LECCE | Nessun dato certo nel collegamento tra l'evasione di Giampaolo Monaco e l'uccisione di Antonio Giannone (http://lecce.reteluna.it/portale/articolo.php?code=3448). Gli inquirenti in queste ore stanno indagando per cercare di capire se i due casi posso unirsi tra loro. Infatti,venerdì scorso Giampaolo Monaco, 31 leccese è evaso dalla sua abitazione segreta, dopo tre giorni è avvenuto l'omicidio di un Antonio Giannone, sparato con due colpi di pistola calibro 9. Secondo quanto emerso dalle indagini fin'ora, l'uccisione del 25enne pare sia maturata nell'ambiente mafioso. Se cosi fosse, dopo sei anni si registra una regola dei conti della mala locale. Giannone è stato ucciso mentre rientrava a casa, poco prima delle 22,30 in via Terni, zona 167 C della città di Lecce. In quella zona, per diversi anni ha vissuto Monaco, ora ricercato. Quest'ultimo detto «Gianni Coda», molto conosciuto negli ambienti della mala leccese, confessò diversi omicidi e lotte avvenute tra clan contrapposti dediti al traffico di stupefacenti. Lo stesso non aveva accettato il dominio del gruppo capitanato dal boss Filippo Cerfeda. Insomma, un uomo che non si farebbe tanti problemi se dovesse premere il grilletto per uccidere una persona.
Difficile l'indagine della squadra mobile, in quanto Monaco potrebbe servirsi di alcuni collaboratori in grado di spalleggiarlo nei suo spostamenti, aiutandolo nella sua latitanza. Intanto, risulta iscritto nel registro degli indagati un giovane di Lecce, senza precedenti penali, portato in Questura dopo poche ore dall'omicidio e sottoposto alla prova dello stub, risultato poi negativo. Ma non è questo che ha fatto iscrivere il suo nome nella lista nera, ma bensì la sua posizione, attualmente al vaglio degli investigatori. Il giovane è stato ascoltato diverse volte dagli inquirenti negli uffici della Questura.
Come detto da noi ieri, pare che Giannone sia stato ucciso per non aver rispettato l'onore di una persona «capo» della mala leccese, o che si sia messo in contrasto con una partita di stupefacenti.