LECCE | In vista dell’anniversario di Cernobyl (prossimo 26 aprile), i volontari di Greenpeace, oggi scenderanno per le strade di diciotto città italiane per consegnare alla gente scatolette di simboliche scorie radioattive e per effettuare attività di informazione sui rischi e i pericoli del nucleare. A Lecce saranno presenti dalle 18,30 in via trinchese, presso piazzetta De Santis.
Al di là della propaganda del governo, i reattori francesi EPR in costruzione stanno riscontrando numerosi problemi economici e di sicurezza e il tema della gestione di lungo termine delle scorie nucleari non ha ancora nessun esempio al mondo. Un messaggio di disinformazione è quello che «tanto siamo circondati da centrali nucleari».
Come spiega il volantone che verrà distribuito dai volontari di Greenpeace, tradotto dai materiali dell’Agenzia americana per le emergenze (FEMA), in caso di incidente, più si è lontani e minori rischi si corrono. In questo senso la barriera costituita dalle Alpi, come si è visto proprio nel caso di Cernobyl, ha rappresentato una difesa naturale anche se parziale.
«Su tutti questi argomenti il governo sta facendo vera e propria ‘disinformazione nucleare’ giocando sulla disinformazione dei cittadini - spiega Francesco Tedesco, responsabile della campagna Energia e Clima di Greenpeace. - La realtà è che tutti i problemi di questa tecnologia rimangono irrisolti: dalla gestione delle scorie alla sicurezza degli impianti, dalla limitatezza delle risorse di Uranio agli altissimi costi di costruzione».
Il caso del reattore EPR di Olkiluoto, in Finlandia, è l’ennesima conferma dei costi del nucleare, con eccedenze pari a 1,7 miliardi di euro in più rispetto ai 3,2 miliardi stabiliti inizialmente a contratto, e di sicurezza con oltre 2.100 casi di non conformità riscontrati in cantiere dall’Autorità di sicurezza nucleare finlandese (STUK) rispetto al progetto approvato.
Un ritorno dell’Italia al nucleare non servirà neppure per tagliare le emissioni di gas a effetto serra del 20 per cento al 2020, in quanto i reattori non entrerebbero in funzione prima di quella data. «Non si capisce nemmeno- argomenta Tedesco - come mai un Governo che nega l’esistenza dei cambiamenti climatici, ci voglia proporre il nucleare come una soluzione credibile. Si tratta di un clamoroso autogol, ma pochi se ne sono accorti».
«L’industria nucleare rimane impantanata in incidenti, bugie, insabbiamenti e incompetenza. Il rinascimento nucleare di oggi prepara le nuove Cernobyl del futuro - avverte Giuseppe Onufrio, direttore esecutivo di Greenpeace. - Il nucleare rimane un esperimento fallito del ventesimo secolo che non potrà aiutare a contenere i cambiamenti climatici, l’unica soluzione è sviluppare rapidamente efficienza energetica e rinnovabili. E seguire in questo la nuova linea dell’amministrazione USA che ha bocciato prestiti al nucleare per 50 miliardi di dollari, investendone invece 80 in efficienza, rinnovabili e sistemi di trasporto di massa».