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RUFFANO | «Apprendiamo con grande gioia che il Consiglio Provinciale, all’unanimità, ha votato positivamente la mozione grazie alla quale la Provincia di Lecce, nella figura del suo Presidente pro-tempore, figurerà tra i soci fondatori della Fondazione Notte di San Rocco, Pizzica, Tamburello, Scherma in Ronde».
Sono le parole di Vincenzo Corona, direttore della Fondazione. «Ringrazio il Presidente della Provincia di Lecce, Giovanni Pellegrino, per le bellissime parole spese nei confronti del lavoro svolto fino a questo momento dal nostro sodalizio, e con sentimenti di gratitudine nei confronti del Presidente della Fondazione, Pasquale Gaetani, per il quotidiano e indefesso impegno profuso, siamo certi che questo riconoscimento contribuirà ulteriormente a raggiungere gli scopi sociali per cui la Fondazione è nata e vuole proseguire nel suo cammino».
La festa della Notte di
San Rocco è uno dei momenti di maggiore aggregazione per l’intero
Salento. E’ un rito antico, forse arcaico, considerate le movenze
della danza pizzica, e paradossalmente moderno, visto che riesce a
richiamare migliaia di giovani. San Rocco guaritore. San Rocco
pellegrino, ma soprattutto San Rocco amato e venerato a Torrepaduli
più che altrove.
È un Santo di origine francese (1295-1327),
che nei secoli ha guarito da uno dei morbi epidemici più pericolosi
e temuti: la peste bubbonica.
La tradizione agiografica ci dice che San Rocco, grazie alla sua fede e alla sua carità è riuscito a portare la salvezza in una epidemia che funestò l’Italia del Nord durante il XIV secolo.
La festa di San Rocco coincideva tradizionalmente con una delle più importanti fiere contadine della provincia, ed era occasione di pellegrinaggio da parte dei devoti di San Rocco, numerosissimi nella provincia di Lecce.
Sia i pellegrini che i numerosi commercianti passavano la notte in attesa dell’ apertura della chiesa e dell'inizio della fiera di fronte al Santuario, ingannavano il tempo suonando, cantando e, in alcuni casi, ballando la scherma.
Un rito che ha origini
antichissime e che si ripresenta ogni anno come l’avvicendarsi
delle stagioni. Forse i significati di oggi sono diversi rispetto a
quelli di un tempo, ma la magia e lo spirito che si creano
all’interno delle ronde strette tra l’accalcarsi di tantissima
gente, sono veramente autentiche.L’atmosfera che si respira a Torre
Paduli nella notte più attesa dell’anno è veramente unica.
Nella
lunga notte tra il 15 ed il 16 agosto è tutto un fermento ed un
crearsi di ronde spontanee nel cui interno danno spettacolo i
danzatori delle spade, simulando gli antichi duelli che si
verificavano un tempo nei mercati. Al ritmo incessante del
tamburrello gli uomini si combattono nel rispetto di antiche ed
ancestrali regole e consuetudini.La grande festa di San Rocco di
Torrepaduli è ormai tornata ad un nuovo splendore. L'incremento dei
pellegrini e dei visitatori, le attività economiche collaterali, la
rapida moltiplicazione dei giovani suonatori di tamburello e
danzatori di pizzica-scherma, delineano lo scenario di una
formidabile tendenza alla riconquista dei valori forti della
tradizione salentina. Si riscoprono soprattutto antichi simboli
musicali, come il tamburello salentino, e simboli mistici, che si
mostrano come sopravvivenze di credenze e pratiche religiose davvero
lontane nel tempo. Sulla base di alcuni studi svolti sul fenomeno
della Notte di San Rocco, la pizzica-scherma introduce un elemento
caratteristico della cultura Salentina, che un po’ si affianca
all’aspetto sacro della Festa.
È il contatto con una popolazione nomade che e' stata di grande importanza per lo sviluppo dei collegamenti culturali tra il Salento e il resto d'Italia: gli Zingari. Gli zingari si muovevano da un paese all'altro, commerciavano cavalli ed erano presenti a tutte le fiere. A Torrepaduli il 16 di Agosto c'è ancora oggi una grande fiera agricola. I contadini e gli zingari arrivavano da tutto il Salento per vendere e acquistare animali e attrezzi. Si fermavano a Torrepaduli alcuni giorni, per la festa di S.Rocco e poi per la fiera. Secondo le ultime ricerche etnografiche il ballo delle spade sarebbe arrivato in Salento agli inizi dell'Ottocento portato proprio da alcune famiglie Rom provenienti dalla Calabria. Le sfide al coltello, diffuse tra gli zingari, a Torrepaduli si sono incontrate con le ronde dei tamburellisti salentini. Col tempo le sfide sono diventate mimate e, secondo tale teoria, così è nato il ballo che oggi possiamo ammirare a ferragosto in largo San Rocco