Data pubblicazione: 23/07/2008 | CRONACA
Targhe clonate per sfuggire all'autovelox, ma la Procura di Lecce si accorge comunque
Targa clonata per non pagare le multe ed i pedaggi autostradali. L'esplosione del fenomeno ha portato decine di cittadini ad essere vittime di frodi. D'Agata (Idv): «Molti non sono a conoscenza delle gravose conseguenze penali».
<p style="text-align: justify;"><!--
@page { size: 21cm 29.7cm; margin: 2cm }
P { margin-bottom: 0.21cm }
--></p>
<p style="margin-bottom: 0cm;" align="justify"><strong>LECCE</strong> | Non sempre
gli escamotage per evitare di essere multati a seguito di infrazioni
automobilistiche va a buon fine. Un tempo era la volta dei compact
disc posizionati dietro il lunotto posteriore, altre volte, invece,
si è pensato di posizionare dei catarifrangenti adesivi vicino
la targa. Tutti espedienti che servono per trasgredire le regole, e
dare così quella sicurezza all'automobilista che si possa
premere sulla statale un po' di più l'acceleratore. C'è
poi chi, in modo furbesco, ha manomesso la targa per far sì
che fosse qualcuno al suo posto a dover rispondere dell'infrazione
commessa. Ed è il caso di un salentino che si è visto
notificare ciò che aveva compiuto dalla Procura di Lecce. E
non sarebbe il primo caso, visto che il componente del Dipartimento
nazionale tutela del consumatore di Italia dei valori, <strong>Giovanni
D’Agata</strong>, ha ricevuto alcune segnalazioni di cittadini che si sono
visti notificare sanzioni amministrative o richieste di pagamento del
pedaggio autostradale, per presunte violazioni effettuate in luoghi
ove le proprie autovetture non sono mai transitate.</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;" align="justify"> </p>
<p style="margin-bottom: 0cm;" align="justify">«Molto spesso –
sottolinea D'Agata – si può trattare di un errore degli
agenti verbalizzanti o delle società esercenti i servizi
autostradali, ma in un notevole numero di casi, si è potuto
riscontrare la sussistenza di un fenomeno nostrano: la furbata della
clonazione o alterazione delle targhe.<br />La frequenza con la quale
il fenomeno si ripete in determinati territori dello Stato, in
particolare Campania, Lazio, Lombardia e Calabria, ci inducono a
ritenere che alcuni automobilisti si sono ingegnati modificando
artatamente finanche una sola cifra della propria targa, quasi
dimenticando che l’alterazione della stessa integra la fattispecie
del reato di «<span style="font-style: normal;">falsità
materiale commessa in certificati o autorizzazioni amministrative»</span> di cui al combinato disposto degli articoli 100, comma XIV del Codice
della strada, 477 e 482 del Codice penale».</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;" align="justify">«Tant’è
che di recente – conclude – segnaliamo il caso di
un’automobilista salentino che si è visto notificare un
avviso di conclusione delle indagini ex articolo 415 bis del codice
di procedura penale, da parte della Procura della Repubblica di Lecce
per aver utilizzato la propria autovettura con la prima cifra della
targa alterata. Pertanto, giova ribadire un concetto imprescindibile
affinché s’informi chi non è a conoscenza della
gravità di simili contraffazioni: l’eccessivo ricorso da
parte degli enti locali ed in particolare di alcuni comuni alle multe
«per far cassa» e ripianare i propri bilanci, non può
assolutamente costituire una minima giustificazione all’utilizzo di
targhe clonate al fine di rimanere indenni dalle conseguenze colpose
della propria guida, perché l’epilogo di tutto ciò,
oltre a costituire un danno per gli automobilisti onesti, espone ad
effetti ben più gravosi ed in particolare alla condanna
penale, i disonesti».</p>
<p> </p>