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UFFICIO RECLAMI
Data pubblicazione: 21/07/2008 | CRONACA
Svelato il mistero del casolare. Ucciso perché li sfruttava, e la faceva prostituire
Sarebbero stati Mario Tartaglia, esecutore materiale, e Gabriella Leone, ad uccidere Salvatore Brizio Camisa. Avrebbero pianificato un vero e proprio agguato attirandolo con un pretesto. L'arma, un coltello, trovata nascosta nel luogo del delitto.
di Valentina Maniglia


<p style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><strong>LECCE</strong> | Risolto dopo meno di 12 ore il mistero che aveva tenuto con il fiato sospeso le cronache locali ed era balzato in primo piano per l&rsquo;efferatezza con cui un uomo, <strong>Salvatore Brizio Camisa</strong>, era stato ucciso e abbandonato in un casolare. Ad aver pianificato l&rsquo;omicidio ed averlo poi messo in atto, sarebbero stati Gabriella Leone e Mario Tartaglia, quest&rsquo;ultimo molto probabilmente l&rsquo;esecutore materiale del delitto. Un omicidio maturato in un ambiente degradato, minato da intrighi e rancori.</p> <p style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">&nbsp;</p> <p style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">Ma partiamo dall&rsquo;inizio. L&rsquo;omicidio sarebbe avvenuto fra le giornate di mercoled&igrave; e gioved&igrave; scorso, ed &egrave; proprio da allora che di Camisa non si avevano notizie. Ad insospettire inizialmente gli inquirenti proprio questo aspetto: la donna che conviveva con lui, e con la quale in passato aveva avuto una relazione, non aveva fatto scattare l&rsquo;allarme per la sua scomparsa. Interrogata, avrebbe tentato di depistare le forze dell&rsquo;ordine, indirizzandoli verso ambienti noti nell&rsquo;ambito dello spaccio di sostanze stupefacenti. Strada che da subito non &egrave; stata trovata credibile, ma ha anzi spinto gli inquirenti ad approfondire gli ambienti della donna, le sue abitudini, la gente che frequentava. &Egrave; stato cos&igrave; rintracciato Mario Tartaglia, 59enne gi&agrave; noto alle forze dell'ordine per precedenti legati a furti e rapine, che intratteneva una relazione con la donna. Durante l&rsquo;interrogatorio, l&rsquo;uomo avrebbe insospettito gli inquirenti tentando invano di nascondere un vistoso taglio ad un dito, ormai andato in necrosi. Avrebbe evitato infatti di farselo medicare per non essere scoperto.</p> <p style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">&nbsp;</p> <p style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">Tartaglia avrebbe comunque confessato. E dal suo lucido racconto emergono torbidi particolari di una triste storia degna di un romanzo giallo. I due amanti, appunto Tartaglia e Leone, avrebbero maturato la decisione di uccidere Camisa perch&eacute; ormai esasperati da una situazione di sfruttamento che da tempo sarebbe andata avanti. L&rsquo;uomo avrebbe costretto la donna a prostituirsi e avrebbe torturato entrambi con richieste in denaro che andavano dai 3 ai 5mila euro. Non ce la facevano pi&ugrave; e cos&igrave;, qualche giorno fa, avrebbero attirato Camisa nel casolare, promettendogli forse una partita di stupefacente. All&rsquo;appuntamento si sarebbero presentati entrambi, ma sarebbe stato proprio Tartaglia ad aggredire l&rsquo;uomo all&rsquo;entrata e, dopo averlo colpito ripetutamente al petto e al braccio sinistro, a trascinarlo all&rsquo;interno dove poi sarebbe stato macabramente ritrovato. Avevano pensato a tutto: il posto, quella masseria il localit&agrave; Morello, vicino San Pietro in lama, abbandonata, facile da raggiungere e abbastanza nascosta. L&rsquo;arma, un coltello lungo 48 centimetri, dotato di lama da 25 centimetri, che sarebbe stato rubato tempo fa dal negozio &laquo;Del Coco&raquo;, a Lecce, insieme ad un altro coltello. Entrambi, poi, uno imbrattato di sangue, l&rsquo;altro pulito, sarebbero stati ritrovati nascosti alle spalle del casolare.</p> <p style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">&nbsp;</p> <p style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">Importante per le indagini anche la parola di un testimone che avrebbe visto qualcuno allontanarsi dal luogo del delitto sporco di sangue. E tracce ematiche sono state ritrovate anche sull&rsquo;auto della vittima, la Mercedes 190 bianca che aveva fatto scattare l&rsquo;allarme alla proprietaria della zona. Inoltre, perquisita la casa di Tartaglia, un locale presso la tangenziale privo di acqua, sono stati rinvenuti fazzoletti di carta assorbente pieni di sangue nel cestino della spazzatura, ulteriore prova a suo carico. La fatiscente abitazione di Tartaglia, che comunque risulta senza fissa dimora, &egrave; il riassunto degli ambienti degradati in cui &egrave; maturato il delitto. Per vivere lui faceva il parcheggiatore abusivo, lei, 37enne, come detto, probabilmente e saltuariamente si prostituiva. Agli inquirenti &egrave; rimasta impressa la loro lucidit&agrave; nel premeditare e compiere il delitto e la loro naturalezza nel continuare la vita &laquo;normalmente&raquo; nei giorni a seguire il grave fatto.</p> <p style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">&nbsp;</p> <p style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">Si attende intanto che l&rsquo;autopsia sia eseguita da parte del medico legale Roberto Vaglio, per capire le reali cause della morte. Resta comunque ancora da definire il ruolo della donna. Sembra infatti sicuro che ad infliggere le coltellate sia stato il suo compagno, ma lei potrebbe aver preso parte attiva nella pianificazione e realizzazione del tutto. Sono entrambi in stato di fermo da ieri sera, per lui &egrave; stato considerato infatti anche il pericolo di fuga, ed entrambi sono accusati di omicidio volontario in concorso, aggravato dalla premeditazione. Solo se si dovesse accertare che i due erano davvero sfruttati e oppressi dalla vittima, per loro potrebbero esserci delle attenuanti di colpa.</p>
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