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RACALE | Dopo il successo dell’incontro con Giampiero Mughini e di quello con Anna Mazzamauro, prosegue la rassegna «Primavera di Cultura» organizzata dal Comune di Racale, con la direzione artistica di Walter Spennato, sociologo e direttore del Kube Spazioletterario di Gallipoli. Mercoledì 8 aprile alle 19 nella sala di San Sebastiano del Municipio di Racale, lo psicologo Paolo Crepet parlerà del suo ultimo libro «A una donna tradita», Einaudi. Dopo i saluti del sindaco Massimo Basurto e del Consigliere Tony Pierri, intervengono Silvia Famularo e Jules Mastrobisi. In esposizione opere pittoriche di Antonio Stanca.
«Ad una donna tradita» è un libro che supera i confini di saggio e romanzo per analizzare e osservare il tema enorme del tradimento. È il racconto del viaggio dentro se stessa di una donna senza nome, senza tempo e senza luogo che è tante donne, la madre, le amiche, la figlia, tutte le donne che sono in lei. La rassegna Primavera di Cultura si conclude domenica 19 aprile con la presentazione del libro di Franco Manni «Fiju meu…ma addhu sta sciati?». Grande soddisfazione per i nomi presenti in cartellone viene espressa dal Sindaco Massimo Basurto, lieto di ospitare ancora una volta nel suo Comune personaggi di gran calibro che il pubblico attende con ansia di incontrare.
«Ad una donna tradita» è un libro che supera i confini di saggio e romanzo per analizzare e osservare il tema enorme del tradimento. Attraverso la storia di una donna che tradisce perché si sente tradita dalla vita. Un'esistenza mediocre, come tante, si illumina cosí di un valore universale e la protagonista finisce col diventare una nostra indispensabile compagna di viaggio. «Per non essere traditi bisognerebbe tradire prima, avrebbe detto mio padre, ma non ci sono riuscita».
Questo è il racconto del viaggio dentro se stessa di una donna senza nome, senza tempo e senza luogo che è tante donne, la madre, le amiche, la figlia, tutte le donne che sono in lei. Ed è il racconto dei tanti tradimenti che può contare nella sua esistenza. A partire dal piú grande, che tutti li riassume: quello verso di sé, nella convinzione che la solitudine e la sterilità dei sentimenti l'avrebbero protetta dal dolore. «Il sole entra in casa dalla vetrata senza permesso. Insolente come i tradimenti. L'altro giorno, su uno di quei giornaletti che si trovano nei bar, ho letto: "Vi possono togliere tutto, ma alla fine avrete sempre voi stesse". Credo sia una grandissima cretinata, io non ho avuto nulla e non ho me, mi hanno totalmente derubata. È rimasto il mio male. Non è vero che una volta raggiunto il fondo si risale. A volte non c'è fondo, vai giú e senti di non riuscire a fermarti. Potevo tenermi la dignità, non avrebbero potuto portarla via, ma non l'ho avuta mai: non me l'hanno trasmessa né me la sono costruita».