Data pubblicazione: 17/07/2008 | CRONACA
Presunte sevizie? Formulate le richieste. 24 anni per i coniugi della comunità ugentina
Dopo diversi anni trascorsi dall’arresto dei gestori della comunità «Il Cenacolo» di Ugento, sembra che la sentenza è vicina. Il procuratore ha chiesto 24 anni di carcere per la coppia accusata di maltrattamenti e violenze su minori.
di Paolo Franza
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<p style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><strong>UGENTO</strong> | Si ritorna a parlare della
comunità «Il Cenacolo» di Ugento. Nel 2001 furono
arrestati i gestori della struttura, Antonio Spennato, la moglie
Clementina Spennato e la figlia Erika con l’accusa di presunte
sevizie e molestie subite dai giovani ragazzi che, per mancanza di
genitori o per problemi in famiglia, si sono ritrovati ad essere
ospitati da questa comunità. Dalle indagini svolte uscirono a galla
delle storie raccapricciati, come quella di bambini costretti ad
ingerire il vomito causato dalla triste colazione, composta da latte
e pane non fresco, o costretti a subire violenti frustrazioni con la
cinta, a rimanere in ginocchio sui ceci, e altre storie di violenze
sessuali, subite dai ragazzi, da parte della figlia Erika.</p>
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<p style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">Ora il pubblico ministero Donatina
Buffelli ha chiesto 24 anni di reclusione per i coniugi, di cui
quattordici per il marito Antonio e dieci per la moglie Clementina.
Invece, per la figlia Erika è stata chiesta l’assoluzione.
Bisognerà attendere però fino a lunedì, quando
il presidente Giacomo Conte, insieme ai giudici della prima sezione
penale, si ritroveranno in camera di consiglio, per decidere la fine
di questa triste storia.</p>
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