di Paolo Franza
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<p style="margin-bottom: 0cm;"><strong>MONTERONI DI LECCE</strong> | Il sindaco della
città, <strong>Lino Guido</strong>, scrive una lettera per l’inaugurazione
della stagione estiva, auspicandosi la realizzazione di un turismo
organizzato.</p>
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<p style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">«È stata un’altra
stagione partita in ritardo – sottolinea Guido – ma che tuttavia
contiene il seme dei buoni frutti, quanto meno per il lavoro svolto
negli anni passati, un lavoro proficuo che costituisce il sostrato
delle politiche di crescita economica del territorio salentino. Da parte nostra, in qualità di
amministratori locali c’è il tentativo di dare prospettiva e
assetto a una serie di iniziative talvolta fra loro scollegate e di
corto respiro, ma tutte utili ad implementare e accrescere l’immagine
della nostra terra nel quadro di riferimento nazionale e
internazionale. A mio modesto avviso il grande problema
della politica di gestione turistica del Salento non è la
strategia di marketing, ma l’organizzazione dell’offerta e
l’allestimento del territorio, nel caso di specie il mancato
coordinamento tra enti centrali, Regioni, Provincia, Apt e Comuni. I
sindaci, infatti, restano isolati, quasi esclusi dal governo del
territorio in termini di programmazione, eccezion fatta per quelle
competenze e pertinenze localistiche che impongono di inventare da
soli quello che gli altri nemmeno domandano. Da qui la nascita dei
cartelloni estivi e di agende più o meno rilevanti di eventi
culturali e di spettacolo, sulla scia del motto «tutti per sé
e Dio per tutti».</p>
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<p style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">«Non mi pare una concezione
matura del quadro socio economico in cui siamo inseriti, anzi mi
sembra un modo infantile e improduttivo di guardare al futuro. Né
possiamo farci ingannare dal rumore che provoca qualche gruppo se pur
nutrito di turisti che si riversa con buona frequenza nel territorio
della provincia di Lecce fra luglio e agosto. Bisogna vedere quanti
tra quelli che raggiungono il Salento arrivano per la prima volta e
quanti invece tornano dopo esserci già stati. Sbaglia chi crede che il turismo sia
solo una questione di promozione pubblicità, quello che conta
di più è la qualità dei servizi in primo luogo e
subito dopo l’organizzazione delle iniziative legate
all’intrattenimento che devono essere pensate, progettate,
condivise e comunicate. Occorre in sintesi ottenere la satisfaction
del cliente. Il sistema di sviluppo locale non ha ancora recepito
l’importanza di questi aspetti e si continua a perdere tempo e a
spendere denaro per azioni di marketing spesso tardive e quasi sempre
inefficaci. Accanto alla spinta propulsiva che punta all’immagine
abbiamo bisogno di individuare una cabina di regia in cui far sedere
ai posti di comando i sindaci e gli amministratori dei Comuni a
maggiore vocazione turistica e ascoltare le proposte e le esigenze di
quei Comuni più piccoli, apparentemente di secondo piano, che
pure hanno da offrire qualcosa in termini di risorse artistiche o
culturali».</p>
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<p style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">Poi conclude: «Un Comune può
offrire una determinata risorsa di cui è titolare esclusivo ma
potrebbe essere carente in altro, ed ecco che il paese confinante o
vicino può integrare l’offerta con le sue disponibilità
storico, architettoniche o naturalistiche. Di questo si ha bisogno
perché oggi il turismo sta cambiando faccia. Non esiste quasi
più il vacanziere che trascorre l’intera giornata sulla
spiaggia. Oggi il mare è un’ipotesi da affiancare al giro
turistico per le chiese, i palazzi, i castelli, le riserve naturali e
magari a sera i ristoranti tipici e le trattorie che servono cibi
genuini e legati alla tradizione. Un ventaglio di offerte, tutte
indispensabili, altrimenti il nostro turismo resta cieco, sordo o
zoppo, un turismo inabile quindi ad accrescere i livelli economici di
un territorio che ha tutto per diventare la California d’Europa».</p>
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