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NARDÒ | «Il centro storico di Nardò è unanimemente riconosciuto tra i più belli di tutto il Salento». È questa la premessa dei movimenti neretini Giovani per la Libertà e Allegri Spiriti. «In realtà da più di cinquant’anni è abbandonato a se stesso, sono state trascurate sia la cura per la sua conservazione che l’attenzione all’edificato originale. Spesso nel cuore della nostra cittadina sono state autorizzate strutture e costruzioni, realizzate secondo la moda del momento, che oggi contrastano apertamente con l’edificato storico».
«Esempi eclatanti sono l’ufficio postale in corso Garibaldi, il palazzo Telecom in piazza Pio XI, il grattacielo nel largo biblioteca e il palazzo MPS di fronte al Castello. Passeggiando per il Centro Storico di Nardò sono innumerevoli le brutture e le superfetazioni che sono state autorizzate nel corso dei decenni sovraccaricando e soffocando l’originale impianto. Ovviamente un piano di recupero del centro storico, se fosse complessivo, partecipato e condiviso permetterebbe, assicurando la visione d’insieme e l’approvazione dei cittadini, di operare velocemente verso una direzione sempre determinata. Tuttavia alcuni interventi, se orientati al recupero dell’antico splendore, possono essere intrapresi già da ora».
«Vogliamo segnalare un caso particolare. L’amministrazione comunale e quella provinciale – proseguono - si sono recentemente occupate del restauro del convento dei Carmelitani, del relativo chiostro e di piazza delle Erbe. Nel corso degli anni a questo convento sono state affiancate numerose strutture che ne hanno alterato la percezione dello spazio e delle dimensioni. Nell'aero foto allegata abbiamo evidenziato i due interventi che sono stati realizzati negli anni.In rosso è indicato il primo intervento che probabilmente risale agli anni 40, in giallo un secondo intervento più recente e di maggior impatto, presumibilmente degli anni 60. Quest’ultima struttura, prospiciente a via Pellettieri, fu destinata ad accogliere il mercato coperto. Quando l’edificio fu costruito nessuno si preoccupò di inserirlo nel contesto storico, infatti gli Amministratori dell’epoca furono guidati unicamente dalla soddisfazione della necessità di fornire Nardò di un mercato».
«Oggi quest’immobile è inutilizzato e completamente abbandonato, la struttura portante si sta progressivamente disgregando e avrebbe bisogno di cospicui investimenti per essere recuperata.
Noi suggeriamo di demolire la superfetazione degli anni 60 e eventualmente riqualificare la costruzione precedente; questa, infatti, potrebbe essere connessa alla parte più propriamente storica con piccoli aggiustamenti delle facciate. In questo modo si libererebbe uno dei lati del chiostro, e l’originale porticato, che lo collegava alla chiesa del Carmine tornerebbe ad avere senso. L’effetto di un’operazione di questo tipo si estenderebbe sull’intera area e su piazza delle Erbe che con la nuova dimensione godrebbe di più ampi e ariosi spazi. Inoltre tutto il convento, riappropriandosi della sua dimensione spaziale, trarrebbe beneficio da questa operazione».
«Infine, agli abitanti del centro Storico, - concludono - si darebbe un segno tangibile della voglia di riordinare il quartiere restituendogli quegli spazi che nel tempo gli sono stati sottratti. Rimettiamo quest’idea nelle mani del nostro sindaco e dei nostri amministratori, siamo sicuri che sapranno farne buon uso».