di Valentina Maniglia
<p class="MsoNoSpacing" style="text-align: justify;"><strong>LECCE</strong> | Tre persone sono finite nei guai a seguito di specifici
controlli della guardia di finanza, in particolare dei Baschi Verdi, per individuare
e contrastare un commercio molto fiorente, quello delle marche contraffatte.<br />Lacoste, Gucci, D&G, Chanel, sono solo alcune delle
marche riprodotte ritrovate stampate su tantissimi capi di abbigliamento rinvenuti
nella parte sottostante un condominio del centro di Lecce, adibito a deposito,
e riconducibili ad un uomo leccese di circa 55 anni. Secondo le indagini delle
fiamme gialle, l’uomo, incensurato e ufficialmente senza altra attività, avrebbe rifornito alcuni negozi di Lecce,
ancora da individuare, con capi d’abbigliamento,
per uomo e per donna, apparentemente «firmati» con le più note griffes, in
realtà però contraffatti benissimo. Come ricordato questa mattina in conferenza stampa, non è
stato facile rintracciare il deposito, poiché era ben nascosto e l’accesso alla
stanza ostacolato da numerosi cancelli. Solo una costante presenza sul territorio
e numerosi pedinamenti, hanno permesso agli uomini dell’ATPI, Reparti Antiterrorismo Pronto Impiego, un reparto speciale della Guardia di Finanza, di compiere il
ritrovamento.</p>
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<p class="MsoNoSpacing" style="text-align: justify;">Sequestrati infine 2200 capi, fra cui un lungo pezzo di
stoffa firmato Burberry e recante anche il disegno del cavaliere,
caratteristico del marchio, e una linea completa di teli da mare, la così chiamata
«Linea Beach» firmata Louis Vuitton. Inoltre, ancora imballati, sono
stati ritrovati completi di biancheria intima, che imitavano perfettamente la
marca Abercrombie. Questo ritrovamento, definito dagli uomini delle fiamme
gialle «l’eccellenza della contraffazione» ora costerà all’uomo leccese una
denuncia alla procura della repubblica per commercio di prodotti con marchio
contraffatto, e ricettazione, accusa che grava su chi commercia materiale
oggetto di precedente reato. Stessa imputazione per due cittadini cinesi denunciati
nei giorni scorsi. In un negozio del centro di Lecce, a seguito di
controllo, sono infatti stati trovati accessori femminili contraffatti. Il gattino
di Hello Kitty, il coniglietto di Play Boy, le carte geografiche di Alviero
Martini, apparivano su braccialetti, orecchini, cavigliere, borse, ingannando
le clienti, che, attirate dai disegni e, a volte, dalle scritte, credevano di
fare affari. Il titolare del negozio è ora accusato di due tipi diversi di
responsabilità: infatti si tratta di reato per commercio di prodotti con segni
mendaci quando un capo o un accessorio «ricorda» una nota marca, ad esempio,
dai colori, dal disegno o dalla forma, si tratta invece di reato per commercio
di prodotti con marchio contraffatto quando sul capo è riprodotto tutto, alla
perfezione, come se fosse quello vero. 900 accessori, oggetto di entrambi i reati,
sono stati sequestrati.</p>
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<p style="text-align: justify;">Questo ritrovamento ha poi permesso di risalire al
fornitore di questo negozio: si tratterebbe di un altro cittadino cinese, che
vendeva il materiale all’ingrosso, in un negozio di Cavallino. Sono stati posti
sotto sequestro circa 3400 capi. L’attività delle fiamme gialle è completata dalle perizie
delle reali case di produzione dei marchi famosi e registrati: in casi di
dubbio, infatti, i capi vengono inviati alle case produttrici e queste, designato
un referente, confermano o smentiscono l’originalità della merce. Resta da chiarire la posizione dei commercianti eventuiali acquirenti: se fossero consapevoli di aver comprato merce contraffatta, richierebbero, infatti, loro stessi l'accusa di ricettazione. In conclusione, circa 6500 pezzi, per un valore tra i
50mila e i 70mila euro, sono stati sequestrati e tre persone sono state
denunciate. È solo l’ultimo segno di un panorama sempre più vasto che registra
il fenomeno della contraffazione attivo in tutti i settori, capace di seguire
mode e rincorrere le stagioni.</p>