, che ogni 23, 24 e 25
luglio portano luci e bancarelle nella città di Gallipoli, quest’anno sono
state rovinate da una rissa scoppiata fra cinque persone, tre napoletani e due
cinesi, tutti venditori. Shudi Lin, di 50 anni e Zhicai Mei, di 47 anni, , Davide Carbone
21 anni di Terzino, Antonio Cepparulo 32enne e Angelo Auriemma 18 anni,
entrambi di San Giuseppe Vesuviano, già noti alle forze dell’ordine per reati
contro il patrimonio e contro la persona, sono stati arrestati dagli agenti del
commissariato di Gallipoli, in flagranza di reato, per rissa aggravata. Si sa, gli affari sono affari e così, la lite, avvenuta
nella centralissima via Udine, sarebbe scoppiata <span> </span>in seguito alla contesa tra ambulanti per un
posto dove poter collocare le bancarelle per la vendita della merce. Forse un
posto più conveniente degli altri in previsione dell’afflusso di gente. Quella che
è partita come una discussione animata si sarebbe però trasformata presto in
rissa coinvolgendo diverse persone, e degenerando in una zuffa in cui non si
sarebbero risparmiati calci e pugni. I cinque protagonisti avrebbero utilizzato
anche delle spranghe, tubi di metallo ed un coltello. L’intervento delle
volanti ha comunque scongiurato il peggio e i cinque uomini sono stati condotti
presso l’ospedale civile di Gallipoli per le cure di diverse ferite giudicate
guaribili fra cinque<span> </span>e dieci giorni. Pericolo
evitato dunque, tenendo conto che, all’arrivo degli agenti, intorno alla
mischia si erano già concentrate una ventina di persone, tutte identificate in
seguito, pronte ad intervenire con propositi tutt’altro che pacifici. L’operazione è il risultato del piano di prevenzione–repressione predisposto dal commissariato di Gallipoli, che prevede il presidio
di vari agenti, in divisa ed in borghese per confondersi fra la gente, lungo le
gremite vie del centro cittadino. Gli arrestati al termine delle operazioni
sono stati portati nel carcere di Lecce «Borgo San Nicola», a disposizione del
pubblico ministero, Maria Cristina Rizzo.<span><br /></span></p>