Data pubblicazione: 11/07/2008 | ATTUALITÀ
«L'Hospice di San Cesario, fiore all'occhiello del nostro sistema sanitario locale»
Loredana Capone incontra i medici dell'Hospice di San Cesario. La struttura, realizzata nel settembre dell'83 «rappresenta un fiore all'occhiello del nostro sistema sanitario. La stuttura può contare anche su uno psicologo e un fisioterapista.
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<p style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><strong>SAN CESARIO DI LECCE</strong> | Visita della
vicepresidente della Provincia di Lecce ed assessore alla Sicurezza e
qualità sociale, <strong>Loredana Capone</strong> e il direttore dell'Asl,
<strong>Guido Scoditti</strong>, a <strong>Enzo Caroprese</strong> ed i
medici ed operatori dell’Hospice di San Cesario di Lecce, una
struttura del nostro sistema sanitario. «Spesso le cronache raccontano di
una sanità inadeguata a rispondere alle aspettative dei
pazienti – sottolinea Capone –
l’Hospice rappresenta un fiore all’occhiello del sistema
sanitario».</p>
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<p style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><strong>LA STRUTTURA</strong> | L’Hospice di San
Cesario, nato nel settembre del 1983, ha in cura pazienti neoplastici
o nelle fasi terminali della vita, o nei momenti assistenziali più
difficili della malattia neoplastica. La struttura, unica nelle tre
province di Lecce, Brindisi e Taranto, è un centro
specializzato nel proporre terapie antalgiche del dolore. L’edificio
simile più ad una casa che ad un ospedale è composto da
12 posti letto costituiti da stanze tutte autonome dotate di servizi,
in cui i malati ed i loro assistenti possono godere di un servizio
quasi alberghiero e, nella massima privacy, affrontare con maggiore
serenità i difficili momenti che la malattia neoplastica
comporta, non solo quelli terminali, ma anche nei periodi temporanei
dell’arco della malattia in situazioni di insostenibilità
per i familiari.</p>
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<p style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">«In questi quasi 15 anni di
attività», ha dichiarato il responsabile del centro Enzo
Caroprese, «abbiamo assistito oltre 700 pazienti contando su
una struttura professionale che, partita in via sperimentale, oggi è
composta da tre medici, una caposala e 12 infermieri. Si tratta di
uno staff di persone «speciali» non solo
professionalmente ma soprattutto umanamente, capaci di affiancare i
malati e, soprattutto i loro familiari, in momenti dolorosi della
loro esistenza. I numerosi attestati di riconoscenza che
silenziosamente ci arrivano dalle persone che ci hanno conosciuto,
sono la forza che quotidianamente ci consente di fare il nostro
lavoro».</p>
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<p style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">«Il direttore generale –
conclude Capone – si è impegnato a dotare la
struttura di uno psicologo e di un fisioterapista e di divulgare
l’attività del centro soprattutto tra i medici di base. È
importante far conoscere le finalità di questa struttura
perché, purtroppo, ancora oggi retaggi culturali spingono
molti malati ad non usufruirne e a vincolarsi ad affrontare a casa
delle situazioni cliniche complesse, che ben potrebbero, invece,
essere alleviate dall’Hospice stesso».</p>