LECCE | Scaffali incendiati in un supermercato di via Siracusa, vicino via Alessandria a Lecce, praticamente una strada che si trova racchiusa fra altre stradine che si trovano in mezzo tra viale dello Stadio e viale della Libertà. Un attentato incendiario con danni, questa volta, lievi, ma che nasconde l'ombra del racket, sulla quale indagano i carabinieri. È il secondo episodio in poche ore, dopo quello avvenuto a Lecce, nel quartiere Santa Rosa, all'interno del «Cinemastore» di via Mincio. I carabinieri stanno cercando i responsabili, a seguito di quest'altro episodio che in città, questa volta, è risuonato più forte e comincia a incutere paura.
I malviventi hanno preso di mira il supermercato «Centro Spesa», di piccole dimensioni, praticamente a conduzione familiare, che si trova in via Siracusa, nella zona conosciuta come ex 167. Una piccola via che si trova fra piazzale Pisa e piazzale Como. Certamente non si può dire con certezza se si tratti di un atto intimidatorio, oppure se sia da intendersi come un atto vandalico. Sta di fatto, che nel giro di 36 ore, praticamente due notti, a Lecce di episodi incendiari se ne sono verificati tre. Uno, come detto ieri sulle pagine di Reteluna.it, al «Cinemastore» del rione Santa Rosa, l'altro ai danni di un'autovettura di proprietà di un imprenditore del capoluogo (anche qui danni ingenti per qualche migliaio di euro). Infine, l'episodio avvenuto nella notte ai danni del titolare del piccolo market, per il quale carabinieri e vigili del fuoco sono stati impegnati in mattinata a ricostruire l'accaduto non senza poche difficoltà.
Quando questa notte, poco dopo l'una e mezza, nel market sono giunti i militari della Compagnia di Lecce, al comando del capitano Luigi Imperatore, assieme agli artificieri del comando provinciale, la prima cosa è stata quella di notare l'eventuale presenza di liquido infiammabile.
Probabilmente utilizzando una bottiglietta incendiaria, i malviventi l'hanno lanciata sugli scaffali sui quali era depositata la merce da rivendere.
I malviventi si sarebbero introdotti dalla finestra che sta sul retro. Dopo essere entrati all'interno, sicuri di non avere a che fare con telecamere a circuito chiuso (il negozietto è sprovvisto di un sistema di videosorveglianza), secondo una prima ricostruzione i malviventi hanno versato il liquido sugli scaffali e appiccato il rogo.
Dopodichè sono fuggiti e senza portare via, pare, nulla. A quel punto sono trascorsi pochi minuti, il tempo che le fiamme prendessero vigore e producessero fumo, che i vicini che abitano nella zona si sono accorti e hanno allertato i vigili del fuoco del comando provinciale. E così, nella notte, la squadra di turno è intervenuta e le ha spente in breve tempo. Tuttavia, i danni non sono stati ingenti, anche se il gesto avrebbe potuto provocare conseguenze ben più gravi.
Ora, in città, si teme il ritorno delle estorsioni e dei racket, sui quali indagano tanto i carabinieri della Compagnia, quanto gli agenti di polizia della Squadra mobile, che invece ieri hanno «visitato» la videoteca del rione e i locali commerciali che si trovano al piano di sopra.
I carabinieri hanno anche ascoltato i titolari del market che hanno risposto di non aver mai ricevuto richieste estorsive di denaro, né tantomeno minacce. Militari e agenti dovranno tuttavia lavorare sinergicamente, per capire se, i due episodi, quello a Santa Rosa, e quello nella ex 167 siano in qualche modo collegati.