LECCE | È stato ammazzato con due colpi di pistola sparati alla testa. Dal suo sicario, un assassino che lo ha atteso sul pianerottolo dell'abitazione di una sua amica, in via Terni a Lecce, nel quartiere dello Stadio, meglio conosciuto come ex 167 C, precisamente dopo essere sceso dal sesto piano di uno dei condomini che si trovano alla periferia del capoluogo leccese.
La vittima è Antonio Giannone, 25 anni, di Lecce, noto alle forze dell'ordine per questioni legate agli stupefacenti. Il suo assassino, che ora è ricercato dalla polizia, l'avrebbe atteso sotto casa, in via Terni, dove era stato in serata, dopo essersi allontanato dal suo domicilio, dalla sua abitazione di via Gorizia. Poi, attorno alle 21, dopo aver preso la sua moto, una Yamaha di grossa cilindrata, modello R6, si era recato in quella via, nel entrando nel plesso al civico 16. Lì ha trascorso la serata, senza probabilmente sapere che, sotto, lo stesse aspettando il suo sicario, forse accompagnato da un complice. E infatti, attorno alle 22,30 forse dopo, due colpi di pistola, precisi, sparati alla testa l'hanno lasciato a terra senza dargli scampo. Un'esecuzione fatta a regola, col suo sicario che gli ha sparato da una distanza non molto lontana. Due colpi di pistola, per essere sicuro di lasciarlo a terra morto, e senza vita. E in una pozza di sangue.
Immediatamente, quei colpi sono stati avvertiti da tutto il vicinato, di quel quartiere periferico, ma popoloso, che in breve tempo, per strada si è riempito di persone. C'era gente dappertutto, tanto sull'aiuola spartitraffico, quando sul marciapiede di fronte. A quanto è dato di sapere, stando a una prima ricostruzione dei fatti, in base alla ricostruzione fatta da polizia e carabinieri, il killer avrebbe atteso l'uscita del ragazzo dall'appartamento, aspettando con pazienza il momento giusto per sparargli. Dopo che Giannone avesse sceso le scale, uscendo dalla porta del condominio delle case popolari, ha fatto fuoco una prima, e poi una seconda volta.
In pochi minuti, alla sala operativa della Questura, è giunta una telefonata, poi un'altra. Assieme alle forze dell'ordine, anche i vigili del fuoco del Comando provinciale, e un'ambulanza del 118, che però non ha potuto fare nulla per salvarlo. Giannone era disteso a terra in quella pozza di sangue.
Assieme alle forze di polizia, sul posto è giunto il procuratore capo della Procura della Repubblica di Lecce, Cataldo Motta, che sta lavorando assieme alla polizia per dare un volto a quel killer. Insieme a lui, anche il medico legale Roberto Vaglio.
Le indagini sono state affidate agli agenti della Squadra mobile. Antonio Giannone era conosciuto soprattutto nel rione San Pio, dove i genitori gestiscono una pizzeria che si trova in via Delle Anime. Insieme a loro, lascia pure il fratello Manuel, che invece si occupa di motori perché lavora in un'autofficina di Cavallino.