LECCE | Evasione dagli arresti domiciliari e omicidio. Forse le due storie differenti tra loro si potrebbero unire, riconducendo tutto all'uccisione di Antonio Giannone, il 25enne leccese freddato con due colpi di pistola calibro 9 lunedì scorso (http://lecce.reteluna.it/portale/articolo.php?code=3448). Infatti, nei giorni scorsi ha preso la fuga Giampaolo Monaco, detto «Gianni Coda», molto conosciuto negli ambienti della mala leccese. L'uomo che risiedeva in una località segreta, e ancor prima nella stessa zona di Giannone, latita da qualche giorno. Al momento nulla è stato deciso e niente viene lasciato al caso. Ma le supposizioni che fin'ora sono state fatte potrebbero avere un'affermazione in seguito.
L'uomo fu agevolato in quanto collaborò con la giustizia. Ma da quanto è emerso tutte le agevolazioni non sarebbero bastate, in quanto ha iniziato la latitanza.
Monaco confessò diversi omicidi e lotte avvenute tra clan contrapposti dediti al traffico di stupefacenti. Lo stesso non aveva accettato il dominio del gruppo capitanato dal boss Filippo Cerfeda.
Intanto gli inquirenti continuano ad indagare sull'omicidio di Giannone, detto «Palla». Il lavoro degli agenti prosegue, e prende più piede l'ipotesi che si tratti di un omicidio maturato dalla mala locale. Pare, infatti, che Giannone non sia stato del tutto fedele ad un esponente della Scu.