L'AQUILA | Una forte scossa di terremoto getta nel panico tutto l'Abruzzo. A L'Aquila si respira un'aria di tensione, fra soccorritori affannati che cercano di trarre in salvo tanti feriti rimasti sotto le macerie. La terra trema e alle 3,32 di questa notte crollano molte palazzine. Una scossa forte, anticipata ieri sera e nei giorni scorsi da alcune piccole scosse che però non portarono «allarme», ma destarono solo un po' «d'attenzione». Quando la notizia viene diffusa da internet e dai telegiornali, nel Salento tante famiglie cercano di raggiungere telefonicamente i loro cari, che si trovano in Abruzzo, a L'Aquila o nelle province vicine, per lavoro e per studio.
In una telefonata si cercano sicurezze. Su un terremoto tanto forte che ha provocato almeno 92 morti, anche se, al momento il bilancio è già salito a 100. I feriti sono 1500. Gli sfollati oltre 50mila. L'epicentro è stato localizzato a una profondità di 5 chilometri, fra il capoluogo de L'Aquila, Collimento e Villagrande. La scossa (Magnitudo 5.8 - Magnitudo Richter - 6.2 Mw=magnitudo momento) è stata seguita da altre più lievi, mentre la più forte delle quali è avvenuta alle 4,37 italiane con magnitudo pari a 4,6.
Le città più colpite sono Paganica (con sei morti accertati) e Poggio Picenze (con altri cinque morti). Ma chiaramente si tratta di dati destinati a cambiare col passare delle ore.
E mentre in città si cerca di fare il punto, andando a contare le vittime e i dispersi, la macchina della solidarietà è stata attivata, con aiuti che arriveranno nelle prossime ore anche dalla provincia di Lecce, oltre che da tutte le regioni d'Italia.
Da Lecce, il comandante dei Vigili del fuoco, Antonio Tuzzolo, ha risposto alla richiesta dei soccorsi mandando alcune unità, e i colleghi rimasti a Lecce per ottemperare alla mancanza dovranno raddoppiare il proprio turno di lavoro. Un primo contributo è dato da 20 unità di civili, partite alla volta del capoluogo abruzzese, con le squadre dei cinofili. Ma nel corso delle ore, c'è la richiesta di altro personale, al quale in particolare il corpo dei vigili dovrà ottemperare, facendo partire, nel primo pomeriggio, un'altra squadra di soccorso fatta di altre dieci unità. Da ogni regione d'Italia sono partite le «Colonne Mobili Regionali», con uomini, mezzi, e attrezzature idonee a fronteggiare l'emergenza. Dopo trenta minuti da quando sono stati allertati, cinquanta sezioni operative dei Vigili del fuoco, pari a circa 500 uomini, sono partite in viaggio verso la zona colpita dal sisma.
E così anche dal Comando provinciale di Lecce, alle 7 è partita una prima sezione operativa con 11 vigili del fuoco e 4 automezzi. In tarda mattinata poi la seconda sezione operativa con ulteriori nove vigili del fuoco e altri 4 automezzi. E poi, ancora, una terza unità operativa composta da altri 9 vigili del fuoco.
I DATI | Il Nucleo cinofili del Comando provinciale di Lecce sta operando congiuntamente al reparto speciale del Saf, Speleo alpino fluviale, dei Vigili del fuoco di Milano, per effettuare operazioni di ricerca in via Gualtieri, a L'Aquila, in una zona in cui sono crollate nella notte due abitazioni. E vicino a quelle palazzine, all'appello mancano alcuni residenti. Per questo motivo, Tommy, il labrador in forza al Comando provinciale di Lecce (quello che intervenne durante le operazioni di recupero di eventuali malcapitati nel crollo a Castro), sta ispezionando metro per metro le macerie alla ricerca di dispersi.
In via XX Settembre, a L'Aquila, è crollata la palazzina che ospitava la Casa dello studente, un edificio moderno di tre piani. I vigili del fuoco stanno scavando tra le macerie perché, secondo alcuni ragazzi che si trovavano all’interno, sotto le macerie ci sarebbero ancora sette persone.
Alcuni muri sono ancora sospesi in aria, e si inclinano in maniera quasi impercettibile di dieci, quindici gradi. Molte persone sono rimaste intrappolate sotto le macerie, e quelli che sono riusciti a fuggire lo hanno fatto perché sono riusciti a trovare la via di fuga. In qualche caso complici le scale forti, che a differenza dei muri sono resistite. Dilaniato il centro storico, molti salentini avevano casa lì.
Abbiamo raggiunto telefonicamente alcuni di loro, come Antonio e Vincenzo, che hanno entrambi 23 anni e sono iscritti alla facoltà di Lettere e filosofia. «Siamo stati fortunati - dicono - perché la nostra casa ha retto. È una casa di recente costruzione, con le pareti antisismiche, che abbiamo affittato da un ex professore universitario, che conosce i problemi degli studenti, e non ci ha fatto mai mancare niente». E alla domanda, cosa avete visto quando avete sentito il terremoto? Rispondono: «Appena abbiamo avvertito la prima scossa, sembrava quasi non si fermasse. Nella mia stanza ho una piccola vetrinetta, dove ripongo i libri di letteratura - racconta Antonio - Quando ha fatto il terremoto ha cominciato a vibrare fortissimo, e io lì ho capito che dovevo andare via, e insieme a Vincenzo siamo scesi per strada senza curarci dei nostri oggetti. Ho fatto appena in tempo a mettere le scarpe». E mentre parliamo al telefono, riceve un avviso di chiamata: «Scusate, ora vi devo lasciare. Ci sono i miei genitori al telefono che cercano di parlare con me. Li devo rassicurare che va tutto bene». Ma la storia di Antonio non è l'unica.
Non molto distante da loro, a pochi chilometri da lì, un'altra ragazza, che si chiama Mariangela, che è di Carmiano ma studia a Chieti, racconta di essere in pensiero per un suo conoscente, un militare, che è pure di Carmiano, ma che vive a L'Aquila, e del quale però non riesce ad avere notizie. «Anche qui a Chieti - dice - si è sentito forte il terremoto. Qua tutti i cittadini quando hanno sentito la terra vibrare sono scesi in piazza, e si sono ritrovati chiedendosi quale fosse l'epicentro». Non sapevano che a pochi chilometri si stava consumando una tragedia.
Fra le tante storie c'è anche quella di don Bruno Tarantino, di Tuglie, parroco della chiesa di San Marciano a L'Aquila, che dopo essere uscito dalla sua abitazione, che si trova nelle vicinanze della chiesa dove officia la messa, si è messo a scavare per dare una mano ai soccorritori. «Appena ho sentito la forte scossa di terremoto mi sono affacciato in strada e ho sentito gente che urlava. Un boato, poi un altro. All'inizio non mi sono reso conto, poi ho capito che si stesse creando una situazione di allarme. Prima ho rassicurato i miei parenti che ho in provincia di Lecce, a Tuglie, e ho detto loro che sono scampato, poi ho provato a rimuovere le macerie assieme ai soccorritori con la speranza di salvare qualcuno che si trovava lì sotto».
Ma non è tutto. Al momento fra i dispersi, c'è anche un poliziotto di Copertino in servizio a L'Aquila. Di lui, dopo le 3,32 non si è saputo più nulla.
Una situazione drammatica, anche secondo la descrizione di un altro pendolare, lo studente fuori sede Donatello Fantini, iscritto all'Università. Lì divideva un appartamento con altri quattro amici. «Ieri sera c'erano state due scosse - racconta lo studente -, una verso le 22,30, un'altra verso l'1,20 ma la situazione sembrava tranquilla. E così siamo andati a dormire, poi, alle 3,32, una scossa fortissima: sono iniziati a cadere dei quadri e la roba che stava sugli scaffali, la televisione tremava. È durata 15 - 20 secondi. Ho accertato che in casa stessimo tutti bene, poi, siamo usciti dall'appartamento».
La macchina dei soccorsi non riesce a girare perfettamente. Gli aiuti che arrivano ai pazienti devono passare anche dagli altri ospedali regionali, perché in quello più vicino dell'Aquila, a seguito dei numerosissimi crolli, non c'è più molto spazio e la gente è ammassata nei corridoi. Da ogni parte della città continuano ad arrivare ambulanze del 118, ma la situazione all'interno dell'ospedale è critica, e l'ospedale comincia a diventare inagibile. A tal punto che numerosi medici medicano i feriti all'aperto di fronte all'entrata del pronto soccorso, o in alcune piccole strutture d'emergenza che sono state allestite per l'occasione.
Presi d'assalto anche i grandi spazi, come lo stadio, quelli lontano dalla città, in periferia, per scongiurare che le pareti delle case non arrivino addosso a nessuno. Lì vengono distribuiti pasti caldi e acqua minerale, ma gli aiuti sono ancora pochi, e si comincia ad avere bisogno anche di sangue. Per questo il consiglio che danno le organizzazioni che sono in prima linea per fronteggiare l'emergenza è quella di recarsi in ospedale per donare, se possibile, il proprio sangue.
Da Lecce intanto, oltre ai vigili del fuoco, stanno per partire alla volta dell'Abruzzo anche i volontari della Protezione civile. Da Bari, il Dipartimento regionale ha dato disposizioni al responsabile del corpo locale, l'architetto Fernando Bonocuore, responsabile della Protezione civile del Comune di Lecce. Bonocuore ha già mandato una lettera alle 16 associazioni che fanno parte della protezione civile: «Ho provveduto a mandare una lettera ai responsabili delle 16 associazioni che dovranno evitare partenze improvvisate, ma tenersi comunque pronti, perché in ogni momento da Bari, dal dipartimento regionale potrebbe arrivare una richiesta di volontari. In particolare l'esigenza è quella di partire per il post-terremoto. I volontari dovranno, cioè, fronteggiare quelle situazioni che vanno dopo l'emergenza mirate a ripristinare una situazione di normalità».
Anche dalla Croce Rossa, il dirigente provinciale Alfredo Fiorentino, che è a capo dei volontari di soccorso della Croce Rossa italiana, manderà alcuni dei volontari che fanno parte dei propri cinque gruppi: «Dall'Abruzzo è arrivata la richiesta d'aiuto. Lì hanno bisogno di tutto. Personale infermieristico, ambulanze, ma anche cucine, bagni e docce».
SOLIDARIETÀ DALLA POLITICA | Si susseguono in questi minuti messaggi di solidarietà dei politici salentini che siedono nel Consiglio regionale. Il vicesegretario nazionale dei Popolari Udeur, Antonio Buccoliero, esprime la sua vicinanza a tutto l'Abruzzo: «Esprimo profonda vicinanza e solidarietà all'intero territorio dell'Abruzzo, in particolar modo alle famiglie delle vittime e alle migliaia di sfollati, costrette a confrontarsi con una realtà di profondo dolore e di comprensibile smarrimento».
«In questi difficili momenti - sottolinea Buccoliero - l'unica nota positiva è data dalla straordinaria macchina dei soccorsi, che si è immediatamente messa in funzione, offrendo la prima, fondamentale assistenza. Un plauso particolare va all'encomiabile azione degli uomini della Protezione civile e del corpo dei Vigili del fuoco, che in queste ore, attraverso un'unica turnazione d'emergenza, stanno offrendo costante aiuto e assistenza alle comunità colpite dal sisma. Dalla stessa Puglia e dal Salento sono partite delle unità mobili di Protezione Civile e di Vigili del Fuoco per sostenere e velocizzare le operazioni di soccorso in Abruzzo. Non si può non elogiare, a questo punto, la pronta disponibilità di uomini che, con coraggio e spirito di condivisione, sanno essere in prima linea nelle difficoltà.
Questa pronta reazione, assolutamente fondamentale in situazioni di emergenza, deve dimostrare, qualora ce ne fosse bisogno, quanto sia necessario attuare una complessiva pianificazione della Protezione civile, investendo saggiamente risorse ed energie per far sì che l'intero Paese possa contare su strumenti di soccorso e di emergenza efficaci e efficienti.
Nel sottolineare come la Regione Puglia, così come dichiarato dal presidente Nichi Vendola, è disponibile ad offrire assistenza e sostegno alle popolazioni colpite - conclude Buccoliero - rinnovo la piena vicinanza alle migliaia di persone, non solo abruzzesi, che questa notte, nel volgere di pochi secondi, sono state costrette a confrontarsi con una tragedia di vaste e dolorose proporzioni».
In una nota il presidente del gruppo consiliare di Forza Italia/Pdl, Rocco Palese, esprime anche lui la sua vicinanza, sollevato dalle buone notizie che arrivano in merito agli studenti della Puglia: «In queste ore tanto drammatiche non possiamo che esprimere profondo cordoglio alle famiglie delle vittime, piena vicinanza e totale solidarietà a tutti coloro che sono stati colpiti dal terremoto in Abruzzo. Apprendiamo, peraltro, in questi minuti dalle agenzie di stampa che per fortuna sono riuscite a mettersi in salvo alcune studentesse pugliesi che erano a l’Aquila.
Ci uniamo alla disponibilità già dichiarata dal Presidente Vendola a fare tutto quanto è possibile per mettere in atto fattive azioni di sostegno e di supporto sulla quale, naturalmente, ci sarà pieno appoggio anche da parte del gruppo di Forza Italia Pdl e, ne sono certo, dell’intero centrodestra».
Anche la senatrice e leader del neo movimento «Io Sud», Adriana Poli Bortone: «Una vera strage che forse poteva essere evitata. Un evento luttuoso che colpisce l’intera nazione. Oggi dobbiamo essere solidali con i familiari delle vittime e con le città colpite, dando il massimo della disponibilità a collaborare nelle forme più utili e attraverso il coordinamento del Dipartimento della Protezione civile. Ci sarà tempo successivamente per affrontare le cause e le eventuali responsabilità: quel che conta è aiutare questa povera gente che da un momento all’altro si è trovata priva di luoghi e degli affetti più cari. Sarebbe già un segno di solidarietà concreta la dichiarazione in tutte le città del lutto nazionale».
«Esprimo i miei più sentiti sentimenti di solidarietà, vicinanza e cordoglio nei confronti di tutti coloro che, nel terremoto abbattutosi con conseguenze e catastrofiche in Abruzzo, hanno visto i propri cari perdere la vita». Sono le parole dell'onorevole Ugo Lisi, del Pdl, che continua: «In questo momento estremamente triste è necessario che alle polemiche, si sostituisca immediatamente la concretezza dei soccorsi e degli aiuti nei confronti della popolazione abruzzese. Ogni parola in più sarebbe inutile e fuori luogo.
A tal proposito accolgo l’invito del Presidente della Camera, Gianfranco Fini, affinché tutti i Deputati al Parlamento si autotassino per dare un sostegno alle famiglie abruzzesi che in pochi attimi hanno visto perdere tutto. Inoltre nella giornata di domani, presso la Camera dei Deputati, insieme al collega Mancuso, ho organizzato una donazione di sangue.
Rinnovando i miei sentimenti di profondo cordoglio e partecipazione al dolore dei familiari delle vittime, mi preme, infine, manifestare il mio auspicio di buon lavoro al personale impegnato nei soccorsi per la preziosa opera che in questi momenti tragici stanno fornendo».
Allo stesso modo, il presidente del Consiglio regionale, Pietro Pepe: «Esprimo la solidarietà del Consiglio regionale e della comunità pugliese alla regione Abruzzo, duramente colpita da un catastrofico terremoto. La Puglia è vicina alla popolazione, alle famiglie delle vittime, a tutti coloro che sono rimasti senza un tetto. Il presidente del Consiglio regionale dell’Abruzzo, Nazario Pagano, questa mattina doveva essere qui a Bari per partecipare ad un convegno su Europa e Regioni dell’Adriatico. Gli ho espresso la solidarietà di tutti i pugliesi.
La Regione Puglia farà tutto quanto è nelle sue possibilità per aiutare i cittadini dell’Abruzzo».
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