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UFFICIO RECLAMI
Data pubblicazione: 12/04/2009 | CRONACA
TERREMOTO | Scene strazianti sotto l'occhio dei caschi rossi leccesi
La tragedia vista in prima persona.
Dagli occhi dei vigili del capoluogo
I vigili del fuoco di Lecce domani saranno trasferiti a Sulmona. Nell'ultimo giorno a L'Aquila fanno il bilancio di quanto sono riusciti a portare a termine. Dalla casa dello studente, per esempio, tre corpi sono stati recuperati. Così come da una palazzina di piani. Le foto.

LECCE | Anche in Abruzzo è Pasqua. Anche a L'Aquila, dove le vittime del terremoto sono ancora lì, nelle tendopoli. Anche per gli sfollati è Pasqua. Per quelle famiglie inghiottite dalla disperazione. Che hanno perso la casa, i figli, i parenti più cari. E anche per due famiglie domiciliate a Castro. Quelle che l'altro giorno sono state contattate dai vigili del fuoco, durante le operazioni di ricognizione, perché residenti a L'Aquila, e che mancavano all'«appello». Due interi nuclei familiari, che invece di stare in città, fortuna per loro, si trovavano nella marina per trascorrere le vacanze del periodo festivo. Loro, il disastro de L'Aquila, l'hanno visto in televisione.

I vigili del fuoco, come documentano le immagini trasmesse da Giancarlo Capoccia, 39enne, a tutti gli organi di stampa, che in città documenta con le immagini il lavoro dei vigili del fuoco di Lecce, sa bene che lì, l'aria che si respira è davvero di morte. Con quei calcinacci, che cadono in continuazione dai tetti. Con pezzi di cornicione «che quasi ti arrivano in testa se non stai attento».

Le squadre di caschi rossi e volontari si alternano continuamente. Sotto le macerie si continua ancora a scavare, mentre da tutt'altra parte, a Paganica, sono state allestite le tendopoli. I civili del Comando provinciale di Lecce dei Vigili del fuoco hanno lavorato sulla casa dello studente, dalla quale per ultimo hanno salvato un 17enne che era rimasto senza vita sotto le macerie. Anche nelle ultime ore, in cui si sono divisi in due squadre da nove uomini. Diciotto in tutto, che però dovranno darsi il cambio martedì, quando dal Comando provinciale di Lecce, giungeranno alla volta de L'Aquila altre due squadre di soccorritori, sempre in gruppo di diciotto.

Nonostante tutto, a L'Aquila si continua a sorridere. I bambini continuano a giocare e a studiare. Nelle tensostrutture ci sono anche i soccorritori e gli anziani. In tutto, i vigili del fuoco dei vari Comandi d'Italia sono 2426. Che stanno operando sul posto con 1026 automezzi. Come detto da Lecce, le squadre sono due, che dovrebbero essere sostituite martedì, perché dal giorno del terremoto non se ne sono mai andate. La seconda unità operativa è entrata in servizio mercoledì scorso. Attualmente, i vigili del fuoco di Lecce sono impegnati in lavori di puntellamento delle strutture pericolanti. Il centro storico, invece, è chiuso. Lì, dove molte famiglie non hanno più la casa, i civili del Comando di Lecce li stanno accompagnando (solo nei casi in cui ci siano effettive possibilità) all'interno delle proprie case per recuperare velocemente quegli effetti personali più importanti, e il denaro che era custodito in casa e che eventualmente non è stato sommerso dalle macerie. «Ovviamente - sottolinea Giancarlo Capoccia - con tutte le dovute accortezze. Nel senso che a loro diamo il casco protettivo e le protezioni necessarie affinchè non sia a rischio la loro incolumità».

Ma in Abruzzo ci sono scosse continue. E quando ci sono, come ci si comporta? «Innanzitutto ci blocchiamo e ci allontaniamo dal luogo dove ci sono i palazzi e le abitazioni pericolanti - spiega - Poi appena le condizioni lo permettono ricominciamo con le operazioni di soccorso». Nessuno si è fatto male durante le operazioni dei vigili, neppure degli altri comandi d'Italia: «A parte un collega - spiega - un vigile del fuoco di Roma, che si è fratturato il polso ed è stato accompagnato all'ospedale di Sulmona, perché quello de L'Aquila è inagibile». Fra gli interventi assegnati a loro e conclusi, i vigili di Lecce hanno recuperato tre corpi che erano rimasti fra le macerie della casa dello studente, un altro da una palazzina di cinque piani venuta giù, e due altri corpi da case private».

Intanto, anche da Lecce si attende l'arrivo di un gruppo di funzionari (che in tutto saranno 85) per verificare la stabilità delle strutture. «Martedì - spiega ancora Capoccia - partiranno i colleghi del Saf, che insieme ad alcuni funzionari del ministero per i Beni culturali, cercherà di intervenire su quelle strutture architettoniche che possono essere recuperate».

Domani, intanto, la sezione operativa di Lecce sarà trasferita a Sulmona dove continueranno nelle operazioni di soccorso.

E nonostante, questa volta più di altre, molto è funzionato e la macchina dei soccorsi si è attivata senza problemi, gli intoppi non sono mancano. In città, avere un posto in tenda, per qualcuno è quasi impossibile. Ci sono anziani che dormono in auto, e che per poter avere un posto nelle tendopoli hanno dovuto contare sulla determinazione dei propri parenti per potervi avere accesso.

 

I LUOGHI DELLA TRAGEDIA NEL GIORNO DEL SIGNORE | L'Abruzzo continua a tremare. Intanto, gli sfollati vivono la Pasqua del Signore nelle tendopoli o negli alberghi situati sul litorale Adriatico. Alle 5,29 di questa mattina si è registrata una scossa di magnitudo 3,1 sulla scala Richter. Sempre nella giornata di oggi un'altra scossa è stata avvertita alle 11,48, pari a 3,2. Le ricerche sono terminate. Ora si lavora per portar via le macerie e tutto quello che è rimasto della zona colpita dal terremoto. In contemporanea si continuerà a fare il calcolo dei danni provocati e verificare l'agibilità degli edifici restanti. Al momento non ci sono ulteriori dispersi e gli scavi per cercare altri corpi sono stati interrotti sabato scorso.

Sono comunque saliti a 294 i morti. Tommaso Iovinitti, 59enne, era stato tratto in salvo subito dopo la tragedia e condotto presso l'ospedale di Teramo, dove però è deceduto poche ore fa a causa delle ferite riportate.

Il premier Silvio Berlusconi è tornato oggi a controllare la situazione nelle zone colpite dal sisma, partecipando anche alla messa celebrata presso la scuola della Guardia di finanza a Coppito. Molte le persone che hanno assistito alla funzione liturgica per celebrare la Santa Pasqua. «Bisognerà avere un altro po' di pazienza, tireremo gli sfollati tireremo fuori dalle tende», sono state queste le parole di Berlusconi.

«Mai come in questi giorni, in questi 15 anni mi sono sentito orgoglioso di essere italiano. Non vogliamo ricadere negli errori dei precedenti casi. Adesso, finita l'emergenza, toglieremo le persone dalle tende e dovremo assicurare loro condizioni di vivibilità. E poi ripartiremo con la ricostruzione, affidando i cantieri alle singole province».

In conferenza stampa, il capo dello governo ha affermato: «La decrescita delle scosse fa ben sperare. Infatti, dal 6 aprile abbiamo registrato un numero rilevante di scosse che però negli ultimi giorni è diminuito e, pur se le previsioni sono impossibili da fare su base scientifica, anche gli esperti dicono che questa diminuzione fa ben sperare.

Forse possiamo dire di essere già fuori dall'emergenza. Al momento sono state allestite 106 tendopoli. In queste ci sono tutti i servizi garantiti: riscaldamento, pasti caldi, assistenza sanitaria, televisioni. Certo, se si spigola su alcuni centri più piccoli è possibile trovarne qualcuno in cui tutte le opere non sono ancora lì, ma sono in corso accelerato di completamento. Soltanto tra due mesi avremo tutti i certificati di abitabilità: potremo però sapere quanto sono le persone che possono rientrare nelle proprie case e quante quelle che hanno bisogno di un'altra abitazione.A questo punto, la prima missione del governo - ha concluso - è la ricostruzione. Il primo Cdm sul decreto Abruzzo lo faremo qui».

 

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