SANNICOLA | È la notte di Pasqua, quella che ospiti i riti e le tradizioni popolari. Quelli che la notte esci col tamburello, la fisarmonica, e vai in giro a raccogliere le uova per realizzare quel piatto tipico (a Sannicola è famosissimo) che si chiama «spazzatu». Spazzatu, che non è lo spezzatino, ma un mix di uova, formaggio, carne. Quelli che sono rimasti e che si mettono insieme per realizzare un piatto gustosissimo. Una tradizione che si rinnova di anno in anno, e che in paese è molto sentita, quella dei «Lazzareni» e delle «Matinate», che preannunciano proprio l'arrivo dei giorni della Passione di Cristo. E mentre «Lu Lazzarenu» viene eseguito nella notte della domenica delle Palme, la Pasqua viene vissuta con le «Matinate», nella notte della domenica, subito dopo la messa delle undici e la mezzanotte. Sono tanti i gruppi di cantori che si esibiscono, e c'è chi lo fa da anni. I cantori e i musicisti eseguono questi canti con l'intento dichiarato della questua, cioè della raccolta volontaria delle elemosine, che invece nel tempo ha assunto un significato diverso.
Quelli delle matinate sono gruppi di cantori che si esibiscono da generazioni, ma c'è anche chi, sul momento si unisce allargando l'agglomerato. La gente si riversa per strada e segue le tappe dei cantori. Alla fisarmonica, che porta la melodia, si aggiungono i tamburelli simbolo della tradizione popolare, e poi ancora le chitarre, e la cupa cupa, se c'è qualcuno che la sa suonare.
Il canto a due voci viene eseguito sull'uscio di casa della famiglia a cui si va a fare visita. E visto che è tutto preparato, e la famiglia quella visita se l'aspetta, allora si preparano le uova, che poi vengono raccolte all'interno de «lu panaru», cioè di un cesto.
Oggi come allora, uova e formaggio serviranno per preparare il piatto tipico del pranzo di Pasqua lu «spazzatu» appunto, che ha fondamentalmente due ricette: «scanijàtu» cioè farinoso, e «a tiestu», sulle quali le massaie litigano per avere il primato della ricetta originale.
Come spiega Gianclaudio De Salve, tamburellista di vari gruppi, che l’offerta di alcolici è stata introdotta con il benessere raggiunto negli anni Ottanta in sostituzione delle uova e del formaggio, la cui necessità era venuta meno; ma l’offerta di uova è ancora un tratto ampiamente ricorrente.
Il giro degli artisti tra le varie famiglie non era casuale, ma ogni gruppo seguiva un preciso percorso ripetuto ogni anno. Per di più, il primo sabato dopo Pasqua, sempre nella notte, si rivisitavano le case del percorso pasquale, stavolta proponendo canti dal ritmo incalzante e giocoso e, alle volte, rime e stornelli personalizzati dal contenuto scherzoso e colorito: sono le Ringraziate. Attualmente pochissimi gruppi le eseguono.
Lu Lazzarenu ha un ritmo lento e triste, avendo per tema, la morte e crocifissione del Cristo; al contrario, le Matinate hanno un ritmo allegro e festoso, in quanto esprimono la gioia della Pasqua e la fine della Quaresima. A detta di Cosimo De Prezzo, appartenente ad una delle più antiche famiglie di cantori, le strofe vengono adattate, se occorre, alla situazione, alla famiglia o alla persona che i cantori hanno di volta in volta davanti. Pur permanendo nel tempo il «corpo centrale» dei canti, alcune strofe quindi vengono adattate lì per lì.
E stasera, a Sannicola, in piazza don Gino Gabellone, a partire dalle 20, «Lazzareni, Matinate e Canti Popolari», rassegna di canti della passione a cura dei più importanti gruppi della tradizione salentina, tra i quali: Mascarimirì, Fratelli De Prezzo, Trio Zimbaria, Briganti di terra d’Otranto, Oce te ientu, Luna Taranta ed altri.