di Valentina Maniglia
<p class="MsoNoSpacing" style="text-align: justify;"><strong>RIVABELLA (GALLIPOLI</strong>) | Tenta di violentare una ragazzina e poi, sulla via di
fuga, cerca di investire con l’auto il carabiniere accorso in aiuto e la mamma
della piccola. È quanto accaduto stamattina intorno a mezzogiorno sulla
spiaggia di Rivabella, marina di Gallipoli, adiacente ad un hotel, dove mamma e figlia tentavano di
godersi una giornata di relax e divertimento. Ma a rovinare tutto è stato
Michele Di Lernia, un 45enne, originario di Milano ma residente a Tuglie, sposato e in
attesta di occupazione, che ora dovrà vedersela con le pesantissime accuse di violenza
sessuale e tentato omicidio.</p>
<p class="MsoNoSpacing" style="text-align: justify;"> </p>
<p class="MsoNoSpacing" style="text-align: justify;">L’uomo avrebbe avvicinato la ragazzina, di appena 14
anni, e, dopo essersi denudato, l’avrebbe costretta a compiere atti sessuali
promettendole un compenso in denaro. Ma a sentire le grida della bambina per
fortuna c’era un appuntato della stazione di Gallipoli, Giuseppe My, che,
nonostante fosse fuori servizio, non ha esitato ad intervenire dopo aver capito
cosa stava accadendo. Da qui sarebbe partito l’inseguimento e Di Lernia, che
aveva parcheggiato poco distante, sarebbe riuscito a guadagnare la sua auto,
una Atos rossa, e a mettere in moto. Qui, probabilmente la paura e il vedersi
ormai preso in trappola, gli avrebbero giocato uno scherzo che aggraverà
ulteriormente la sua posizione: preso dal panico, avrebbe infatti tentato di
investire l’appuntato e la madre della bambina. Per fortuna il sangue freddo
del militare ha permesso alle vittime di mettersi in salvo e così, scongiurato
l’immediato pericolo, di annotare la targa dell’auto, per poi riferirla,
chiamando il 112, insieme ad una descrizione dettagliata dell’uomo, ai suoi
colleghi. È bastato poco perché gli uomini del Nucleo operativo e radiomobile
rintracciassero l’abitazione di Di Lernia, e lo trovassero proprio lì, fra le
sue mura, ancora sudato e in stato di agitazione. Portato in caserma, l’uomo è
stato anche riconosciuto dalla piccola vittima, dalla madre e dal carabiniere
intervenuto. La sua posizione, inoltre, è al momento al vaglio degli inquirenti
per quanto riguarda un paio di episodi simili per modalità e in cui la descrizione
dell’aggressore potrebbe facilmente coincidere con Di Lernia, verificatisi
durante l’estate scorsa nel Lido Conchiglie, proprio presso Gallipoli. In quei
casi infatti non fu individuato l’autore delle aggressioni.</p>
<p class="MsoNoSpacing" style="text-align: justify;">Gravi indizi pesavano sulla sua testa e per questo è stato
arrestato e tradotto presso la casa circondariale di Lecce. Consapevole che il
suo aggressore è stato assicurato alla giustizia, ora la piccola dovrà cercare
di dimenticare al più presto l’episodio e trascorrere serenamente la sua
estate.</p>