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LECCE | A tre anni dal blitz che per cancellare un parco e la sua lunga storia ventennale, ad oggi, e dopo tante promesse e parole vane, Parco Corvaglia non è ancora stato restituito alla città.
Le buone intenzioni di tutti coloro che si sono inseguiti sulla stampa per rendersi promotori di questa iniziativa sono svanite nell’arco di poco tempo.
La prima promotrice è stata l’ex sindaco che auspicava una riapertura del Parco per l’indecoroso spettacolo che rappresenta, agli occhi di chiunque, questa cortina di ferro che insiste in pieno rione San Pio.
Finalmente c’era stato il via libera, da parte del Sostituto Procuratore Marco D’Agostino, alla sistemazione dell’area, per permettere la riapertura e quindi, nuovamente, la fruizione da parte dei cittadini.
«Purtroppo siamo ancora in alto mare e, a 3 anni da quell’incursione notturna che ci estromise definitivamente dalla zona da noi preservata, ancora non si riesce a vedere uno spiraglio di luce fra le lamiere», afferma l'avvocato Giovanni Castoro che si esprime sulla vicenda.
«Come se non bastasse continua a perpetrarsi all’interno del Parco una situazione di totale abbandono e vandalismo denunciata più volte agli organi competenti.
Molti degli alberi che sono all’interno del Parco e che, dai palazzi circostanti riusciamo e siamo riusciti a vedere, sono stati abbattuti, e non sono stati buttati giù la notte del blitz ma sono stati sradicati successivamente da balordi (e non dal vento) che, continuamente, ed agendo notte-tempo, con l’ausilio del buio e del sonno degli abitanti, si introducono all’interno dell’area per svolgere attività poco trasparenti, per appropriarsi di pezzi di arredamento urbano tra cui panchine, giostrine, pezzi di steccato.
Con l’aiuto di un Perito Agronomo siamo giunti alla conclusione che quegli alberi, se non verranno in breve tempo ripiantumati, moriranno definitivamente e per tale motivo la scorsa settimana ho inviato alla Procura e al Sindaco un esposto-denuncia sullo stato dei luoghi.
Poi c’è sempre chi, non perdendo mai l’abitudine e credendo che, oggi come ieri, quella del Parco sia un’area sgambamento cani, porta lì il proprio a fare i bisogni.
Dovremmo, come auspicato qualche tempo fa, rimettere in sesto tutta quell’area, alberi e arredo compresi, che lasciata così, è una visione orribile sia agli occhi dei cittadini che potrebbero e vorrebbero poterla utilizzare, sia agli occhi della nuova amministrazione comunale che ha lasciato questo quadrato di lamiera come ricordo di un’amministrazione passata che i cittadini, in particolar modo chi ha condiviso la nostra battaglia, anche nel silenzio e senza la sua presenza, vorrebbe lasciarsi definitivamente alle spalle per aver trattato il quartiere come un gioco, distruggendo e costruendo, scavando e abbattendo, senza tenere conto minimamente di quella che è la natura del Rione.
Basti vedere la nuova costruzione eretta al posto delle ex case minime. Di dubbio gusto e dalle sembianze che ricordano una chiesa per l’imponenza ed i materiali, un carcere per il prospetto e gli spazi tra le finestre.
L’amministrazione comunale odierna, ogni tanto, - prosegue - dovrebbe presentarsi ai cittadini, e, soprattutto quando inaugurerà queste palazzine, dovrebbe dire: «Scusate, non è stata colpa nostra», bensì della precedente amministrazione, perché lasciare un Rione in queste condizioni non fa fare una bella figura a chi oggi è al governo della nostra città
Inviterei pertanto il sindaco, a voler principalmente fare ripiantumare gli alberi sradicati, prima che sia troppo tardi, e poi rimettere in sesto tutta l’area del Parco Corvaglia in maniera tale che i nostri figli, le mamme e gli anziani abbiano nuovamente un luogo dove divertirsi ed punto d’incontro dove poter chiacchierare anche in previsione della stagione estiva.
Faccio presente che da domani sarà possibile, per gli iscritti a facebook, vedere il video della notte del blitz del 12 aprile 2006, presente all’interno del gruppo «Parco Corvaglia» su Facebook e su Youtube».