LECCE | La macchina investigativa, per scoprire chi ha sparato ad Antonio Giannone, 25enne di Lecce, si è messa in moto. Gli inquirenti stanno già lavorando da diverse ore. L'unico punto fermo e da cui sono partite le indagini è che i killer forse fanno parte dell'ambiente criminale locale. Giannone, volto noto alle forze dell'ordine per questioni legate agli stupefacenti, era atteso dai suoi sicari nel pianerottolo dell'abitazione di una sua amica, in via Terni a Lecce, nel quartiere dello Stadio, meglio conosciuto come ex 167 C, precisamente dopo essere sceso dal sesto piano di uno dei condomini che si trovano alla periferia del capoluogo leccese. Lui risiedeva nel rione «San Pio». Infatti, attorno alle 21, dopo aver preso la sua moto, una Yamaha di grossa cilindrata, modello R6, si era recato in via Terni, entrando nel plesso al civico 16, dove ha trascorso la serata fino alle 22,30, quando i killer hanno agito freddandolo e lasciandolo per terra in una pozza di sangue.
Molti i dubbi che in questo momento sono al vaglio degli investigatori che cercano di setaccare con attenzione tutte le piste. Al momento si pensa che sarebbe stata organizzata una trappola per il «Palla», soprannome di Giannone per via della sua stazza. Secondo quanto ricostruito, pare che i sicari avessero citofonato a casa dell'uomo, che poi con un'imboscata sarebbe uscito all'esterno, dove però si è visto puntare una pistola. Non si sa di sicuro se il 25enne fosse appena rientrato a casa o effettivamente sarebbe stato chiamato dall'esterno. Certo, per giungere dall'abitazione dell'amica a quella propria non può trascorrere un'ora, o avrebbe sostato da qualche altra parte oppure sarebbe stato effettivamente chiamato da fuori.
Non si conosce il numero dei killer di Giannone. Questo è un altro punto all'ordine delle indagini degli inquirenti. Al momento sembrerebbe che ad agire siano state più persone che avrebbero controllato la zona, in modo da non garantire vie di fuga per il 25enne. Si presume anche che la vittima sia stata pedinata, in modo da conoscere tutte le sue abitudini. Gli spari sono stati ascoltati dal vicinato, in quanto era un orario in cui non tutti dormivano. Sono stati infatti gli stessi vicini a lanciare l'allarme alle forze dell'ordine. La prima segnalazione è giunta alle 22,20 presso gli uffici della Questura di Lecce e da lì si sarebbero radunate le volanti, coadiuvate con le gazzelle dei carabinieri. Successivamente sul posto è giunto il procuratore capo, Cataldo Motta. Una volta controllata con attenzione la scena del crimine, le forze dell'ordine si sono messe al lavoro, e stanno ancora cercando chi abbia potuto compiere tale gesto. Si cerca tra i nomi della criminalità locale.
L'uomo, infatti, era stato arrestato nel settembre del 2004, in quanto nell'abitazione di via Leuca, vennero rinvenuti 20 grammi di cocaina e 15 di eroina.
Nel cuore della notte le indagini sono iniziate con i primi interrogatori. Sarebbe stata ascoltata la 25enne, amica di Giannone. Mentre, sia i familiari che i vicini di Giannone sono rimasti in silenzio e non hanno rilasciato alcuna dichiarazione. Sempre nel corso della notte sono state messe a segno diverse perquisizioni ed effettuate le prove dello stub. Il telefono cellulare di Giannone è stato sequestrato. Si spera che dall'analisi che verrà effettuata emerga qualche indizio importante. Il pubblico ministero Giovanni Gagliotta ha disposto per la giornata di domani l'autopsia sul corpo della vittima, che verrà eseguita dal medico legale Roberto Vaglio.