Data pubblicazione: 21/07/2008 | POLITICA
Polemica tra il presidente del consiglio e la minoranza. Che si rivolge al Prefetto
Il presidente del consiglio comunale, Enzo Benvenga, detta le regole di svolgimento del consiglio. La minoranza di centrosinistra non ci sta e scrive al Prefetto invocando i propri diritti. Benvenga replica: «Accuse prive di fondamento».
di Ilaria Greco
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<p style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><strong>GALLIPOLI</strong> | La riunione dell’assise
civica, tenutasi nei giorni scorsi, convocata da <strong>Enzo Benvenga</strong> presidente del consiglio comunale, su richiesta del consiglio
promossa dall’opposizione per discutere fra i vari punti anche
quello riguardante i debiti fuori bilancio, si è conclusa con
una missiva al Prefetto di Lecce da parte dei quattro consiglieri del
Partito democratico: <strong>Paolo Piccolo</strong>, <strong>Antonella Greco</strong>, <strong>Vincenzo
Martello</strong> e <strong>Gino Schirosi</strong>.</p>
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<p style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">Una lettera in cui hanno espresso il
loro disagio per l’arroganza dimostrata durante il dibattito del
presidente Enzo Benvenga, il quale pare abbia affermato che visto la
carica che egli ricopre, la minoranza deve acconsentire ai suoi
metodi. In più richiedevano di rinviare il consiglio in quanto
il verbale del collegio dei revisori dei conti era giunto in comune
solo il giorno prima della riunione dell’assise mentre secondo il
diritto sancito dal testo unico 267/2000 sull'ordinamento degli enti
locali e dal regolamento che disciplina i lavori del consiglio
comunale, i documenti devono essere messi a conoscenza dei
consiglieri almeno 48 ore prima del consiglio. Così la
richiesta al Prefetto di ripristinare la legalità e i
legittimi diritti dei consiglieri comunali, valutando anche se vi
siano i presupposti per lo scioglimento del consiglio comunale.</p>
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<p style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">Alla luce di ciò, il presidente
Enzo Benvenga dichiara che «le accuse rivolte al sottoscritto,
su cui è stato informato addirittura il Prefetto, sono prive
di fondamento e testimoniano al massimo come i consiglieri del
Partito democratico abbiano travisato la realtà dei fatti e il
corretto svolgimento dei lavori consiliari. Per questo non posso che
respingere al mittente provocazioni di bassa lega. Prima della
votazione sulla sospensione del consiglio è stato letto
l’articolo di riferimento, ascoltati i pareri favorevoli e contrari
alla richiesta di sospensione e quindi democraticamente votato.
Quando ho utilizzato in aula il verbo “subire” non mi riferivo
certo, come ha cercato di dimostrare furbescamente qualche
consigliere, ad atteggiamenti arroganti o poco democratici, ma
semplicemente al rispetto di un iter chiaro e trasparente scelto
dalla presidenza nel pieno rispetto del regolamento consiliare. Il
Partito democratico – conclude – che parla tanto di democrazia
rifugge il confronto nelle aule del consiglio preferendo fare cassa e
rumore sui giornali, con richieste e relative motivazioni a dir poco
assurde. Non è certo questo il modo per rispettare il mandato
elettorale».</p>