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LECCE | «Il Pdl ha perso una grande occasione. Quelle di sostenere un candidato autorevole, cioè Adriana Poli Bortone». A difesa della senatrice del neo movimento «Io Sud», parla Gerardo Filippo, che in un suo intervento sottolinea come il centrodestra abbia perduto un'occasione. Quella di riflettere e far convergere col proprio sostegno le preferenze verso la senatrice ex An. «Dopo che finalmente è stato deciso il candidato alla presidenza della Provincia di Lecce, è doloroso dover constatare come sia stata mortificata la componente della Destra all’interno del Pdl salentino» dice Filippo nella sua analisi, secondo cui le rappresentanze di An, nella nuova realtà moderata frutto di un'idea del presidente Silvio Berlusconi, sarebbero state trascurate. A tutto vantaggio, fa capire, del ministro Raffaele Fitto che con la sua «volontà egemone» avrebbe imposto il suo candidato.
«Sin dal primo momento si è capito che le deboli proposte fatte a qualche rappresentante di An altro non erano se non autentiche finzioni poste in essere per mascherare la volontà egemone di Fitto e degli altri esponenti di più stretta osservanza o sudditanza. È mortificante anche vedere come persino il sottosegretario Mantovano non sia stato capace di difendere quel misero 30 per cento che, almeno sulla carta, doveva essere riconosciuto alla componente proveniente dalla ex An.
La scelta del candidato presidente dimostra, altresì, come il Pdl salentino abbia perduto una grande occasione: quella di far convergere i voti sulla candidatura della senatrice Adriana Poli Bortone che ha dimostrato, fino all’ultimo la sua disponibilità a ricomporre la coalizione di centrodestra allargata alle componenti moderate e a quei riferimenti territoriali dai quali difficilmente si può prescindere se si vuole per davvero vincere le elezioni. Si tratta di espressioni politiche che stanno dimostrando di voler mantenere fede agli impegni e ai programmi elettorali che hanno assicurato il necessario consenso all’amministrazione comunale di Lecce, riconfermata al centrodestra nella logica della continuità amministrativa e programmatica.
In questo senso, infatti, si è sempre espressa la senatrice Poli Bortone, gli assessori e consiglieri a lei vicini. A dispetto di tutto ciò non è difficile ipotizzare che il sindaco Perrone, dimostrando evidentemente debolezza, possa essere obbligato a decidere l’azzeramento della Giunta che, oltre ad apparire un atteggiamento disperato, rappresenta un gesto posto in essere contro l’elettorato leccese prima che contro una parte della sua maggioranza.
Se ciò avvenisse sarebbe giustamente interpretato, dall’elettorato che ha eletto Paolo Perrone, come una sorta di vendetta di basso profilo compiuta dal Pdl salentino, con il beneplacito dei suoi più autorevoli esponenti, alla quale il sindaco non saprebbe sottrarsi, facendo così scadere la sua autorevolezza istituzionale.
L’elettorato leccese, che ha votato Paolo Perrone nel segno della continuità con la precedente esperienza amministrativa, non capirebbe queste alchimie politiche apprezzando, al contrario, la coerenza, la tenacia, il coraggio e la dimostrata capacità di governo della senatrice Adriana Poli».