<p style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><strong>LECCE</strong> | La sanità in Puglia? È
stata oggetto di discussione oggi, a Lecce, nel corso di un convegno,
dove al tavolo dei relatori c'erano gli esponenti del Partito
democratico. Nella sua relazione introduttiva, il presidente del
gruppo politico del Partito democratico alla Regione, <strong>Antonio
Maniglio</strong>, riflette sul nuovo Piano regionale della salute, in fase di
discussione e di redazione, che gli esponenti del Pd hanno
intenzione, con la loro maggioranza, di approvare quanto prima.
Perché una delle promesse, se così possiamo chiamarle,
che si fecero in campagna elettorale era proprio al piano di riordino
ospedaliero che l'ex presidente della Regione, oggi ministro degli
Affari regionali, Raffaele Fitto aveva varato. Il secondo intervento
è stato di <strong>Daniele Versienti</strong>, consigliere di Campi, che ha
sottolineato l'importanza di «sentire» un cambiamento.
«C'è stato un ritardo nel percorso che porta al Piano
regionale della salute. Non si avverte quel cambiamento che sarebbe
dovuto arrivare dopo il piano Fitto. Abbiamo contrapposto una
concezione politica del piano Fitto. Per raggiungere degli obiettivi,
partendo dalle lacune di quel piano, bisogna guardare con più
coerenza alle esigenze del territorio».</p>
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<p style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">Poi è stata la volta di <strong>Biagio
Malorgio</strong>, segretario provinciale della Cgil, che parte da due punti
fondamentali: «Novità e innovazione – dice – Devono
essere queste le parole chiave del nuovo piano. La prima potrebbe
essere una sorta di cabina di regia regionale, che possa essere il
volano della sanità della regione». Pensa, poi, a come
si sta lavorando all'interno degli assessorati: «Sono contento
– sottolinea – della sinergia con cui si sta cooperando tra
assessorati alla Sanità e alla Solidarietà».
L'auspicio prende parte al lavoro che svolgono ogni giorno gli
operatori del 118: «Nel Basso Salento – dice – gli
operatori non percepivano da quattro mesi lo stipendio. Attualmente
agli operatori sanitari gli sono state pagate due mensilità,
ma non basta».</p>
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<p style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">Il vicepresidente della Regione, <strong>Sandro
Frisullo</strong>, dal canto suo, ha le idee chiare: «Abbiamo ereditato
un piano sanitario carente. Oggi ci vantiamo di aver, già ora,
raccolto dei risultati. Il primo è quello che da 20mila
operatori in meno siamo passati a 10mila, e 5mila sono in corso di
stabilizzazione». E sull'aumento delle imposte dice: «Non
possiamo negare, per quanto riguarda le tasse, che non ci sia stato
un aumento dei tre principali settori d'imposta, e cioè Iva,
Irpef e Irap, piuttosto guardiamo alla qualità dei servizi che
oggi vengono offerti». Il riferimento è, tra gli altri,
anche all'Hospice di San Cesario, che ha una disponibilità di
64 posti, e aumenta così la sua offerta.<br />«La Puglia – sottolinea inoltre
Frisullo – è ultima per spesa procapite, e di questo la
minoranza ci deve dare atto». Punta il dito, poi, contro Fitto
e Rocco Palese, che nel corso del governo di centrodestra era
assessore alla Sanità.</p>
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<p style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">Il convegno si è concluso con
l'intervento dell'assessore alla Sanità, <strong>Alberto Tedesco</strong>:
«Stiamo raccogliendo risultati importanti. Innanzitutto sul
numero degli operatori, un deficit che si è dimezzato e che
continua a diminuire. Poi, perché la spesa della Regione è
la più bassa d'Italia». E dopo aver rimarcato quanto
anticipato da chi lo aveva preceduto, sottolinea: «Bisogna
trovare risposte sul territorio. Non è accettabile che
l'utenza debba andare a curarsi fuori. Per questo, in un panorama in
cui il settore privato emerge rispetto a quello pubblico, bisogna
creare delle isole d'eccellenza, che possano dare ai cittadini
risposte sul territorio».</p>
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<p style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><strong>MANIGLIO, SUI CENTRI DI SALUTE MENTALE</strong> |
«Esprimo apprezzamento per la tempestività con cui
l’assessore Tedesco ha risolto il problema degli operatori dei
centri di salute mentale. In quarant’otto ore si è trovata
una soluzione anzitutto per i pazienti, che traggono indubbi benefici
da un servizio qualificato e da sostenere, ma anche per tanti
lavoratori che da anni sono a disposizione della sanità
pubblica. Con il piano della salute vogliamo far fare un salto di
qualità ai livelli delle prestazioni sanitarie. E, nello
stesso, ridisegnare la mappa della rete ospedaliera e distrettuale
della provincia di Lecce. Le proposta avanzate dai manager della Asl
leccese sono da condividere e da realizzare.</p>
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<p style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">La riorganizzazione degli ospedali, che
prevede un incremento dei posti letto destinati agli acuti e una
migliore distribuzione sul territorio salentino, è da
sostenere con convinzione. Ed è positivo che il numero dei
posti letto assegnati alla provincia di Lecce dal Piano per la salute
(3202) coincida con quello proposto dal direttore della Asl alla
regione (3275). Dopo l’approvazione del piano sarà possibile
riorganizzare reparti, attivare nuovi servizi, migliorare l’offerta
delle prestazioni sanitarie in stretta connessione con i nuovi
distretti. E ciò si dovrà fare in collegamento con i
finanziamenti già assegnati alla Asl per ammodernare ospedali
e distretti, anche dal punto di vista tecnologico.</p>
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<p style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">In virtù dell’ultimo accordo
siglato con il governo alla Asl di Lecce sono stati assegnati 174
milioni di euro (141 milioni per il Fazzi, 3 milioni per il distretto
di Campi, 5 milioni per l’ospedale di Copertino, 3 milioni per
l’ospedale di Nardò, 6 milioni per l’ospedale di
Galatina,12 milioni per l’ospedale di Castrano, 2 milioni per
l’ospedale di Poggiardo). Una somma rilevantissima che servirà
a costruire nuovi ospedali e a recuperare, modernizzare e rendere
sicuri gran parte dei nosocomi salentini. Naturalmente il piano della
salute, con gli investimenti previsti, potrà essere attuato se
non ci saranno ulteriori tagli. E siccome la finanziaria del governo
Berlusconi prevede un taglio di 400 milioni di euro per la Puglia,
negli anni 2010/2011, e una riduzione dei posti letto e del
personale, è evidente che la prima condizione per trasformare
le parole in fatti è che non ci sia sottrazione di risorse,
anche perché la Puglia è già agli ultimi posti
per spesa pro-capite nella sanità e per i finanziamenti
derivati dal fondo sanitario nazionale».</p>